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Numero 3 del 2016

L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati


Foto: L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati
PAGINA 15

Testi pagina 15

IL VOTO
E ALTRI DIRITTI
SOSTENENDO
LE LOTTE
DELLE NOSTRE
SORELLE
NEL MONDO

INCONTRO NAZIONALE DELLE DONNE
DELL'AUSER A BOLOGNA |L 14 APRILE
PER FARE IL PUNTO SUI DIRITTI
ACOUISITI E QUELLI NEGATI.
INTERVISTA A VILMA NICOLINI, RESPONSABILE
OSSERVATORIO PARI OPPORTUNITÀ

“ Se non ci fossero state le donne, con le

loro tenaci battaglie di emancipazione

e liberazione, attraverso un profondo Èàuser
intreccio con le associazioni, i movimenti, i sinda-

cati, i partiti, le istituzioni, l'Italia oggi sarebbe un

Paese arretrato”. Vilma Nicolini, Responsabile Osservatorio
Pari Opportunità Auser, coglie l’occasione di una significati—
va ricorrenza per fare il punto sul diritto di cittadinanza delle
donne. “Nel 70° anniversario del decreto 74 del 10 marzo
1946, che riconosceva il diritto di voto attivo e passivo alle
donne, esercitato per la prima volta in occasione del referen-
dum del 2 giugno 1946, data in cui nacque la nostra Re-
pubblica, I’Osservatorio Pari Opportunità Auser, organizza
un convegno che ripercorre le tappe ed i contenuti del-
le conquiste legislative che hanno cambiato la vita delle
donne e di conseguenza l’assetto culturale ed economico
del nostro Paese. Il convegno si svolgerà il 14 aprile nel
salone Di Vittorio della Camera del Lavoro di Bologna, Via
Marconi 67/2, (dalle 14 alle 18) e vedrà la partecipazione, tra le
altre, del Presidente Nazionale di Auser Enzo Costa e della
Segretaria Generale della CGIL Susanna Camusso; sarà
moderato da Tiziana Bartolini, direttora della rivista NOI-
DONNE”. È importante mettere a fuoco il senso di un’iniziativa
così di rilievo... “Penso sia doveroso ricordare il tanto lavoro
fatto dalle donne venute prima di noi, che ci permette di go-
dere di libertà e diritti che fino a un secolo fa non esistevano,

NOIDONNE
Marzo 2016



Intrecci



che molte volte ignoriamo e non difendiamo. Tante le leggi da
ripercorrere che hanno cambiato la vita delle donne italiane,
introducendo anche forme di tutele specifiche". Quali, per ci-

tarne alcune. . .. “Oltre il diritto al voto penso alla legge di tutela
delle mamme lavoratrici (1950), a quella sulla parità retributiva
tra uomo e donna (1956), al divieto di licenziamento per matri-
monio (1963) e poi la legge sul divorzio (1970), la riforma del
Diritto di Famiglia e i Consultori (1975), la legalizzazione dell’a—
borto (1978) e l'abolizione del delitto d'onore (1981); nel 1996,
tardivamente, la violenza sessuale diventa reato contro la per—
sona e non più contro la morale, infine la recente legge contro
lo sta/k/‘ng (2009) e la legge contro il femmini-
cidio (2013) " .Abbiamo fatto tanta strada, sem—
brerebbe tutto o quasi conquistato. E' Invece.

“Il bilancio resta ancora scarso. Da alcuni anni
assistiamo ad un arretramento nel rispetto dei
diritti acquisiti e ad una mancanza di conquista di nuovi diritti.
La crisi ha penalizzato soprattutto le donne, che pagano sia
con l'estromissione dal mercato del lavoro, sia con la riduzione
del welfare sociale ed il conseguente aumento del carico del
lavoro di cura familiare. Oggi possiamo votare, ci sono ricono—
sciuti diritti umani al pari degli uomini, abbiamo convenzioni
anche internazionali importanti che ci tutelano e godiamo di
maggiori libertà. Dobbiamo però calare quanto raggiunto sulla
carta nella vita reale, nei linguaggi, nei pensieri, nelle azioni,
per una reale uguaglianza tra i generi. Inoltre non possiamo
dimenticare quanto ancora resta da fare nel mondo sul fronte
dei diritti delle nostre sorelle afghane, indiane, nepalesi, curde,
turche, siriane e libanesi, egiziane, Iibiche, tunisine, palesti—
nesi, israeliane... Fuori dai nostri confini migliaia di donne e
bambine fuggono da uomini che, in nome di una religione, le
vorrebbero annullate, sottomesse, ridotte a corpi per il sod-
disfacimento dei loro piaceri e bisogni o per la procreazione.
Dobbiamo lottare anche per loro, restando in allerta per evitare
che qualche rigurgito conservatore, e questo Paese ne è pie—
no, mini le fondamenta dei diritti delle donne, in nome di una
presunta tutela o difesa di noi stesse dall immigrato cattivo’”.

Nazionale
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