Numero 4 del 2014
Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
Testi pagina 11
9Aprile 2014
Il fi lo verde
di Barbara Bruni
INDONESIA: MANTE IN SALVO,
UN BUSINESS REDDITIZIO
Il Governo di Giacarta (Indonesia) ha annunciato che
chiuderà alla pesca 5,8 milioni di chilometri quadrati
di area marina per realizzare il più grande santuario al
mondo per le Mante. La decisione è arrivata non solo
per fi ni ambientali, quanto per gli effetti economici
legati al turismo. Secondo uno studio pubblicato sulla
rivista Plus One, il valore di un singolo esemplare vivo
nel sud del Pacifi co - grazie all›affl uenza di un turismo
specifi co! - arriva a circa 2 milioni di dollari nel corso
della sua vita, contro i soli 40/200 dollari nei mercati
del pesce.
AUMENTA L’IMPORT ITALIANO DI LEGNA
DA ARDERE
Con tre milioni di tonnellate (+15% nel 2013 rispetto
al 2012), l’Italia si conferma il primo importatore
mondiale di legna e pellet.
L’aumento del costo del riscaldamento tradizionale
sembra abbia fatto proliferare nel corso dell’inverno
l’uso di stufe e camini (circa 6 milioni). Nonostante
un terzo del Paese sia ricoperto di boschi (10 milioni
di ettari), il prelievo legnoso nazionale nell’ultimo
decennio è stato meno del 25% della superfi cie
boschiva italiana (8 milioni di metri cubi/anno).
L’ABBRACCIO DELL’ELEFANTE
Secondo uno studio realizzato dalla Mahidol University
in Thailandia, anche gli elefanti si consolano a
vicenda quando sono in diffi coltà. Dall’osservazione
su un campione di 26 elefanti è stata scoperta una
gestualità equivalente a quella di un abbraccio o di
una stretta di mano negli esseri umani: gli elefanti
“toccano” con la proboscide i loro amici per cercare di
calmarli. In questi particolari momenti, i grandi animali
emettono anche rumori confortanti, paragonabili
alle parole e alla tonalità che gli esseri umani usano
per calmare un bambino. Sono quindi dotati di
empatia. Un “comportamento consolatorio” era stato
evidenziato prima solo nelle grandi scimmie, nei cani
e in alcune specie di volatili.
DI CAPRIO AMBIENTALISTA
Leonardo di Caprio ha donato tre milioni di dollari ad
Oceana, un’associazione che in California si occupa
di proteggere le specie marine minacciate (tra cui gli
squali). Oceana è attualmente impegnata a sostenere
l’abolizione di quelle reti lasciate libere di spostarsi
nel mare seguendo le correnti. Impedendo questa
tecnica di pesca si cerca di proteggere delfi ni, balene,
tartarughe e altri animali marini che vengono catturati
e uccisi per le “catture accessorie”.
lo fecondato - alcu-
ne delle più gravi
malattie eredita-
rie colpiscono
sopra t tu t t o
bambini ma-
schi, essendo
legate al cro-
mosoma X - o di
individuarne even-
tuali ‘difetti’ genetici
di altra natura, rende già praticabile
una selezione embrionale che desta
preoccupazione perché, si dice, po-
trebbe aprire la strada a un nuovo
‘eugenismo’ e alla ricerca del ‘bam-
bino perfetto’. Ma anche in questo
settore si dovrebbe evitare il ricorso
all’argomento retorico del ‘pendio sci-
voloso’ per legittimare l’adozione di
leggi punitive e proibizionistiche, del
tipo esemplifi cato dalla legge italia-
na in materia di procreazione medi-
calmente assistita (la legge 40), e la
conseguente imposizione di crudeli
sofferenze oggi evitabili. Le nuove
conoscenze recano con sé, inevita-
bilmente, nuove responsabilità nei
confronti della ‘qualità di vita’ che si
prospetta per i nascituri, responsa-
bilità che comportano l’onere di trac-
ciare delle distinzioni - sempre diffi -
cili, provvisorie e rivedibili sulla base
della specifi cità di ogni nuovo `caso’
- fra scelte che devono rimanere di
esclusiva competenza dei soggetti
più direttamente coinvolti, in primo
luogo della madre che dovrà mettere
al mondo il nuovo ‘essere umano’, e
scelte che dovremmo invece cercare
di contrastare, non necessariamente
ricorrendo alla norma giuridica.
Ritengo tuttavia che si debba anche
stare attenti a che il discorso medico
sull’importanza della conoscenza del
proprio sé biologico e sulla ‘prevenzio-
ne’ non perda di vista la sua fi nalità, che
è quella di migliorare la qualità della vita
dei singoli, e si rovesci in un processo
di più o meno occulta medicalizzazione
dell’intera esistenza, frammentandola in
una serie di età e di situazioni ‘a rischio’,
così da rendere ancora più arduo pen-
sare la propria continuità biografi ca in
modo progettuale proprio a partire dall’
accettazione del fatto che ognuno di
noi ha un tempo fi nito da vivere.
Se questo discorso a livello generale
può apparire astratto e preconcetto,
credo che possa acquistare di spes-
sore quando passiamo a considerare
più da vicino quelli che, a mio parere,
sono i risvolti più problematici della
medicina prospettica. Con la ridefi ni-
zione e l’ampliamento del concetto di
malattia, la cui applicabilità viene este-
sa nel tempo, la medicina predittiva ha
costruito una nuova categoria sociale,
quella dei ‘inalati virtuali’, o `unpatients’:
una categoria, in progressiva crescita,
di persone classifi cabili, sulla base del
profi lo genetico, come soggette a mag-
gior ‘rischio’ di ammalarsi e, pertanto,
più esposte a forme di discriminazione
nell’inserimento nel mercato del lavoro,
nella vita di relazione, nell’accesso alla
fruizione di beni quali l’assicurazione
sanitaria e sulla vita.
Come si può intuire, gli aspetti critici di
questi sviluppi sono molteplici e non
affrontabili in queste note; qui mi limito
solo ad accennare a una questione che
mi sta particolarmente a cuore. Troppo
spesso ci si preoccupa solo di come
impedire, o regolamentare l’accesso ai
dati genetici ‘sensibili’ da parte di terzi,
per evitare le peggiori derive discrimi-
natorie nei confronti di questa nuova
categoria di cittadini particolarmente
cOn la
rideFiniziOne
e l’ampliamentO
del cOncettO di malattia
la medicina predittiva
ha cOstruitO la nuOva
categOria sOciale degli
‘inalati virtuali’,
O `unpatients’