Numero 3 del 2016
L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati
Testi pagina 30
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NOIDONNE
Marzo 2016
Mondi
versazioni che annota e riporta, riducendo a| minimo la propria
presenza nel testo, per lasciare spazio ai monologhi o ai solilo-
qui delle persone da lei intervistate. E lo fa con un linguaggio
giornalistico asciutto ed evocativo. Partendo dalla realtà sto-
rica degli intervistati, costruisce iI suo racconto - dalla trama
sonora e rarefatta. Un racconto epico e al tempo stesso intimo
della disillusione di un popolo che dopo iI crollo dell‘Urss si e
dovuto confrontare con la ricostruzione della propria identità . E
non senza la consumazione di tragedie documentate dalle sto-
rie di personaggi â€umiliati†e “offesi" travolti dalla caduta della
civiltà sovietica che, nel bene e nel male, era stata la loro casa.
Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo iI crollo del
comunismo ( Vremja. Second hand in lingua russa - tradot-
to da Bompiani, 2014) è un imponente affresco della quotidia-
nità dopo la dissoluzione dell'Urss, una vera e propria summa
di trent'anni di lavoro, con decine di protagonisti chiamati a
parlare: contadini, operai, studenti, intellettuali. II volume chiu-
de il monumentale ciclo di cinque libri dedicati all’ultimo secolo
di storia russa: dall'affresco del ruolo delle donne nell’Armata
Rossa a| disastro di Chernobyl', dai reduci dell’Afghanistan ai
giorni nostri, dalla caduta del comunismo alla perestrojka, fino
all'avvento di Putin. Qui la Aleksevich riprende il leitmotiv di in-
cantati dalla morte, per poi superarlo, parlando della nascita di
una “nuova Russia", dopo una popolare e corale “buonanotte
al Signor Lenin“. Ne emerge una Russia post-sovietica e post-
Iiberista, in cui rispuntano idee di vecchio stampo: quella del
grande impero, del pugno di ferro, della peculiare via russa.
“Che cos'è Putin - afferma la scrittrice - se non la riedizione
dell’homo sovieticus rimodellato attraverso la distruzione dei
valori del postcomunismo? Sono passati cent’anni - annota la
Aleksevìch - e di nuovo i| futuro non e al suo posto. Siamo en-
trati in un tempo di seconda manoâ€. 0
SCHEDA BIBLIOGRAFICA
DELL’AUTRICE
Svetlana è nata nel 1948 nella città ucraina di Stanislav
(ora Ivano—Frankivsk) in una famiglia di militari (il padre era
bielorusso e la madre ucraina). Dopo la smobilitazione del
padre dall'esercito, la famiglia ritorna nella nativa Bielorussia,
stabilendosi in un villaggio, dove entrambi i genitori lavorano
come insegnanti. Laureatasi in giornalismo presso l’universitÃ
di Minsk, inizia a lavorare nella redazione di Sel’skaja gaze-
ta (Giornale agrario di Minsk) fino a diventare corrispondente
letterario della rivista Néman (organo dell'Associazione degli
scrittori bielorussi) con l'incarico di responsabile della sezione
critica e saggistica. A metà anni Ottanta, esce iI suo primo
libro da uecha/ iz derevni (Ho lasciato il villaggio), una rac-
colta di monologhi dedicata al tema dell'inurbamento, che le
vale una reprimenda da parte
del partito comunista bielorusso.
Oggi la sua produzione letteraria
conta diversi libri, alcuni tradotti
in 20 lingue, che le hanno dato
fama internazionale e procurato
importanti riconoscimenti. Tra
questi ricordiamo: La guerra non
ha un volto di donna (sulle donne
sovietiche al fronte nella Secon—
da guerra mondiale - 1985), Fla—
gazzi di zinco (sui reduci sovie—
tici della guerra in Afghanistan
e sulle madri dei caduti — 1989),
incantati dalla morte. Romanzo documentario (sui suicidi in
seguito aI crollo dell‘Urss — 1993), Preghiera per Chernobyl’.
Cronaca del futuro (sulle vittime della tragedia nucleare —
1997), Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo i/ crol-
lo del comunismo (epopea dell'homo sovieticus — 2013). Ha
vissuto a Parigi. Di recente è tornata a vivere a Minsk. Ogni
tanto partecipa ai festival più importanti, tra cui quello della
Letteratura di Mantova che l'ha, tra l’altro, vista ospite proprio
nell’ultima edizione del 2015.