Numero 4 del 2011
Noi uomini sull'orlo di una crisi
Testi pagina 29
po e coesione sociale rendendo la nostra Regione la prima in Italia per
occupazione femminile e, dalla metà degli anni ’90, quella con il più
alto tasso di natalità . Proprio in virtù del costante aumento per la mag-
gior parte delle attività consultoriali e della progressiva diminuzione
delle interruzioni volontarie di gravidanza che registriamo, si tratta di
un patrimonio non solo da difendere, ma da rilanciare e innovare con
la partecipazione delle donne. Occorre investire sulla salute femminile
perché, come dice l’OMS, “La salute delle donne è il paradigma del-
PER UN CESPO
D’INSALATA
(Fiaba Semiseria
sul coraggio delle Donne)
di Rita Moriconi
consigliera regionale Partito Socialista -
Gruppo PD
Siamo a Reggio Emilia, in un caldo 2o
agosto del 1796. In quei giorni la situa-
zione in città è confusa: i francesi occu-
pano la Cittadella ed il Reggente esten-
se invia 400 Dragoni per cercare di
mantenere l’ordine. Ma verso le cinque
del pomeriggio arriva il casus belli sot-
to l’insolita forma di un cespo d’insala—
ta. Dobbiamo fare uno sforzo d’imma-
ginazione e porci in piazza San Prospe-
ro, la piasa céca dei reggiani. Quel luo—
go, all’ombra della basilica del patrono,
ora come allora rappresentava il cuore
della vita cittadina, dove si svolgeva il
mercato quotidiano.
La piazza è gremita di gente quando, in
un punto imprecisato, scoppia una lite fra
un granatiere e un’ortolana perché, pare,
non si erano messi d’accordo sul prezzo
della merce. L’azione che ne segue è de—
gna di un copione hollywoodiano: un bar-
biere tenta di mettere pace tra il solda-
to e l’ortolana, ma è minacciato con una
sciabola che finisce addosso ad un ra-
gazzino; alle grida di quest’ultimo accorre
l’Auditore militare Ferdinando Ruffini, che
rimprovera il soldato, cui però arriva a
dare manforte un commilitone che col-
pisce il braccio dell’Auditore; quest’ulti-
mo, per evitare altre percosse, trova ri-
fugio in un negozio nel quale, manco a
farlo apposta, si trovava un noto e fer-
vente repubblicano, Carlo Ferrarini che,
preso da furore antiestense, afferra una
sedia e la scaglia addosso ai soldati. La
loro reazione non si farà attendere e il po-
vero Ferrarini, coinvolto suo malgrado,
dopo essere stato malmenato dai soldati
è trascinato in arresto negli alloggiamenti
della milizia a porta san Pietro.
La notizia dell'arresto del Ferrarini si spar-
ge in un baleno e la piazza si riempie di
gente che chiede la sua liberazione. È a
questo punto che compare sulla scena
un personaggio che diventerà quasi
un'icona della rivoluzione cittadina: Rosa
Manganelli, nome ome/7. La donna si
pone coraggiosamente alla testa dei re-
pubblicani distribuendo armi agli accorsi
e, dopo aver guidato la schiera dei ri-
voltosi in piazza grande, allora sede del
governo, capeggia l’occupazione del
palazzo pubblico e scatena la caccia al
dragone estense. In un primo tempo la
lo stato di salute dell’intera popolazioneâ€. Occorre sviluppare la ricerca
e la medicina di genere, perché le donne consumano più farmaci, vi-
vono più a lungo degli uomini e anche perquesto si ammalano di più.
Innovare i Consultori vuol dire qualificare l’integrazione socio-sanita-
ria e perfarlo occorre anche veriï¬care l’adeguatezza degli spazi, del-
le attrezzature, delle caratteristiche di accessibilità . A tal fine un’op-
portunità da valutare potrà essere l’inserimento dei Consultori nelle
“Case della Salute†insieme agli altri servizi territoriali.
guarnigione sembra non rendersi conto
della gravità della situazione e minaccia
i rivoltosi di “voler giocare a bocce con
la testa dei giacobinf ’ ma, dopo un invito
alla prudenza da parte del Senato citta-
dino, è consegnata nei propri alloggi ed
e impartito l'ordine di rilasciare subito il
prigioniero. All’alba del 22 agosto la
guarnigione senza battere tamburo si ri-
tira a Modena. Il governatore estense,
Don Mario Fici della Giumerella dei du-
chi di Amalfi detto “ficoâ€, vistosi in balia
della folla senza la protezione dei dra-
goni, fugge dalla città con i soldati: la ri-
voluzione ha trionfato e la città è final-
mente libera, tanto da divenire, come
scrive Prospero Fantuzzi in una cronaca,
La Primogen/ta.
A coronamento dell’avvenuta rivoluzio-
ne, nella notte tra il 25 e il 26, un picco-
lo gelso diviene “Albero della Libertà †e
viene piantato davanti all'ex sede del go-
verno Estense da un gruppo di ardi-
mentosi cittadini quale coronamento
della ritrovata indipendenza. E fu così che
Ugo Foscolo dedicò l’Ode a Bonaparte li-
beratore ai Reggiani “Primi veri italiani e
liberi cittadiniâ€, forse non sapendo che
tale scintilla fu accesa dal coraggio di due
donne, di una soltanto delle quali, pur-
troppo, conosciamo il nome.
Questa fiaba ci insegna che non bisogna
mai sottovalutare il coraggio delle don-
ne, cui dobbiamo onore, rispetto e rico-
noscenza per tutto ciò che, spesso nel-
l’ombra e nel silenzio, hanno fatto per noi
Italiani. W l’Italia.