Numero 4 del 2014
Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
Testi pagina 24
22 Aprile 2014
È un giorno della settimana che sembra
uguale agli altri ed invece stiamo, Donatella ed io,
per incontrare una persona molto particolare, direi unica:
Maria Santiloni. Una donna che durante le lotte mezzadri-
li è riuscita a convogliare ed a valorizzare le energie dell’u-
niverso agricolo femminile, energie sopite sotto una coltre
di pregiudizio e maschilismo. Arriva: Maria è minuta,
sguardo penetrante ed acuto. Inizia a raccontare e venia-
mo trasportate negli anni ’50, in un mondo contadino fatto
di soprusi, di padroni abituati a vincere e mezzadri abitua-
ti ad obbedire. Di donne il cui lavoro non viene considera-
to, pagato male; di donne che spesso e volentieri non ven-
gono valorizzate neanche dai propri mariti. Figlia di mez-
zadri marchigiani è cresciuta in una famiglia sui generis.
Racconta storie di donne, ad iniziare dalla sua famiglia: la
nonna e la mamma, donne di carattere, comuniste ed an-
ticlericali, punti di riferimento non solo per i propri mariti,
ma anche per tutti quegli uomini che, eterodossi, portano
avanti i propri ideali.
Poi la sua vita sindacale: storie di donne calabresi, storie
di donne marchigiane. Storie che sembrano diverse ma
che hanno un’unica parola chiave: Maria, che con corag-
gio e dedizione riesce a risvegliare la loro coscienza e la
loro consapevolezza; le organizza, le conduce alla lotta, le
sprona e le valorizza portandole in prima linea.
Eccola ad esempio a Senigallia: “i padroni” non voglio-
no meccanizzare le aziende, o per lo meno lo vorrebbe-
ro fare caricando i macchinari sul conto economico dei
mezzadri. L’obbiettivo è l’azienda Carbone (il proprietario
era l’allora presidente dell’unione agricoltori). “Maria devi
andare a sensibilizzare le donne…e sono tante” le dico-
no. Gli uomini, intestatari dei contratti di mezzadria, non
hanno il coraggio. Madre di due fi glie, lasciatele a casa in
mani sicure, con il marito e la signora tutto fare che l’ha ac-
compagnata dalla Calabria, parte. Dorme nelle case dei
mezzadri, parla con le mogli, con le fi glie, le coinvolge, le
mobilita. Per numerose notti quelle che ora sono diventate
delle Erinni, capitanate dalla nostra Maria, si fanno accom-
pagnare “in città” davanti alla casa di Carbone e suonano
il campanello, gli rovinano il sonno.
Dopo giorni e il tempo è maturo. Si organizza la manife-
stazione ed il corteo, donne in prima fi la, parte dalla casa
del “padrone” fi no alla piazza dove è previsto il comizio. Al
limitare della piazza trovano la polizia che fa cortina: non si
passa. Nonostante alcuni poliziotti, sottovoce, dicano loro
di andare comunque avanti, di provarci. Prima del ponte dal
quale si accede alla piazza trovano il Commissario, “fasci-
sta mafi oso” come Lei lo defi nisce, che suona il fi schietto.
L’incontro con Maria Santiloni
e il ricordo di lotte contadine che donne
coraggiose hanno combattuto. E vinto
QUANDO
NEI CAMPI
ERAVAMO
SFRUTTATE.
PIÙ DEGLI
UOMINI
di Maria Giuditta Politi e Donatella Manetti