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Numero 2 del 2014

Piccoli stereotipi screscono


Foto: Piccoli stereotipi screscono
PAGINA 31

Testi pagina 31

H
o avuto la fortuna di vivere i migliori anni
della professione di giornalista nella re-
dazione di Noi Donne. Anni che hanno
coinciso con un periodo - tra la fi ne del
‘50 e la metà del ‘70 - tra i più stimolanti
e vincenti della vita del giornale e persino, posso azzar-
darlo, del nostro paese. Era un’ Italia ancora arretrata e
bigotta, ma anche disponibile a cambiare. Ricordo con
grande affetto Giuliana Dal Pozzo, la nostra direttrice,
Luisa Melograni, Bruna Bellonzi, Maria Maffei, Giuliana
Ferri, intransigente caporedattore che gettò il mio pri-
mo articolo nel cestino perché era “zeppo di opinioni e
mancava di fatti”. Eravamo molto unite e mai carrieriste,
semmai ambiziose di far bene il nostro mestiere. Quelli
sono stati gli anni delle grandi inchieste di Noi Donne sul-
la condizione femminile nel lavoro, come cardine numero
uno dell’emancipazione. Si scopriva ‘l’incredibile dispa-
rità dei salari fra uomini e donne nelle grandi fabbriche
del nord, la fatica del lavoro a domicilio nelle Marche e
in Emilia, lo sfruttamento di ragazze bambini e bambine
nelle campagne del sud, la condizione subalterna e di-
sprezzata delle casalinghe. Conservo gelosamente le foto
e gli articoli che mi sono rimasti di tanti incontri, di tante
interviste. Foto che mi ricordano le amiche di Ferrara, i
loro racconti di mondine, quando nel periodo della rac-
colta del riso erano costrette a stare lontane da casa e dai
fi gli piccoli. L’Italia in un certo senso progrediva, in quegli
anni. Cominciava l’era del benessere. Ma noi scoprivamo
sul piano del costume e dei rapporti fra uomo e donna
fatti che, a dir poco, sconcertavano. Noi della redazione
di Noi Donne in quegli anni eravamo un passo più avanti
delle nostre istituzioni politiche, di riferimento, soprat-
tutto in un campo delicatissimo come quello del matri-
monio indissolubile e della maternità che secondo noi
doveva essere libera e cosciente. Comunisti e socialisti
- salvo poche eccezioni - tergiversavano in materia di di-
vorzio per non creare diffi coltà al colloquio in corso con la
DC e il mondo cattolico e tacevano molto imbarazzati in
quello ancor più delicato e complesso dell’interruzione di
gravidanza. Ebbene, Noi Donne si distinse con coraggio e
audacia dando il via a una grande campagna per il diritto
alla contraccezione in un tempo in cui parlare di pillola o
di rapporti protetti era un vero e proprio scandalo. Aveva-
mo scelto argomenti tabù che, affrontati con franchezza
sia nella Posta di Giuliana Dal Pozzo sia nei nostri arti-
coli provocarono molte critiche e inviti alla cautela anche
da parte di alcune dirigenti dell’UDI. A quei tempi certe
idee provocavano un gran mal di pancia, a dire poco. Ep-
pure il nostro affezionato pubblico era d’accordo e non si
stancava di confermarcelo in mille modi. Sono stati anni
entusiasmanti a ricordarli adesso... Un paese per tanti
versi ipocrita e conservatore veniva messo alla gogna da
un settimanale femminile che denunciava lo scandalo del
matrimonio riparatore e ancor più le assurde attenuanti
accordate all’uomo che compiva un delitto d’onore. Biso-
gnava conquistare nuove leggi per cambiare un diritto di
famiglia quasi medioevale, che a metà del ‘70 sarebbe sta-
to rinnovato, ma dopo anni di proteste e di lotta. Conci-
liare lavoro e famiglia è stato un altro tema delle battaglie
del nostro giornale. Era un problema. Che fare? Bisogna-
va dare l’avvio a una grande campagna per gli asili nido. E
così fu. Ma a Noi Donne decidemmo di comune accordo
con l’UDI e l’amministrazione del settimanale che pote-
vamo cominciare un esperimento in redazione, visto che
eravamo in tante mamme, oltre che giornaliste, E così
abbiamo adottato l’orario unico, sia pure per un periodo
di un anno, promettendo che avremmo dato al lavoro lo
stesso entusiasmo e davvero impegnandoci a fondo nel
conseguire i risultati promessi.
da 70 anni NOIDONNE guarda al futuro
I migliori anni
Il racconto di Giulietta Ascoli
Quanti ne vogliamo,
nr 29, luglio 1956
Lavorano per vivere
ma come vivono,
nr 1, gennaio 1958


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