Numero 4 del 2014
Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
Testi pagina 37
31Aprile 2014
SE
NE
GA
L
dente ha l’obbligo di fare questo a meno di non subire una
nuova colonizzazione”. L’appello coraggioso di Mariam è
anche all’azienda Tampieri: “Invito la famiglia Tampieri a
pensare che anche le famiglie di Ndiael hanno il diritto di
sviluppare le loro piccole attività agricole.”
GLI IMPATTI SUI VILLAGGI. I residenti dei 37 villaggi la-
mentano impatti molto pesanti sul loro stile di vita causati
dal progetto, che impedisce l’accesso ai pascoli, alle fonti
idriche e alle altre risorse necessarie per la loro sussisten-
za, di fatto costringendoli ad abbandonare le loro abitazio-
ni. La voce in Italia dei residenti arriva attraverso le parole
di Elhadji Samba Sow: “Oltre a privarci della terra, questo
progetto ha grandi impatti ambientali, perché vengono ta-
gliati piccoli arbusti e piante. Le comunità di Ndiael, vivono
con la paura quotidiana di intimidazioni fi siche e psicologi-
che da parte di polizia e guardie private messe a control-
lare i terreni del progetto. Più lo spazio si riduce e più gli
allevatori lasciano che gli animali invadano i terreni agricoli
coltivati, aumentando il rischio di confl itti anche tra comuni-
tà degli stessi villaggi, tra agricoltori e allevatori”.
Qualche dato di quello che sta avvenendo in Senegal, lo for-
nisce Fatou Ngom, di ActionAid: “Dal 2000 al 2012, oltre
840mila ettari di terra sono stati tolti alle comunità senegale-
si per investimenti da parte di soggetti e aziende private”. Le
imprese italiane stanno facendo la loro parte, e dal 2008 nel
paese hanno cercato di investire per ottenere il controllo su
una superfi cie poco più piccola dell’intera Provincia di Mila-
no (145mila ettari). “Il landgrabbing ha risvolti disastrosi anche
sulle donne - spiega Fatou - infatti quando i terreni vengono
spianati, è più diffi cile trovare legna da ardere, un compito di
cui in genere si occupano le donne. Se il bestiame viene allon-
tanato dai luoghi di residenza, gli effetti negativi sono immediati
anche sulle donne: sono loro che vendono il latte di mucca e
capra sul mercato locale, e meno ne possono vendere, meno
guadagnano. Con impatti immediati sulla loro indipendenza
economica e sull’accesso ai bisogni primari, per loro e per i
fi gli”. Un nuovo rapporto appena pubblicato dallo statunitense
Oakland Institute descrive le numerose criticità legate al pro-
getto, a partire dalla mancanza di un vero processo di consul-
tazione e del consenso da parte delle popolazioni del Ndiael e
dalla totale opacità delle operazioni Senhuile, la cui scatola so-
cietaria è tra l’altro estremamente complessa. È importante che
la società civile internazionale faccia sentire la propria voce;
per ora la risposta è positiva: in oltre 25mila persone hanno
fi rmato l’appello lanciato dalle diverse organizzazioni (CNCR,
ActionAid, ENDA-Pronat, RE:Common, GRAIN, Peuple Soli-
daires e Oakland Institute). ?
Per fi rmare: www.actionaid.it/senegal
Le foto sono gentilmente concesse da Giada Connestari