Numero 3 del 2016
L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati
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re quelle equivalenze che possono fare in modo che
si profilino comuni piattaforme di lotta. Non so trovare
un’altra spiegazione. E poi, occorre tener presente che
le condizioni sociali o di classe sono anche tra le donne
barriere forti; le donne che vivono in povertà non stanno
spesso dalla stessa parte delle donne benestanti o che
hanno una carriera di successo. Le questioni di genere
sono in alcuni casi unificanti, ma non in tutti i casi.
Per contro di donne sulla ribalta pubblica ce ne
sono molte, e non sono poche quelle che hanno
anche ruoli di potere politico, economico e
ï¬nanziario. Ma come non osservare che le loro
voci e azioni vanno in direzioni opposte. Per fare
degli esempi estremi, troviamo le combattenti
peshmerga nella lotta armata per la democrazia
e poi ci sono donne alla testa di movimenti
xenofobi e ultra conservatori, vedi Marine Le Pen
in Francia. Sono obiettivi inconciliabili e appaiono
molto lontani gli anni in cui il femminismo o prima
ancora l’emancipazionismo riempiva le piazze con
slogan e intenti largamente condivisi. Ma cosa è
successo alle donne?
Le donne come gli uomini hanno ideologie politiche di-
verse, appartengono a classi sociali diverse, a nazioni
diverse. Non credendo che ci sia una “sostanza†chia-
mata “genere" non mi resta che prendere atto che la
diversità e altrettanto presente e forte tra le donne come
tra gli uomini. È vero però che, anche qualora ci siano
donne che si posizionano su ideologie molto diverse, e
anche opposte (le hai fatto l’esempio di Marine Le Pen
tra l’altro), esse sentono comunque il bisogno di coniu—
gare la loro ideologia, anche la più reazionaria e nazio-
nalista, in modo che sia in grado di parlare anche alle
donne. Certo, la strategia elettorale lo impone, poiché le
donne votano e il loro voto va corteggiato. Ma non e solo
una ragione strategica. Anche diversi anni fa le donne
votavano, eppure l‘attenzione al “genere†non era pro-
prio così forte. Questo significa che a di là delle divisioni
ideologiche e politiche, la questione del “genere" è av-
vertita in maniera universale.
Quindi ha ancora senso guardare le donne come
un universo unico, seppur articolato? Pensiamo
alle tante e grandi differenze che le trovano
separate nella dimensione culturale, religiosa o
economica. I divari del reddito scavano solchi
sempre più profondi, poi ci sono diverse
opinioni anche sui diritti civili o sull’osservanza
delle rispettive religioni... Di nuovo, una
giornata internazionale delle donne, che senso
NOIDONNE
Marzo 2016
Focus
assume, oggi, in un mondo in cui anche le donne
sono così vicine e così lontane?
Mi sembra di aver già risposto alla sua domanda. Di uni-
co vi e il fatto che ancora oggi, e anche nei paesi a sta-
bile democrazia costituzionale, Ie donne devono essere
guardinghe e non fidarsi solo della legge, che proclama
eguaglianza dei diritti e tuttavia non e così fortemente
inculcata nella mente degli uomini e delle stesse donne
da essere operante da sola, o per inerzia. Questo vale
del resto per tutti i diritti, che non sono conquiste una
volte per tutte ma promesse che possono essere disat—
tese, strumenti giuridici che possono essere interpretati
in maniera moto restrittiva. Pensiamo al caso italiano, alla
fatica che ancora si fa in questo paese ad accettare l'idea
del diritto eguale, del fatto che non solo gli eterosessua—
li possano vantare il privilegio di potersi unire (e se un
diritto non è egualmente goduto e un privilegio, non un
diritto; ovvero gli eterosessuali quando si oppongono agli
omosessuali su questo terreno accampano un privilegio
e quindi mostrano di voler dominare il modo di intendere
e vivere il diritto sugli altri che sono minoranza). Ancora
difficilissimo è per i non eterosessuali aver riconosciuta la
possibilità di adottare un figlio.
Perché? Perché la maggioranza decreta il significato di
matrimonio e di famiglia, magari nel nome della natura,
come se la natura conoscesse la regola di maggioran—
za o avesse rappresentanti in Parlamento! Insomma,
l'eguale diritto si ferma davanti alla porta della cultura
della maggioranza, sia essa di tipo religioso, una cre—
denza consolidata, una tradizione, ecc. La stessa logica
vale per tante altre conquiste che hanno avuto le donne
come protagoniste. Prima della lotta degli omosessuali,
le donne, pensiamo all’Italia, hanno dovuto rivendicare
di avere gli stessi diritti (per esempio di accedere alle
professioni o di chiedere, anche loro, la possibilità di ot-
tenere una separazione, o di interrompere una gravidan—
za non voluta). Insomma, la battaglia per l’eguaglianza
di possibilità di godere dei diritti eguali e sempre in cor—
so e mai proprio vinta, anche quando i codici dichiarano
che abbiamo diritti.
Lei vede, riconosce uno ‘speciï¬co femminile’
(un approccio particolare delle donne, una
sensibilità originale...) che potrebbe dare un
contributo alla soluzione di qualcuno dei grandi
problemi odierni?
Cerco quando e possibile contribuire a giornali e pubblica—
zioni - come a NOIDONNE, un grande e importante gior—
nale, sulle donne ma partigiano, un connubio tra genere e
idee politiche che mi ha sempre convinto. Sono onorata di
collaborarvi. O
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