Numero 4 del 2014
Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
Testi pagina 29
da 70 anni NOIDONNE guarda al futuro
Un decennio costellato da fatti
memorabili e tragici.
L’elezione di John Kennedy
a Presidente degli Stati Uniti.
La sua faccia, il suo sorriso e il carisma che emana,
raccolgono consensi ovunque nel mondo. Si affac-
cia la possibilità della risoluzione del confl itto in
Vietnam e del riconoscimento della parità tra bian-
chi e neri. Sono gli anni dei due maggiori leader
del movimento afro-americano: Malcom X e
Marthin Luther King, assassinati il primo nel
1965 e il secondo nel 1968. Celeberrimo il discorso
di King “I have a dream” e la sua linea non violenta.
È lui che tenta un dialogo col neo-eletto Presidente
Kennedy, chiedendogli di impegnarsi apertamente
per la causa del popolo nero. Il fermento di quegli
anni investe soprattutto le nuove generazioni in ogni
parte del pianeta. Nel 1962 Noidonne ospita nella
sua redazione alcuni giovani: un africano, un vie-
tnamita, due brasiliani, una francese, una inglese e
quattro italiani. Le giornaliste li invitano a discutere
dei fatti avvenuti nell’anno precedente e a ragiona-
re insieme sulle loro speranze per il futuro. Cosa li
ha colpiti di più? Il viaggio nello spazio di Gagarin e
il progresso tecnologico. Le speranze che coltivano
riguardano la pace, la giustizia sociale, il disarmo e
la concreta possibilità che scompaia l’analfabetismo.
L’anno dopo Noi Donne intervista nuovamente i
ragazzi, in questo caso italiani, e scopre cosa li af-
fl igge e cosa vorrebbero cambiare nella società. Le
risposte sono quanto mai attuali. Si lamentano del
“ruba-ruba” dello Stato, della troppa burocra-
zia, della “corruzione nell’amministrazione sta-
tale, della “mancanza di onestà nelle alte sfere”,
e del “far dipendere l’interesse della collettività
dall’interesse di pochi”. La voglia di rivoluzione
sta montando.
Intanto molte ragazze lavorano nelle
fabbriche paragonate a fortezze nelle
belle inchieste di Giuliana Dal Pozzo
di quegli anni. In barba ai contratti
collettivi, alle regole e alle leggi, molti
imprenditori obbligano le lavoratrici a
turni massacranti per stipendi da fame.
Ma i ricatti si spingono oltre: battute,
allusioni, inviti dopo il lavoro, quelle che
oggi chiameremmo molestie.
Aumenta il lavoro e crescono gli impegni. Nel servizio
“Ore che uccidono”, si evidenzia come il tempo delle
donne sia scandito da continui impegni fuori e dentro
casa. Milioni di donne che lavorano, con orari e ritmi
infernali, con grande dispendio di energie, più stan-
chezza, più nervi e più angoscia di non fare in tempo.
Tante, soprattutto al sud, sono diventate anche
capofamiglia a causa dell’emigrazione e si tro-
vano ad affrontare da sole la vita la vita dura dei
campi, ad assumere nuove responsabilità, ad alle-
vare i fi gli facendo loro da madre e da padre. Dall’altra
parte dell’oceano, dove molti italiani sono emigrati, le
donne sono più emancipate. Milla Pastorino durante
il suo reportage a New York incontra tante ragazze
e ci restituisce una traccia delle loro vite. Hanno più
elettrodomestici, sono delle career girls, sembrano
più emancipate, però? Come se tutto quello che han-
no effettivamente non bastasse. “Se sono felice? My
godness, che domanda… Davvero, non saprei cosa
risponderle, darling. Che cosa intende lei, per “felici-
tà”? Giovinezza? Bellezza? Denaro? Beh, io ho tutto
questo. Dunque sono felice”. L’America, continente
dorato, patria di quella Norma Jean, alias Marilyn
Monroe, il cui suicidio colpisce l’opinione pubblica e
rimane un mistero ancora oggi.
IL SECONDO SESSO
La splendida Simone de
Beauvoir, il suo viso austero e
l’immancabile fascia sui capelli
intervistata da Noi Donne nel
1962 poneva le basi per lo
sviluppo di un pensiero vivo
ancora adesso. “La donna deve
avere coscienza del suo posto nel
mondo, coscienza delle proprie
idee: una linea di vita che poggia
su ben altri valori che non la
sessualità e l’amore stesso. Si
chiamano questi valori coscienza
intellettuale, cultura, ambizione”.