Numero 2 del 2014
Piccoli stereotipi screscono
Testi pagina 24
22 Febbraio 2014
Cadiai è una cooperativa sociale che da qua-
rant’anni si occupa di assistenza agli anziani, ai disabili attra-
verso case-residenza e ai bambini con la gestione degli asili
nido nel comune di Bologna e provincia. Abbiamo intervistato
la Presidente Franca Guglielmetti.
Da quanto tempo è presidente della Cadiai?
Sono presidente dal 2008, sono succeduta a quattro presi-
denti donne com’è tradizione alla Cadiai, che cerchiamo di
mantenere viva, in quanto è stata fondata da un gruppo di
donne, che all’epoca svolgevano servizio di badanti, erano
venti donne e tre uomini. Quest’anno celebriamo il 40° anno
della cooperativa.
Quarant’anni sono tanti e rispetto al passato sono cam-
biate tante cose. Come svolgete oggi il servizio verso i
vostri assistiti?
Ci sono stati molti cambiamenti e diverse fasi. Ora c’è una
fase di ritorno alle origini, perché all’ini-
zio la cooperativa svolgeva servizio ai
privati. I primi utenti erano le famiglie pri-
vate che avevano bisogno di assistenza
presso domicilio o presso gli ospedali.
Poi c’è stata una fase, che continua
tuttora dei rapporti con le pubbliche
amministrazioni, con le assegnazioni di
servizio attraverso la partecipazione alle
gare. Dopo tutta questa fase di stretta
collaborazione con l’ente pubblico ab-
biamo cominciato a essere più autono-
me. Le gare, che erano ogni due o tre
anni, non ci consentivano di garantire
continuità lavorativa ai nostri dipendenti,
ai nostri soci, perché fino al ’94 le coo-
perative erano formate solo da soci, con
la nuova legge abbiamo potuto lasciare libere le persone di
diventare o no socie. La scelta di diventare più autonome ci
ha portato a fare importanti investimenti, perché una grande
espansione in seguito l’abbiamo avuta con i progetti di costru-
zione e gestione di servizi promossi gli enti pubblici. Nella fase
attuale stiamo tornando direttamente ai privati.
Come mai questo ritorno alle origini?
Per un forte restringimento dei servizi svolti dall’ente pubbli-
co, sia direttamente, sia attraverso contratti con altri enti, e
perché abbiamo subito dei tagli molto importanti, soprattut-
to nell’assistenza domiciliare, a partire dal 2008, quando io
sono stata eletta presidente, quindi da quanto è cominciata
la grande crisi economica. Abbiamo avuto un ridimensiona-
mento del 40% dei servizi di assistenza domiciliare. La nostra
esigenza era soprattutto il lavoro per le nostre socie, per le
nostre dipendenti, per cercare di garantire continuità occupa-
zionale. Abbiamo avviato, dunque, un’altra politica perché sul
versante pubblico abbiamo subito solo
ridimensionamenti.
Ci sono alcune associazioni che
chiedono che venga riconosciuta la
figura del familiare curante anche at-
traverso una forma di retribuzione o
di corresponsione di pensioni o simi-
li, cosa ne pensa?
La donna passerebbe tutto il tempo a
casa, sarebbe una morte civile. Posso
capire che nessuno è capace di curare
così bene come il proprio parente, la
moglie, le figlie, ma in questo modo il sa-
crificio delle donne sarebbe grandissi-
mo. La storia della nostra cooperativa è
esattamente il contrario: professionaliz-
Da quaranta anni organizza l ’assistenza anche per rendere libere le donne.
È la cooperativa Cadiai e ce ne parla la Presidente Franca Guglielmetti
Servizi Sociali:
una bella impreSa!
PERCORSI COOPERATIVI
di Maria Fabbricatore