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Numero 7 del 2006

Violenza: in bocca al lupo


Foto: Violenza: in bocca al lupo
PAGINA 35

Testi pagina 35

stica, di welfare ecc.) per
risanare il deficit pubbli-
co senza, tuttavia, com-
primere troppo le sue spe-
se per la sicurezza socia-
le. Queste scelte "lungimi-
ranti" hanno permesso al
paese di superare la crisi
economica asiatica e di
ridurre negli anni il suo
tasso inflativo.
Dal 2002 l'Ungheria
ha, tuttavia, subito un
rallentamento dell'econo-
mia, con una disoccupa-
zione in crescita proprio
nel momento in cui, sotto
la spinta delle Istituzioni
finanziarie internaziona-
li, si avviava a ridurre gli
ammortizzatori sociali e
a non aumentare gli sti-
pendi pubblici, con lo
scopo di diminuire il defi-
cit e rendere il paese più
stabile sul piano finan-
ziario. Ciononostante, gli
attuali indici economici
dimostrano una certa te-
nuta sulla crescita com-
plessiva del paese.
Un dato rilevante è il trend positivo
e ininterrotto dell'indice di occupazione
delle donne, anche se la quota di popo-
lazione femminile che partecipa attiva-
mente allo sforzo produttivo del paese è
decisamente più bassa rispetto alla me-
dia europea (tab. 1). Questo è da attri-
buirsi al tasso di inattività delle donne
non più giovani ma ancora in età di la-
voro (50-54 anni), che per motivi di ri-
strutturazione del settore industriale
hanno avuto problemi di ricollocamen-
to, e che quindi sono uscite dal mercato
del lavoro beneficiando delle politiche
di benefits del governo (pensionamenti
anticipati). Oggi sono tutti concordi nel
sostenere che l'abbandono del ruolo at-
tivo nell'economia di questa fetta di po-
polazione ha contribuito nel tempo alla
stagnazione della crescita. La mancan-
za di risorse per trovare una collocazio-
ne nel mercato ha, in realtà, significato
per queste donne l'abbassamento del lo-
ro livello di vita, scoraggiando di con-
seguenza gli investimenti in nuovi beni e
servizi. Va, inoltre, rilevato che, diver-
samente dagli anni novanta, dal 2000
l'occupazione femminile tende a rallen-
tare sensibilmente come effetto della ri-
duzione della crescita media annua del
Pil (i dati UE mostrano, invece, un trend
costante in salita), anche se minore è il
divario tra tassi maschili e femminili ri-
spetto a quello dei paesi UE.
La disoccupazione femminile segna
un calo costante sino al 2002; poi ri-
prende a crescere, e ciò in contrasto con
altri paesi UE dove il tasso diminuisce
progressivamente (tab. 2). La causa che
ha indebolito e flesso negativamente il
trend è da accreditare ad un mercato
del lavoro ancora debole e incerto, an-
che per la crisi di crescita che ha colpi-
to il paese negli ultimi anni e che ha in-
crementato considerevolmente il nume-
ro dei giovani (15-24 anni) in cerca di
prima occupazione. Costoro, per la
scarsa esperienza professionale, hanno
difficoltà ad inserirsi nel mercato inter-
no del lavoro e si orientano sempre più
verso altri mercati soprattutto dopo che
l'Ungheria è entrata a far parte dell'UE.
Malgrado ciò, la disoc-
cupazione femminile è de-
cisamente inferiore alla
media europea, dimo-
strando che un'economia
che punti fortemente al
terziario (66% del Pil), di
cui le donne sono le mag-
giori fruitici ma anche le
maggiori operatrici, pone
limiti al rischio per que-
st'ultime di cadere nella
trappola della povertà.
Non solo, diversamente
dai paesi UE, la disoccu-
pazione femminile è più
bassa di quella maschile
(con una lieve inversione
della tendenza dal 2005,
a riprova che non appena
un paese entra in una fase
di recessione le prime ad
essere espulse dal mercato
del lavoro sono proprio le
donne). Oggi l'Ungheria si
caratterizza per una forte
mobilità dai settori in cri-
si (alcuni rami dell'indu-
stria e agricoltura) a quel-
li in ascesa (servizi pub-
blici e privati, comprese
banche e assicurazioni) dove è alta la
percentuale femminile sulla forza lavo-
ro totale. Lo spostamento dell'asse pro-
duttivo dai settori tradizionali a quelli
utili al nuovo meccanismo economico
ha contribuito a ridurre la forbice tra
tassi di occupazione/disoccupazione
maschili e femminili. Dal punto di vista
della dislocazione delle donne per setto-
ri produttivi, questo paese presenta un
equilibrio prossimo a quello dei paesi
più industrializzati (tab. 3). Natural-
mente, "non è oro tutto ciò che luccica".
L'Ungheria mostra, di fatto, delle allar-
manti disparità non appena si appro-
fondisce lo studio sulla "natura" delle ri-
forme intraprese.
noidonne luglio - agosto 2006 35
una transizione "clemente" verso le donne, a differenza
degli altri Paesi dell'ex URSS
Giovanni Varvaro, 1928 Danza dell'incantesimo
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