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Numero 8 del 2014

Viaggiatrici


Foto: Viaggiatrici
PAGINA 25

Testi pagina 25

23Luglio-Agosto 2014
di dialogo, di promozione umana, di crescita spirituale”.
“Per la maggior parte ragazze”, ecco la frase che mi ha sti-
molato a sottoporre alle/ai corsisti qualche domanda sulla
loro esperienza. Le risposte hanno per prima cosa confer-
mato che quasi tutte/i hanno scelto questo tipo di studi, oltre
che “per completare la precedente preparazione”,(1) “per
amore dell’arte” e “per contribuire alla cura di opere che co-
stituiscono il patrimonio storico e culturale del nostro Paese
e dell’umanità intera”; specificando che per svolgere questa
professione occorre tanta pazienza, congiunta a sensibilità,
rispetto e sincera passione. Solo due (maschi) hanno ag-
giunto “per trovare più facilmente lavoro”.
E perché più donne che uomini? Le risposte sono state ab-
bastanza univoche: i maschi sono più pratici e meno sogna-
tori; il lato artistico si avvicina di più all’indole femminile; le
donne sono più pazienti, costanti, predisposte alla manualità
e disposte al sacrificio; più curiose e più capaci di lavorare in
gruppo, di fare squadra con le/i colleghi; hanno un’idea ro-
mantica del restauro e sicuramente i sacrifici che questa atti-
vità comporta sono accettati da loro con più tranquillità, tant’è
vero che qualcuna rivela esplicitamente di “non puntare a un
guadagno proporzionale agli sforzi fatti”, cosa maggiormen-
te difficile da accettare per un ragazzo, nella nostra società.
(E qui si potrebbe aprire una stimolante riflessione, rianno-
dando il pensiero alla “Società delle Estranee” prospettata
da Virginia Woolf ne Le tre ghinee).
Ma praticamente tutte/i si dichiarano soddisfatte/i della scelta
effettuata e, nonostante “l’incompetenza e la miopia dei no-
stri legislatori”, la consiglierebbero a chi mostrasse vero inte-
resse, forse perché, come dice una di loro, hanno scoperto
di amare il restauro più di quanto realmente credessero.
Alcune/i hanno conseguito un diploma di scuola superiore,
in genere presso un liceo artistico o un istituto d’arte, ma non
solo; le/i più sono laureate/i in specializzazioni attinenti alla
conservazione dei beni culturali, le tecnologie del restauro,
le arti visive. b
saperi antichi
e nuovi mercati
Sono 35mila le nuove imprese femminili in agricoltura dal 2010, di cui
il 12% “under 30” e si registrano buoni risultati con le fattorie didattiche
(33,6%), gli agriturismi (32,3%), le attività ludiche e sociali (31,1%) e la
produzione di energia verde (16,3%). Questa la carta di identità dell’a-
gricoltura al femminile tracciata da una ricerca del Censis in occasione
della Assemblea di Donne in Campo-Cia (tenutasi lo scorso 11 giugno
a Roma), durante la quale è stato confermato il mandato di Presidente
nazionale alla veneta Mara Longhin. “Il ruolo delle donne in agricoltura
è fondamentale ed è legato strettamente a una visione multifunzionale
e sostenibile del settore, basata sulla capacità di produrre cibo ponen-
do attenzione a salute, socialità,
sicurezza e salvaguardia di suolo
e paesaggio, facendo camminare
insieme etica e business, coniu-
gando i saperi antichi e l’innova-
zione, la tradizione contadina con
i nuovi mercati”. Così Longhin, nel
ringraziare l’Assemblea. “Le don-
ne sono sempre più protagoniste
del mondo rurale e costituiscono
un anello particolarmente resistente del tessuto economico del Paese.
Non a caso il numero di imprenditrici cresce, e parecchio, proprio nell’a-
gricoltura (+12,9%)”, orientandosi verso il biologico, le produzioni di nic-
chia Dop e Igp, il recupero delle colture marginali, la trasformazione e la
vendita diretta, e poi verso tutte quelle attività più legate alla cura della
persona mantenendo una particolare atten-
zione nei confronti dell’ambiente e della sana
alimentazione”.
Tradizione, creatività e innovazione sono le
basi dell’agricoltura del futuro e “le donne
possono rivelarsi uno dei driver vincenti per
lo sviluppo e la crescita dell’Italia” ha sottoli-
neato il presidente nazionale della Cia, Dino
Scanavino, precisando che “un loro maggiore
coinvolgimento anche nella rappresentanza è
assolutamente fondamentale perché le donne hanno dimostrato di
saper fare, e bene, impresa”.
La beLLa storia di seLma
I corsi dell’IVBC sono frequentati anche da studenti stranieri. Una
di loro è Selma Hasan, giovane yemenita, originaria di Sana’a, la
favolosa capitale per la salvaguardia della quale Pier Paolo Pasolini
lanciò nel 1970 un appello all’Unesco, che provvide a inserirla tra i
beni patrimonio dell’umanità.
Tramite una borsa di studio erogata dall’Istituto stesso, Selma ha
potuto studiare in Italia e conseguire il diploma di collaboratore
restauratore, al temine di un ciclo di studi per lei particolarmente
difficile, dati i problemi legati a una lingua da imparare ex novo e
alle grandi differenze sociali e culturali tra il suo e il nostro Paese. E
benché la sua famiglia sia colta e di mentalità aperta, benché Internet
abbia portato ovunque le immagini del mondo occidentale, pure
l’impatto è stato notevole. Selma ricorda con entusiasmo di essere
potuta andare per la prima volta nella sua vita a teatro, al cinema,
ai concerti, di aver conosciuto la storia dell’arte europea e di averne
ammirato dal vivo quadri, sculture, affreschi.
Ora è in Danimarca, dove sta facendo per sei mesi uno stage presso
il National Museum di Copenaghen, grazie al bando della Regione
Veneto per i percorsi di mobilità interregionale e transnazionale: una
nuova esperienza di lavoro e di vita, che contribuirà alla maturazione
e all’arricchimento umano di questa coraggiosa ragazza.


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