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Numero 2 del 2014

Piccoli stereotipi screscono


Foto: Piccoli stereotipi screscono
PAGINA 33

Testi pagina 33

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L’OMS ha inserito la Medicina
di Genere nell’Equity Act
a testimonianza di come l’equità
sia un principio che si applica non
solo all’appropriatezza, ma anche
all’accesso alle cure. La Medicina
di Genere si inserisce dunque,
a pieno titolo, in una proposta
innovativa di strategie operative,
organizzative e di ricerca per colmare
le diseguaglianze della salute
femminile rispetto a quella degli
uomini, un problema che interessa il
55% della popolazione mondiale. La
qualità della prestazione sanitaria
passa attraverso l’appropriatezza fi no
ad una personalizzazione della cura
che valuti le diversità e le differenze,
rappresentando una sfi da costante al
miglioramento del sistema pubblico,
forgiato sull’integrazione dei servizi
territoriali e ospedalieri e sull’apporto
multidisciplinare delle equipe
mediche.
Una rappresentazione plastica
di questo approccio l’ha offerta
il convegno “Ospitiamo il
futuro. Nascita, procreazione, cura,
didattica e ricerca, il progetto va
avanti”, tenutosi a fi ne 2013 al Centro
Internazionale Loris Malaguzzi
di Reggio Emilia, dove i massimi
rappresentanti locali e regionali
della sanità, della politica e della
società civile hanno presentato
pubblicamente M.I.R.E. (Maternità
Infanzia Reggio Emilia), il centro di
assistenza, cura e ricerca avanzata,
interamente dedicato alle donne,
che sorgerà nell’area dell’Arcispedale
Santa Maria Nuova.
Tale progetto nasce dall’idea di alcuni
medici e primari di dotare il territorio
reggiano – dove in particolare
l’immigrazione ha incrementato
la natalità e la complessità delle
domande socio-sanitarie – di una
struttura integrata e davvero
innovativa in grado di rispondere
ad ogni fase e problematica della
salute e del benessere femminile.
Ciò signifi ca la concentrazione
di varie attività, tra cui: ricerca
medica e scientifi ca integrata alle
cure, accoglienza, consulenza e
cura personalizzata delle pazienti,
le migliori tecnologie disponibili
al servizio della gravidanza, parto
e puerperio, educazione alla
genitorialità e trattamenti per
favorire la procreazione, unitamente
ad un allestimento degli spazi a
misura di donna.
I responsabili delle Aziende locali
sanitaria e ospedaliera sono in
prima linea sul progetto M.I.R.E.,
credendo alla sua fattibilità sin da
quando si è manifestata la volontà
politica unanime dell’Assemblea
legislativa della Regione Emilia-
Romagna attorno alla realizzazione
del nuovo Ospedale materno-
infantile. Il sogno ha incrociato la
realtà, grazie anche all’impegno
dell’associazione Onlus CuraRe
presieduta da Deanna Ferretti che,
con iniziative di grande richiamo e
spessore - basti citare la prestigiosa
mostra itinerante “90 artisti per
una Bandiera” ospitata anche nel
complesso del Vittoriano a Roma
-, ha già raccolto i fondi necessari
per la progettazione preliminare
dell’opera.
SALUTE DELLA DONNA
CURA MATERNO-INFANTILE:
QUANDO IL SOGNO DIVENTA REALTÀ
di Roberta Mori,
presidente Commissione per la Parità
culturale e sanitario che rilancia il ruolo
di avanguardia del modello emiliano-
romagnolo non solo a livello nazionale ma
anche in vista dall’apertura delle frontiere
sanitarie europee».
Piena condivisione nelle parole del
capogruppo PD in Commissione Sanità, il
piacentino Marco Carini, che ha parlato di
un progetto che «sembra riguardare l’idea
stessa del progetto di vita che sta dietro
una scelta di maternità.» «È un’idea tecnica
dal sapore fortemente politico, ma di una
politica che sa spingersi oltre il solo, e pur
necessario, soddisfacimento del bisogno,
per delinearsi nel suo signifi cato più alto,
quello di una politica delle relazioni, una
politica di Comunità.» La stessa eccellenza
al servizio della salute femminile che
l’Assemblea legislativa ha promosso con
due Risoluzioni ricordate dal consigliere:
la prima sostiene le esperienze di breast
unit quali organizzazioni integrate
per la prevenzione e il trattamento
del cancro alla mammella, la seconda
impegna la Giunta regionale a inserire
la medicina e ricerca di genere nella
pianifi cazione socio-sanitaria. Entrambe
approvate all’unanimità a fi ne 2012.
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