Numero 4 del 2011
Noi uomini sull'orlo di una crisi
Testi pagina 34
DEI TULIPANI
di Barbara Antonelli
VESTITE DI NERO, CON I RITRATTI
DI MARITI, PIGLI E FRATELLI
SCOMPARSI O UCCISI, OGNI SABATO
DALL’ESTATE 2009 MANIEESTANO
NEL PARCO LALEH, ATEHRAN.
PIANGONO E LOTTANO
PER LE CENTINAIA DI IRANIANI
VITTIME DEL GOVERNO.
ACCANTO A LORO IL PREMIO NOBEL
PER LA PACE SHIRIN EBADI
a liberazione dei prigionieri per i reati di opinione,
il processo ai responsabili delle incarcerazioni,
torture e uccisioni avvenute dopo le elezioni pre-
sidenziali del giugno 2009, l’abolizione della tortura
e della condanna a morte. Sono queste le richieste delle
Madri di Parco Laleh.
Come le Madri argentine di Plaza de Mayo, come le Don-
ne in Nero nate a Gerusalemme alla fine degli anni Ot—
tanta, e le donne curde del Galata Sarai, a Istanbul, con
le foto dei loro figli scomparsi. Come loro, le Madri in lut—
to iraniane, le madri del sabato, non permettono che l’in—
giustizia subita dai loro mariti, figli, fratelli venga di-
menticata.
Oltre 6000 iraniani sono stati arrestati a partire dal giu—
gno 2009, secondo i dati diffusi dall’organizzazione Hu-
man Rights Watch. Molti di loro rimangono in detenzione
senza alcuna specifica accusa.
86 persone sono state uccise dall’inizio del 2011, secon-
do i dati diffusi da 6 organizzazioni in difesa dei diritti uma-
ni (tra cui HRW, Amnesty, Reporters Without Borders).
Almeno 8 tra quelli uccisi a gennaio erano prigionieri p0-
litici, accusati di “moharebeh†cioè di “ostilità a Dioâ€.
Iitìitloiiiie | aprile | 20W
Il sito ufficiale in lingua inglese
delle Madri del Parco Laleh è:
I
_ 451.09
Maryam Hekmatshoar, attivista
iraniana trapiantata in Germa—
nia, del gruppo a sostegno del-
le Madri del Parco Laleh rac-
conta: “Nel 2009 dopo le ele—
zioni presidenziali in Iran, quan-
do si scopri che quelle elezioni
erano state truccate, centinaia di
migliaia di manifestanti scesero in piazza a Tehran, e tan-
te donne accorsero per sostenere le Madarà n Azadà r, le
madri in luttoâ€.
Il 20 giugno, Neda Agha-Soltan, una ragazza che mani-
festava a Tehran, nei pressi del Parco Laleh (il Parco dei
Tulipani), durante le proteste duramente represse dalle
autorità , fu brutalmente uccisa e la sua morte ripresa da
un video amatoriale che ha fatto il giro del mondo. Una
settimana dopo, le madri che non avevano avuto il per—
messo di seppellire i loro figli vittime di quelle repressioni,
né di piangerli, decisero di manifestare in quel luogo, nel
Parco dei Tulipani. Contro gli arresti di massa dei dissi—
denti, contro una politica repressiva che nega alle asso-
ciazioni e ai movimenti anche di manifestare. Contro chi