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Numero 3 del 2016

L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati


Foto: L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati
PAGINA 27

Testi pagina 27

AgriCatering: alta qualità
a יִliera corta. Anzi cortissima

”Scoprire e rilanciare le antiche ricette dei territori
rurali con prodotti di stagione appena raccolti e subito
cucinati, valorizzare il protagonismo delle donne
dell’agricoltura depositarie dei saperi contadini, creare
un rapporto diretto fra produttore e consumatore
anche a tavola, Offrire nuove occasioni di reddito

alle aziende agricole ’rosa' e contribuire alla difesa
dell'ambiente accorciando la filiera ‘sfruttando‘ tutte
quelle produzioni locali che necessitano di minori
quantità di combustibili fossili per essere coltivate

e trasportate”. Toscana e Basilicata hanno fatto

da apripista, ma per Donne in Campo l'obiettivo

di AgriCatering è creare una vera e propria rete
nazionale. Un business che vale 150 milioni di euro
l‘anno e che e ‘sano’ perché nasce dall‘intreccio

tra le tradizioni culinarie dei territori e gli antichi

saperi contadini femminili. Sono attività che possono
nascere e svilupparsi a metà strada tra iI servizio di
catering e l’impiego delle produzioni agricole: una
filiera corta - anzi cortissima - di nuova generazione
che elimina le intermediazioni a tutto vantaggio della
qualità e dei costi. Un progetto che unisce un alto
valore culturale e sociale ad un notevole impatto
economico su scala nazionale, che apre una nuova
frontiera dell’agricoltura al femminile cogliendo

la vocazione del settore alla multifunzionalità. A
garanzia della qualità c’e un regolamento, un marchio
e un rigido disciplinare che punta alla provenienza dei
prodotti e all’identità degli spazi rurali.



uscite ugualmente a contaminare l’agricoltura, tanto che i
temi dell’Expo di Milano sono stati la nutrizione e la sicurez-
za alimentare e per la prima volta una struttura organizzata al
femminile come Women for Expo ha avuto un ruolo centrale
e ha lanciato un sodalizio che continuerà il suo cammino lun-
go i| solco tracciato dalla Carta di Milano, condivisa da oltre
un milione di persone che l'hanno sottoscritta. 0

STRATEGIE
PRIVATE

di Cristina Melchiorri

IL FUTURO
E DELLE DONNE
TECNOLOGICHE



Sono Anna, mamma un pO’ in apprensione di Alba,
mia figlia, che vuole iscriversi all’università, sce-
gliendo informatica. Non vorrei essere antiquata,
e so che le è sempre piaciuto “smanettare”sui pc,
ma temo che faticherà ad affermarsi in un ambito
così “maschile”. Che ne pensa?

Anna Arcieri (Sesto San Giovanni/Milano)

Cara Anna, effettivamente ci sono solo due don-
ne nella classifica stilata di recente da Business
Insider sui 20 big della tecnologia più influenti
nel 2015. Un dato che parla da solo sul rapporto
ancora conflittuale tra donne e tecnologia. Sia la
cultura dominante, che le università, che il mondo
del lavoro non sono accoglienti con le donne che
amano scienza e tecnologie. Anche se negli ultimi
tempi sembra esserci un’inversione di tendenza:
ci sono diverse donne che guidano grandi aziende
tecnologiche: Marissa Mayer, Ceo di Yahoo; Susan
Wojcicki, Ceo di YouTube, Sheryl Sandberg, Chief
Operating Officer di Facebook. E la stessa Hillary
Clinton ha scelto Stephanie Hannon come Chief
Technology Officer per la campagna presidenzia-
le, la prima donna ad avere la responsabilità della
campagna digitale a questo livello. Anche in Italia
sempre più aziende hanno deciso di puntare sulle
donne in ambito tecnologico e scientifico. Come
dimostra iI percorso di carriera di Stella Brando-
Iese, geologa, che da più di un anno vive e lavora
al Cairo presso la sede Eni in Egitto, con il ruolo di
Exploration Project Manager. Secondo lei ci sono
ancora troppi stereotipi che bloccano l’ascesa
femminile nel settore: “La forte concorrenza che
si incontra lungo la strada della carriera richiede
un’aggressività ritenuta più tipicamente maschile e
anche la razionalità dell’attività scientifica potreb-
be sembrare incompatibile con l’immagine della
donna orientata più verso gli aspetti emotivi che
privilegiano la soggettività”. A essere nemico delle
donne è poi il tempo, considerato che “l’età criti-
ca per investire nella carriera coincide con quella
adatta a costruire una famiglia”. Tutto vero. Ma,
cara Anna, se tua figlia ama questo ambito e si
trova a suo agio supportala nella sua scelta. Sarà
dura ma riuscirà nel suo percorso, anche se in sa-
lita. Anche per noi, della generazione precedente,
non è forse stato così? E quando, per raggiungere
la vetta di qualunque montagna, non si fatica?
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