Numero 2 del 2014
Piccoli stereotipi screscono
Testi pagina 28
PRIMO CONGRESSO
DELLA STAMPA
FEMMINILE
È il 25 ottobre del 1952 e la
redazione di Noi Donne si fa
promotrice di un’iniziativa atta a
coinvolgere editori, giornalisti,
lettori e intellettuali, con la
volontà di dare nuovo slancio
ai temi dell’emancipazione
femminile e alla necessità che
la stampa si occupi di sostenere
questa causa così vitale per le
donne e per l’intera società. Sarà
il primo incontro tra coloro che
scrivono e coloro che leggono:
lo scrittore di fronte all’operaia,
il giornalista a confronto con
la casalinga e così via. Tra le
adesioni autorevoli personaggi
dell’epoca come Zavattini,
Pratolini e Fiore e i giornalisti
Anna Garofalo e Carlo Scarfoglio.
L’analfabetismo, la difesa della
cultura, la difesa della libertà
di stampa, sono considerati
problemi di “primissimo”
ordine e Noi Donne si fa carico
di avviare la discussione, con
l’orgoglio di sentire stringere
attorno a questi temi un interesse
così vasto. In quell’occasione
verrà lanciato il premio letterario
intitolato al giornale, che avrebbe
premiato con un milione di lire
il miglior romanzo o saggio
inedito che avesse come
protagonista una bella fi gura di
donna. Il premio andrà a Silvia
Maggi Bonfanti con il romanzo
“Speranza”.
UN OCCHIO
ALL’ARTE IN TUTTE
LE SUE FORME
Le notizie di costume e culturali
assumono un’importanza
enorme in questi anni. È il
cinema l’elemento con cui
si dialoga maggiormente
con interviste a personaggi
di rilievo e alcune pagine
dedicate ai fotoromanzi con le
scene ricavate direttamente dai
fi lm. Anna Magnani e Walter
Chiari sono i personaggi più
amati e raccontati. Ma come
sempre Noi Donne stupisce
chi si lascia riportare in
un’epoca passata sfogliando
le sue pagine delicate: si
incontrano personaggi del
calibro di Pablo Picasso,
Cesare Zavattini, uomini di
enorme fama e talento che
concedono interviste e si
raccontano. Passa l’idea
che anche la massaia o la
contadina del profondo sud
Italia, poco istruita e retribuita,
possa, grazie alla rivista,
avvicinarsi ad un mondo che
oggi chiameremmo glamour,
sicuramente elitario e di grande
spessore. Zavattini lancia
un concorso: dalla storia
di una lettrice scriverà una
sceneggiatura! Franca Valeri
invece si confi da tra un atto
e l’altro del suo spettacolo
al Teatro dei Gobbi di Roma:
“adoro i personaggi femminili
che interpreto, come la sartina,
l’impiegata, che sono buffi a
causa la loro stessa ingenuità.”
E poi intere pagine dedicate ai
quadri e alle rappresentazioni
del corpo femminile e al canto
con i protagonisti del Festival
di Sanremo. Nel 1960 a
debuttare sarà una certa Mina,
allora diciannovenne, che si
preannuncia già da allora,
diventerà una grande star.
da 70 anni NOIDONNE guarda al futuro
D
i pari passo con le uscite del giornale
continuano i congressi dell’UDI. Nel
1953 la Presidente, Maria Maddale-
na Rossi scriveva su Noi Donne: “La
funzione essenziale del Congresso
sarà quella di favorire una larga unione di tutte le
donne in un clima di collaborazione. Con l’apporto
di tante forze nuove, vive, sensibili Noi donne rag-
giungerà un obiettivo di 300.000 copie”. Sempre di
più Noi Donne ribadisce la sua natura di giornale
di lotta e di rottura polemica con la stampa femmi-
nile corrente. Il giornale guarda al futuro, anche se
è proprio nel 1953 che si celebrano i 10 anni dalla
Resistenza “quella lotta di un’avanguardia di donne
coraggiose, di ogni ceto sociale, unite nei gruppi di
difesa della donna”, a cui Noi Donne non cessò mai
di dare supporto e appoggio incondizionato, ricor-
dando a distanza di dieci anni le 35.000 combatten-
ti, le quasi 5.000 arrestate, torturate e condannate,
le 3.000 deportate. Ma negli anni ‘50 cosa vogliono
le donne? La parola d’ordine è lavoro: nove su die-
ci preferiscono alle attività tra le pareti domestiche
quelle svolte fuori per se stesse e per la società, ed è
di grande interesse vedere come il giornale dedichi
una pagina al mese alle nuove professioni che stanno
venendo fuori: la fotoreporter, la hostess, l’assisten-
te di produzione. Non solo rose e fi ori come è noto
poiché la vita delle lavoratrici italiane risente di un
continuo confl itto tra le esigenze della famiglia e le
necessità del lavoro extra casalingo. “Ancora troppe
Le braccianti,
nr 28, luglio 1954
Braccia senza volto,
nr 9, febbraio1960
L’uomo del secolo,
nr 3, gennaio 1959
Le Mantellate,
nr 9, marzo 1952
Hostess,
nr 34, agosto 1954
Luoghi comuni,
nr 12, marzo 1956
Franca Valeri,
nr 2, gennaio 1952
Anna Magnani e
Walter Chiari,
nr 3, gennaio 1952
Mina,
nr 4, gennaio 1960
Cesare Zavattini,
nr 21, maggio 1954
sono però delle gran belle differenze a cominciare dal
fatto che quelle che sono giovani o adolescenti negli
anni ’50, sono nate prima della guerra e l’hanno vissu-
ta da bambine, subendo perdite all’interno del nucleo
familiare o comunque ritrovandosi spesso in situazio-
ni di miseria. Poche studiano, la maggioranza lavora o
ci prova, e questo, già lo dicevano gli psichiatri dell’e-
poca, le mette in una condizione di grande sofferen-
za, essendo passate repentinamente dall’infanzia alla
vita adulta piena di responsabilità e doveri. Obblighi
incombenti che allontanano le donne, giovani e non,
dalle possibilità di svago, come la lettura. È di Milla
Pastorino una bellissima inchiesta svolta tra librerie,
biblioteche, e bancarelle dalla quale viene fuori che le
donne leggono poco e male. Lettura privilegiata sono i
fumetti, ovvero i fotoromanzi, colpa anche della man-
canza di biblioteche, di sale lettura nelle fabbriche.u
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