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Numero 8 del 2014

Viaggiatrici


Foto: Viaggiatrici
PAGINA 13

Testi pagina 13

11Luglio-Agosto 2014

Quali sofferenze hai riscontrato tra le donne che si sono
rivolte al centro?
Si tratta per la maggior parte di donne abusate dai propri
compagni a livello soprattutto umano e psicologico. Oltre
che fisico. Molte provenivano da famiglie disfunzionali. Al-
cuni casi di mobbing. Tanta sofferenza per vivere a fianco di
uomini anaffettivi e violenti. Tanta solitudine e paura. Difficoltà
a reagire. Una educazione ai sentimenti, se si può dire così,
totalmente assente.

L’esperienza delle donne transitate dal centro è diven-
tato un libro e una pièce teatrale, come sei riuscita?
Non hai avuto paura di farti in qualche modo sopraf-
fare da tanta sofferenza?
Ho realizzato tutto ciò finanziandomi da sola e a volte ci ho
anche rimesso di tasca mia. Il dolore mi ha pervaso, ma la
speranza di poter essere di aiuto per intraprendere una vita
nuova mi ha dato la forza di andare avanti.

Da qualche mese il centro Antiviolenza è chiuso. Come
giudichi il comportamento del sindaco?
Assolutamente inqualificabile. Considero la sua campagna
elettorale manipolatoria nei confronti delle elettrici in quanto
prometteva una Roma a misura di donna, cosa che nel nos-
tro caso non si e assolutamente verificata.

Le associazioni romane di donne sono state solidali con
te e si sono battute contro la decisione di sfrattarvi?
Alcune si. Altre ci hanno girato le spalle adducendo motivi di
appartenenza politica. Emblematico il caso in cui mi è stato
chiesto di eliminare dalla petizione a sostegno della nos-
tra causa - aperta su change.org - la firma di Isabella Rauti,
Consigliera per il Ministero degli Interni alle politiche contro il
femminicidio perché invisa politicamente a una grossa associ-
azione nazionale. Un comportamento enormemente scorretto
perché la petizione è prima di tutto politicamente trasversale
eppoi perché si chiedeva di estromettere una personalità is-
tituzionale, quindi si voleva agire a livello personale e non di
tutela della donna e noi ci siamo ovviamente rifiutate di farlo
alienandoci una percentuale di firme. A parte questo intoppo
la partecipazione e il sostegno sono stati grandi.

È vero che per non abbandonare le donne dal percorso
intrapreso molte psicologhe che collaborano con te e tu
stessa siete state costrette a proseguire gli incontri di
psicoterapia addirittura nelle vostre case?
Purtroppo sì.

Cosa vorresti chiedere al sindaco Marino?
Vorrei chiedere di riceverci e di ascoltarci e soprattutto di con-
oscerci da vicino e di parlare con le donne del quartiere. Solo
così avrà modo di valutare e di capire quello che quasi 52mila
persone, firmatarie della petizione hanno già chiaro. b
È all’ordine del giorno riconsiderare il modo di na-scere in Italia, attualmente medicalizzato in modo sconcertante, se si considerano le prove scientifi-
che riguardo le procedure adottate. L’eccesso di analisi
ed ecografie in gravidanza, la assoluta innaturalità del
travaglio e del parto, le interferenze dell’avvio corretto
dell’allattamento al seno, consigli e prescrizioni inappro-
priati sono oggi messi in discussione dalle linee guida
dell’ISS sulla gravidanza fisiologica.
Interferire con la fisiologia significa impedire alla donna
e alla persona che nasce di esprimere compiutamente
la propria competenza. Il che è una grave contraddizio-
ne con quello che invece è raccomandato: far emerge-
re, valorizzare, promuovere, sostenere e proteggere le
competenze delle attrici principali del percorso nascita:
la mamma e la persona che nasce. A questo servono gli
incontri di accompagnamento alla nascita che devono
essere offerti attivamente a tutte le primipare e devono
essere offerti attivamente incontri individuali e di gruppo
in puerperio a tutte le donne. Mortificare l’espressione di
competenza è una vera e propria operazione di mobbing,
che per fortuna solo in rari casi (meno del 5% dalle mie
indagini) può degenerare in vera e propria depressione.
Una persona mortificata sviluppa un senso di insicurez-
za, perde fiducia nelle proprie capacità, aderisce più fa-
cilmente a strumentalizzazioni che, oltre ad aumentare
i costi, determinano danno alla salute. Perché bisogna
sempre ricordare che nelle questioni attinenti alla salute
tutto ciò che è inutile è sempre dannoso, non solo spreco
di risorse. Ed è necessario ricordare che i servizi sani-
tari pubblici, come quello disegnato dalla nostra legge,
sono sostenibili solo se si controlla l’appropriatezza delle
procedure sotto la guida di validi indicatori di salute. La
legge 833/78 e, nello specifico della salute della donna
e dell’età evolutiva, il Progetto Obiettivo Materno Infan-
tile, sono fondate sulla promozione della salute proprio
nel senso di far emergere, valorizzare, promuovere e so-
stenere le competenze delle persone e delle comunità
nel controllo del proprio stato di salute. Per rompere il
meccanismo infernale della medicalizzazione della na-
scita oggi si legifera, a livello regionale, sul rimborso per
il parto a casa e si cerca di estendere la rete delle case di
maternità integrate con i consultori familiari sul territorio.
La figura dell’ostetrica diviene centrale e pertanto è as-
solutamente incomprensibile che le si impedisca di poter
prescrivere quanto di routine nel percorso nascita. Non
muoversi su tale strada o è demenziale o e criminale.
STOP ALLA MEDICALIZZAZIONE
DELLA NASCITA


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