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Numero 4 del 2014

Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria


Foto: Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
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di Roberta Mori, consigliera PD, coordinatrice nazionale commissioni parità regionali
Il PES Women Summit, tenuto-si a  ne febbraio nella sede na-zionale del Partito Democrati-
co, ha segnato simbolicamente l’av-
vio del congresso del PSE e della
campagna elettorale, nello “storico”
giorno dell’adesione del PD alla fa-
miglia Socialista&Democratica eu-
ropea. Oltre a chi scrive hanno par-
tecipato diverse amministratrici o
coordinatrici Donne Democratiche
dell’Emilia-Romagna che, a dire il
vero, nella teoria come nella pratica
si sono sempre sentite appartenenti
a questa famiglia. Del resto, come
ha sottolineato la presidente PES
Women Zita Gurmai, “noi siamo
il partito che ha costruito un mani-
festo reale per le donne”. Lo stesso
slogan scelto per l’incontro, Potere
alle donne, è molto concreto, così
come la volontà di dedicarlo al tema
del divario retributivo, alle politiche
per superarlo e per un’occupazione
femminile di qualità.
Sono in pochi a sapere che il 28
febbraio è la Giornata europea per
la parità retributiva, nata quattro
anni fa per sensibilizzare e ottenere
politiche di riequilibrio. La di e-
renza tra il salario orario medio lor-
do degli uomini e quello delle don-
ne sull’intera economia si attesta al
16,4% nell’Unione. In alcuni paesi,
come l’Italia, l’Ungheria, il Porto-
gallo, il divario retributivo tra i sessi
è aumentato negli ultimi anni; e se
è vero che assistiamo dal 2010 ad
un timido livellamento, questo “è
LE DONNE DEL PSE
PER UNA EUROPA GIUSTA!
CRESCITA, EGUAGLIANZA E DIRITTI CIVILI
AL CENTRO DEL NOSTRO IMPEGNO
in buona parte attribuibile a una
diminuzione delle retribuzioni ma-
schili, come conseguenza della crisi
economica, più che a un aumento
di quelle femminili”: parola della
Vicepresidente della Commissione
europea Viviane Reding. 
Ostacoli alla parità sono sistemi re-
tributivi poco trasparenti, assenza
di chiarezza giuridica nella de -
nizione di “lavoro di pari valore” e
la scarsa informazione, ad esempio
non sono disponibili dati sui livelli
salariali per categoria di dipendenti
e le vittime di discriminazioni non
sanno come presentare un ricorso
e cace. Le donne democratiche e
socialiste europee sono impegnate
a rimuovere tali ostacoli e su poli-
tiche giuste che assicurino l’auto-
nomia femminile e un contributo
pieno delle donne allo sviluppo
economico.
Crescita e inclusione
sono prioritarie, contro
le politiche di austerità
che ci hanno so oca-
to. Ciò signi ca anche
condivisione della re-
sponsabilità politica e
una maggiore presenza
femminile nel mondo
del lavoro, delle profes-
sioni e ai vertici deci-
sionali. Il ra orzamen-
to economico e sociale
delle donne avrà e etti
positivi in termini di
maggiore eguaglianza
dello sviluppo, giustizia sociale e di-
ritti civili. Non da ultimo, vogliamo
vivere in una società dove gli stere-
otipi sessisti non trovino spazio e
la violenza di genere sia  nalmente
scon tta. Assieme alla presidente
Zita Gurmai abbiamo lanciato l’ap-
pello per istituire l’Anno europeo
contro la violenza alle donne.
Ha chiuso i lavori del PES Wo-
men Summit il candidato Mar-
tin Shulz, il quale ha ribadito con
forza che la campagna per i diritti,
contro la violenza e contro il gap
salariale non è una campagna delle
donne, ma di tutto il Partito so-
cialista europeo e soprattutto un
impegno che perseguirà con de-
terminazione da Presidente della
Commissione Europea. Il nostro
contributo si può riassumere così:
per il lavoro e i diritti delle donne,
cambiamo l’Europa!
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