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Numero 2 del 2014

Piccoli stereotipi screscono


Foto: Piccoli stereotipi screscono
PAGINA 11

Testi pagina 11

9Febbraio 2014
Il fi lo verde
di Barbara Bruni
IMPOSTE AMBIENTALI
Secondo la Cgia di Mestre, c’è stata un’enorme
progressione delle imposte ambientali: dai 22 miliardi
353 milioni di euro del 1990 si è passati a 44 miliardi
nel 2011. Tuttavia, lo Stato continua a destinare solo
l’1% dl totale alle attività messa in sicurezza del
territorio.
STUDIARE GLI TZUNAMI
Rinvenuta in Indonesia una grotta di calcare che svela
la storia degli Tsunami. La caverna - scoperta dai
ricercatori nella zona nord occidentale dell’isola di
Sumatra - contiene le “impronte” delle gigantesche
onde causate dai maremoti risalenti fi no a 7.500 anni
fa.L’antro, situato a un centinaio di metri di costa si
trova a circa un metro sopra alla linea di marea ed è
quindi stato protetto dalle tempeste e dal vento.
TONNO ROSSO
Nonostante i segnali di ripresa dello stock di tonno
rosso, resta invariata rispetto al 2013 la quota di
tonno che i pescatori italiani potranno pescare:
1.950 tonnellate. La prossima riunione dell’Iccat -
l’organizzazione internazionale che gestisce la pesca
del tonno e delle specie affi ni nell’Atlantico e nel
Mediterraneo - è prevista per la fi ne del 2014, e si
terràsotto presidenza italiana dell’Ue.
AUMENTA IL COSTO DELLA LUCE
L’Autorità per l’energia ha disposto un incremento
delle tariffe per la luce. L’aumento - partito già dal 1
gennaio scorso – è dello 0,7%. Resta invariato, invece,
il costo del gas. L’aggravio per una famiglia media
sarà pari a 4 euro in un anno. E la spesa annua per la
“famiglia tipo” con consumi di 2.700 kWh all’anno e 3
kW di potenza sale così a 518 euro.
SPRECHI ALIMENTARI
Gli sprechi alimentari domestici valgono in Italia
8,7 miliardi di euro, pari allo 0,5% del Pil. Secondo
l’Osservatorio Waste Watcher, ogni famiglia italiana
butta in media circa 200 grammi di cibo la settimana.
In un anno si potrebbero recuperare in Italia anche
1,2 milioni di tonnellate di derrate che rimangono sui
campi, 2 milioni di tonnellate di cibo dall’industria
agroalimentare e più di 300mila tonnellate dalla
distribuzione.
vita dei detenuti: il rispet-
to della legge (i morti
come Stefano Cucchi
dimostrano quanto
sia facile scordare
la legge al riparo
dallo sguardo pub-
blico); celle pulite e
servizi igienici ben fun-
zionanti; offrire ascolto e
sostegno ai detenuti; pro-
muovere la salute mentale,
compresi spazi e tempi adeguati
per la vita sociale, occasioni di lavo-
ro qualifi cato, opportunità culturali e
formative, contatti con l’esterno, so-
stegno al detenuto e alla detenuta
perché mantengano i rapporti con la
famiglia, il/la partner, i fi gli. La salva-
guardia della rete affettiva delle per-
sone in carcere è un punto decisivo:
su questo il documento del Comitato
Nazionale di Bioetica insiste, pren-
dendo una posizione netta a favore
delle “visite riservate” (in locali senza
sorveglianza) del coniu-
ge o del/della partner in
modo da permettere la
sessualità e favorire
l’affettività. Signifi -
cativo il richiamo
al “principio eti-
co della centralità
della persona”, che
deve valere anche in
condizioni di privazione
della libertà.
Fra le tante questioni affron-
tate dal Comitato Nazionale di Bioeti-
ca, si segnalano le donne detenute,
per le quali si raccomanda un’atten-
zione particolare “nel quadro di un
sistema di giustizia penale sensibile
al genere”. La precisazione è impor-
tante. In una logica “paritaria”, le don-
ne sono (paradossalmente, ma non
tanto) penalizzate in quanto gruppo
“minoritario”: generalmente, le atti-
vità di lavoro e di formazione offerte
alle detenute sono inferiori a quelle
degli uomini, in considerazione degli
scarsi numeri dei reparti
femminili. La differenza
entra in gioco nel mi-
nore rigore punitivo
con cui in genere
sono trattate, a
prezzo però di una
raddoppiata dose di
paternalismo. Come
ha scritto a suo tempo
Tamar Pitch, le donne che
commettono reati sono con-
siderate non tanto pericolose, quanto
“pericolanti”. Donne “che hanno sba-
gliato” per (connaturata?) “fragilità”:
meno “responsabili”, in quanto tali
meno meritevoli di punizione; ma pro-
prio in quanto meno responsabili, più
bisognose di “correzione”. In una pa-
rola, più simili al minore che all’adulto.
Quanto questa “minorazione” possa
tradursi in perdita di dignità e stima
di sé, è evidente. È pur vero che la
“minorazione” (come riduzione allo
stato minorile, appunto), è un pro-
cesso che investe, seppur
in misura meno rilevante,
gli uomini, in virtù dello
stato di dipendenza
assoluta in cui li co-
stringe l’istituzione
totale. A maggior
ragione, l’invito a
pensare un sistema
“sensibile al genere” è
valido: per costruire un
nuovo sistema più giusto
per uomini e donne, a par-
tire dalla rifl essione sulla differenza
femminile.?
*Comitato Nazionale per la Bioetica.
LE DETENUTE
SONO PENALIZZATE
IN QUANTO GRUPPO
“MINORITARIO” E LE ATTIVITÀ
DI LAVORO E DI FORMAZIONE
SONO INFERIORI A
QUELLE DEGLI UOMINI
APPRONTARE
SERVIZI E PERSONALE
SANITARIO PER OFFRIRE
PRESTAZIONI DI CURA
DECENTI IN CARCERE E AGIRE IN
UN’OTTICA DI PREVENZIONE.
A PARTIRE DAGLI ASPETTI
AMBIENTALI
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