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Numero 2 del 2014

Piccoli stereotipi screscono


Foto: Piccoli stereotipi screscono
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Testi pagina 15

13Febbraio 2014
cogliere e organizzare il mate-
riale. In un secondo momento
abbiamo pensato di proporci
per tenere dei corsi di forma-
zione a genitori ed educatri-
ci del nido perché crediamo
che, oltre a realizzare labora-
tori creativi con i bambini, oc-
corra formare chi passa molto
tempo con loro”. E così che,
dopo una fortunata trasmis-
sione a Radio Popolare Roma
nel novembre 2012, l’anno
successivo sono partiti i corsi,
oltre ai momenti di riflessione
e di confronto all’Università La
Sapienza e durante lo Sfamily
Day alla Casa Internazionale
delle Donne di Roma lo scor-
so maggio. “La risposta è sta-
ta sin da subito molto positiva.
Educatrici e genitori si sono
mostrati attenti e interessati
e a seguito delle numerose
richieste di condivisione del-
la bibliografia, abbiamo de-
ciso di pubblicarla sul sito di
SCOSSE.
Si tratta di un vero e pro-
prio “work in progress”: tanti
libri e albi illustrati, tutti repe-
ribili nelle biblioteche del Co-
mune di Roma, e per ognuno
una scheda con la fascia di
età di riferimento e i temi più
importanti che vengono trat-
tati. È possibile rintracciare
due filoni: i libri che nascono
proprio con l’intento di superare gli stereotipi e quindi
sono da considerarsi libri “a tema”, e quelli che invece
raccontano semplicemente delle storie, ma che nel far-
lo valorizzano le differenze”. Ma quali sono questi stere-
otipi che si ritrovano più spesso nei libri dei più piccoli?
“I più frequenti sono quelli di ruolo. La mamma sempre
in casa e in pantofole, impegnata in cucina e quasi mai
alla guida o intenta a leggere, al contrario dei papà che
sfogliano i giornali in poltrona. Occorre anche fare at-
tenzione a come vengono rappresentate le ambizioni
personali dei bambini e la loro gestione delle emozioni:
spesso le bimbe nei libri sognano di fare le principes-
se, mentre i bambini hanno aspirazioni da astronauti,
e spesso le figure maschili presenti
nelle storie, piccoli o grandi che siano,
non mostrano il loro lato emotivo”.
Sentire di poter essere quello che
si vuole, sin dalla più tenera età, di-
venta dunque fondamentale, e ancor
di più è importante che genitori ed
educatrici lascino ai bambini la voglia
di sperimentare anche con la propria
identità di genere. A questo proposito
Giulia racconta l’episodio di un’edu-
catrice, mamma di un bimbo maschio
che durante un corso di formazione, ha condiviso le
sue ansie rispetto all’aver assecondato il figlio che le
chiedeva bambole e giochi “da femmina”, concessione
per la quale aveva ricevuto aspre critiche da sua ma-
dre. Un esempio concreto di quanto sia radicata una
certa cultura che traccia un limite netto e invalicabile
tra i due mondi, quello rosa e quello azzurro, a cui è im-
pedito di mescolarsi. E l’Italia, senza troppe sorprese,
è indietro rispetto ad altri paesi. “La Francia riserva da
sempre grande attenzione per la qualità della letteratu-
ra per ragazzi, come testimonia lo splendido Salon du
livre et de la presse jeunesse Seine-Saint-Denis che si
tiene a Parigi ogni anno a fine novembre. E poi ci sono
Quando associazioni e municipi
collaborano per la realizzazione
di albi e libri per l’infanzia attenti
e all’avanguardia circa i modelli
e i ruoli di genere da proporre
ai più piccoli, possono nascere
piccoli gioielli come “Et pourquoi
pas toi?” (E perché non tu?), un
album senza testo illustrato da
Madalena Matoso, frutto della
collaborazione tra la Délégation
à la petite enfance della città di
Ginevra e la casa editrice svizzera
éditions Notari. Si tratta di un
albo che promuove la parità di
diritti tra uomo e donna (ma
anche giovani e vecchi, persone
di razze diverse…), che è stato
regalato nel 2011 a tutti i bambini
che frequentavano una classe
prescolare. Tagliato a metà, con
decine e decine di combinazioni
possibili e una domanda costante
rivolta al lettore: E perché non
tu?, che tra le righe sembra voler
chiedere a grandi e piccoli “quali
sono i pregiudizi e gli stereotipi che
limitano la tua libertà?”. Un modo
divertente e scanzonato che invita
a riflettere su tutte le costrizioni
mentali che non rendono uomini
e donne di ogni età e colore liberi
di essere e di fare quello che
desiderano, e al tempo stesso li
inducono ad essere poco inclini
ad accettare la libertà altrui. Un
grande insegnamento alla felicità.


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