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Numero 4 del 2011

Noi uomini sull'orlo di una crisi


Foto: Noi uomini sull'orlo di una crisi
PAGINA 16

Testi pagina 16

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NOIUOMINI/Z

STEREOTIPI
ALLA RIBALTA

Un comico "femmina-dipendente"
e maschilista innocuo.
Intervista a Dario Cassini

di Cecilia Dalia Negra

“Inabilitate al pagamento”, frequentatrici di “corsi di ter-
rorismo pre-matrimoniale”, tendenzialmente isteriche, de-
finitivamente incomprensibili. È il ritratto che Dario
Cassini - comico di lungo corso che ha fatto dello stereotipo
femminile la chiave di successo per la propria ironia -offre
dal palco di “Colorado Café”. Un percorso a ostacoli che si
conclude con l’assunto: “Se le donne vengono da Venere la
domanda è: perché non ci sono rimasteP”. Lo incontriamo,
questo “maschilista innocuo”, al Teatro Parioli di Roma,
dove è in scena con il suo ultimo spettacolo, “Passerotto
puoi andare via”.

Approfittatrici, doppioqiochiste. di facili costumi. Pron-
te a prosciuqare patrimoni faticosamente costruiti da uo-
mini che lavorano. Credi davvero che le donne siano come
le descrivi?

Ma ti pare? Io, che sono fidanzato e con un complesso di
Edipo che ci pago sopra l’Ici? La verità è che, come la mag—
gior parte degli uomini, sono femmina-dipendente sotto
tutti i punti di vista. Ho analizzato a lungo il rapporto
uomo/ donna, constatando l’incapacità di fondo tra uomini
e donne di concordare su qualsiasi argomento. Allora baso
la mia ironia sull’esasperazione ironica di un’iperbole che
mi permette di costruire una comicità inoffensiva, che di—
verte per prime le donne. Credo si capisca che i miei spet-
tacoli sono dedicati a voi, e che alla base c’è l’essersi rivolti
alla donna anima e corpo. Se facessi la stessa cosa con gli
uomini non funzionerebbe: loro non hanno la vostra autoi-
ronia, non lo troverebbero affatto divertente.

m noidonne | aprite | 2011



Non ti pare però di prestare il fianco ad uno stereotipo
non solo femminile, ma del rapporto uomo/donna, non più
attuale e slegato dalla società in cui viviamo?

No, io non credo che si tratti di stereotipo. Non me ne ver-
gogno né faccio un passo indietro. È ovvio che ci sono donne
che lavorano — che sono insieme madri, amanti, mogli, amiche
e hanno un ruolo impegnativo nella società - che non corri—
spondono a questo genere di modello. Ma è altrettanto vero
che all’interno del rapporto esistano ruoli prestabiliti, e che ci
sia ancora una larga maggioranza di donne che continua a
preferire la sicurezza di un uomo più grande e più ricco. Ed
è clamorosamente sbagliato. Magari sono le stesse che danno
per scontato lo sbilanciamento economico da parte maschile
nella coppia, o che le venga regalato un fiore. Dentro ognuna
di voi c’è il limite che io tiro fuori, quello che racconto si basa
sul fatto che il bello è bello, non fa ridere. Lo scomodo invece
sì. In questo spettacolo ad esempio teorizzo che la donna,
prima di nascere, sia inabilitata al pagamento. Ecco perché
noi maschi siamo condannati ancora oggi alla figura, un po’
datata, del cavaliere. Ma quando mai uno che si chiama ‘ca-
valiere’ ha fatto qualcosa di buono per le tasche degli italiani?!

È un errore attribuibile alle donne anche la produzione di
un modello negativo che le riguarda?

Se ci riferiamo alla situazione attuale senza dubbio dipende
da un sistema di dominio prodotto ed esercitato dal ma-
schio, ma la responsabilità di accettare lo stato di cose e sce-
gliere di offrire i propri favori per ottenere qualcosa in
cambio è anche femminile.


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