Numero 7 del 2006
Violenza: in bocca al lupo
Testi pagina 30
luglio - agosto 2006 noidonne30
Ho viaggiato attraverso cinque conti-nenti, ho percorso più di 96.000 Km
sulle strade di oltre cinquanta paesi
diversi, ho percorso i tre Oceani per
miglia e miglia e ora, dopo 682 giorni di
viaggio, ho terminato "Il mio giro del
Mondo" senza utilizzare aeroplani.
Forse molte persone mi ricorderanno
per l'importanza di questi dati, altri per
lo spirito di avventura, altri ancora per
le tante foto e le pagine di diario che
ancora sono sul mio sito internet
www.myjourneyaroundtheworld.com .
In realtà il mio viaggio è stato soprat-
tutto un incredibile bagno fra genti e
popoli diversi, attraverso la loro quoti-
dianità, ed è proprio di questo che mi
piace parlare, perché, insieme a tante
cose belle e brutte che ho visto, mi ha
fatto provare le emozioni più forti.
In modo particolare vorrei parlarvi
dell'Africa, l'ultimo continente che ho
visitato percorrendolo per quattro bel-
lissimi mesi da Nord a Sud, un viaggio
di una intensità unica, che mi ha per-
messo di osservare continuamente le
donne africane.
Io vi voglio raccontare di loro come
le ho viste, ogni giorno, dall'alba al tra-
monto, come il cielo di cui anche in
Africa rappresentano la metà. Non
voglio fare distinzione di paesi, costitui-
re pregiudizi o formulare sentenze, vor-
rei solo dare voce alle tante emozioni
che ho provato con i miei occhi.
Senza scordare la povertà che quasi
sempre avvolge il mio cammino, vorrei
parlare dell'infanzia femminile come
una bella e onesta espressione di gioia
e spensieratezza, ancora non consape-
vole del mondo che la circonda e l'a-
spetta, ma poi i miei pensieri corrono
subito ad un quadro moderno (anno
2003) esposto al Museo Nazionale di
Addis Abeba (Etiopia). L'autore è
Abebe Zelelew, il titolo: Genital muti-
lation; forme geometriche dipinte a
colori vivaci su una tavola di legno
confondono appena la tremenda scena
in cui una bambina urlante è trattenu-
ta da una donna mentre una seconda,
chinata, pratica l'operazione. Anche a
scuola, se ha la fortuna di frequentar-
la, non riceve adeguata considerazio-
ne, almeno pensando a ciò che vidi
seguendo per alcuni minuti una lezione
di inglese, impartita nella scuola di un
villaggio; quattro colonne di banchi,
due per i maschi e due per le femmine,
coperte dal velo. Due ragazzine dell'ul-
timo banco si distraggono guardando
all'esterno e implacabile, senza alcuna
distinzione, il maestro le raggiunge e
con un bastone le picchia forte sulla
schiena, un rumore sordo di colpi che
non ha alcuna risposta. Ho visto ragaz-
ze belle, anzi bellissime, alte, dallo
sguardo fiero. Una di loro, stupenda,
ma con occhi gialli consumati dall'epa-
tite, una volta, mi ha offerto il pranzo,
preparato con tutto ciò che aveva di
meglio.
Un'altra, commessa in un market, ha
conservato per alcuni giorni il cappello
La donna della mia Africa
Diario di viaggio
Stefano Spaggiari