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Numero 8 del 2014

Viaggiatrici


Foto: Viaggiatrici
PAGINA 10

Testi pagina 10

8 Luglio-Agosto 2014
Sebbene la condizione femmini-le e le discriminazioni di gene-re nel nostro Paese siano, for-
tunatamente, molto distanti da quella
dell’Afghanistan, di cui al periodo del-
la citazione letteraria, o dei paesi in
via di sviluppo dove la durata media
della vita delle donne è fortemente
condizionata dalle uccisioni a seguito
di stupri e violenze e dalla mancanza
di assistenza alla maternità e alla vita
sessuale in genere, occorre eviden-
ziare come anche nel no-
stro paese persistano, in
maniera più o meno evi-
dente, discriminazioni
nei confronti delle
donne nel settore
sanitario sia nella
loro veste di utenti
dei servizi sanitari,
sia nel loro ruolo di professioniste del
settore.
Nel 2009 la percentuale di donne
impiegate nel Servizio Sanitario Na-
zionale con un contratto a tempo in-
determinato si è attestata al 63,41%:
l’incremento della presenza femmini-
le è in costante crescita ed è possibi-
le rilevare come essa sia aumentata
trasversalmente in quasi tutte le cate-
gorie lavorative comprese dall’ambito
sanitario.
Relativamente alle posizioni apicali la
presenza delle donne in tali posizioni
è però aumentata negli anni di pochi
punti percentuali: rispetto ai colleghi
uomini, le donne debbono
necessariamente avere
una grande capacità di
organizzazione e di ot-
timizzazione dei tem-
pi dedicati ai diver-
si ruoli e, come
si può facilmente
intuire, è inoltre di-
scriminante il supporto di aiuti esterni
(familiari, collaboratrici domestiche,
badanti) o di strutture educative (nidi,
scuole di infanzia e scuole) o residen-
ziali/ semiresidenziali nel caso di an-
ziani e/o familiari affetti da disabilità.
Occorre inoltre rilevare che, se per
le donne medico il supporto di aiuti
esterni è reso possibile da retribu-
zioni medio alte, per le altre fi gure
professionali femminili della sanità
(per esempio le infermiere e tutto il
personale paramedico) l’accesso a
tali collaborazioni è sbarrato da una
situazione socio-economica comple-
tamente differente.
La carenza di servizi e le dinamiche
intrafamigliari possono portare la
donna a trovarsi davanti alla neces-
sità di scegliere tra la famiglia ed il
lavoro; alla base dello scollamento
tra presenza femminile e posizioni
apicali vi sono anche motivazioni le-
gate alle tempistiche di carriera: per
raggiungere una posizione di vertice
Natasha Cola
Istituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.org
LE DONNE CON UN
CONTRATTO A TEMPO
INDETERMINATO NEL SERVIZIO
SANITARIO NAZIONALE NEL 2009
ERANO IL 63,41%, PERCENTUALE
IN COSTANTE CRESCITA
MA NON NELLE POSIZIONI
APICALI
LA PRESENZA
FEMMINILE
NEL SISTEMA
SANITARIO NAZIONALE
Mariam aveva sentito la notizia nel gennaio di quello stesso anno: uomini e donne sareb-
bero stati ricoverati in ospedali diversi, tutto il personale femminile degli ospedali di Kabul
sarebbe stato licenziato o mandato a lavorare in un’unica struttura centralizzata. Nes-
suno ci aveva creduto e i talebani non avevano posto in atto quella loro decisione. Fino
a quel momento. «E l’ospedale Ali Abad?» chiese un altro uomo. La guardia scosse la
testa. «E Wozir Akbar Khan?» «Solo per uomini» disse. «E noi cosa dovremmo fare?»
«Andate al Rabia Balkhi» rispose la guardia. Si fece avanti una giovane donna, dicendo
che c’era già stata. Non avevano acqua pulita, né ossigeno, né elettricità, né medicinali.
«In quell’ospedale non c’è niente» disse. « È là che dovete andare» insistette la guardia.
(K. Hosseini, Mille Splendidi Soli, Edizioni Piemme, Casale Monferrato (Ai), 2007, p.175)


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