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Numero 8 del 2014

Viaggiatrici


Foto: Viaggiatrici
PAGINA 19

Testi pagina 19

17Luglio-Agosto 2014
sottolineava la mancanza di autostima da parte delle don-
ne e come fosse necessario intervenire su questo. L’amica
dei paesi arabi ovviamente vedeva come primo problema
la costrizione che le donne subiscono già in ambito fami-
liare”. A Iaia abbiamo inoltre chiesto di raccontarci quanto
di personale ci fosse nel suo progetto e quali sono i futuri
sviluppi che lo attendono.
Come ti è venuta l’idea di aprire il sito Gender Respon-
sible Tourism?
Mi sono sempre occupata di questioni femminili e di turi-
smo. Nei miei articoli di viaggi, lavorando in progetti per lo
sviluppo nei paesi del sud del mondo, incontrando esperti,
erano sempre di più le donne coinvolte
nel turismo e non riconosciute. Chi met-
teva in relazione i due fattori erano stu-
diosi teorici, le Nazioni Unite con propo-
ste ideali, le Ong sul campo con progetti
bellissimi con le donne. Ma nessuno le
“pubblicizzava”. Io ho pensato che ci vo-
leva un modo pratico per farle conoscere
e quello che potevo fare io era fare co-
municazione su di loro.
Quali mondi sono riusciti ad entrare in
rete grazie a questo progetto?
La mia idea è arrivare ai turisti, perché
siano sempre di più quelli che vanno dove sono le donne a
cucinare, ricevere, vendere artigianato, fare le guide, fare
le manager del turismo a casa loro. Io ho messo in rete
gli esperti che intervisto perché siano utili alle donne che
lavorano, per fare turismo in un modo sempre migliore. Ho
parlato con tante donne che si sono messe in rete per rac-
contare il loro territorio sul sito. Quindi cerchiamo di essere
utili a far conoscere ai turisti le destinazioni delle donne e
nello stesso tempo a formare le donne perché offrano pro-
dotti sempre più adatti alle tendenze del turismo.
In questi anni di lavoro sul progetto ha individuato delle
peculiarità delle donne che si approcciano alla profes-
sione turistica o al viaggio?
Le donne sono più portate degli uomini al turismo per una
forma tutta nostra di curiosità e comunicativa. Le peculiarità
sono le stesse tra viaggiatrici e operatrici: più sensibilità a co-
noscere, a pensare al futuro, alla cultura, alle tradizioni. Però
spesso le donne che pensano di formare un’impresa sono
insicure, non hanno oggettivamente appoggio nell’accesso al
credito o nell’approccio al mercato. Ho anche trovato tante
donne che cercano di mettersi in rete tra amiche, ma trovano
l’ostilità delle istituzioni. In generale si lamentano di non riusci-
re a fare rete. Qui si apre il discorso dei tempi (come per tanti
altri lavori, ma nel turismo le donne sono ancora più multita-
sking). Pensate alle albergatrici, che hanno “doppia” cucina,
doppie camere da rifare, doppi “clienti da accudire”!
Uno sguardo al futuro: quali sono le cose che vorresti
realizzare da qui al prossimo anno?
Una legge che faciliti l’occupazione femminile nel turismo,
necessaria sia per migliorare i servizi turistici, sia per mi-
gliorare le pari opportunità all’interno del settore. Diffonde-
re sempre di più il sito in modo che sempre di più i turisti
vadano a casa delle donne. Il mio scopo sarà raggiunto
quando le donne di cui parliamo ci diranno che stanno in-
cominciando a ricevere viaggiatori che hanno letto di loro
sul nostro sito. Ora siamo diventate un’associazione e inco-
minciamo a raccogliere soci per sostenere il nostro lavoro.
Abbiamo tanti progetti: fare una Mappa per cui viaggiando
ci si può fermare dove ci sono iniziative al femminile. Fare
una pagina di “mercato” in cui le nostre socie presentano
i loro prodotti. Fare formazione su marketing e altro. Sono
tutte idee che piacciono molto alle fiere internazionali e ai
turisti stranieri. Penso agli anglosassoni ad esempio, per i
quali venire in Italia e assaggiare un piatto o trovare un og-
getto, nati dai saperi femminili è più che mai affascinante.


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