Numero 43 del 1948
Marisa Rodano parla alla Camera/Zara Algardi: una donna giudice nel Foro di Roma
Testi pagina 3
conte Sforza, le aspirazio
di pace delle donne italiane
Il 24 Novembre, mentre in tutta Italia e nel mondo si stava pre-
parando la grande “Giornata Internazionale della Pace“, la delega-
zione delle donne che hanno portato ull’ ONU a Parigi i tre milioni
di firme per la pace, si è recata, dal Ministro Sforza per riferire v
i risultati della missione e chiedere la sua opinione sull’iniziativa. '
Ecco come si è svolto il collo-
quio “uf?ciale”: '
—— A rio-me della delegazione che si è
recata all'ONU a compiere un atto, se
non ufficiale, solenne, siamo venute da
lei, che si interessa della nostra politica
"estera per riferirle sull’esito della no—
stra missione,
È una piccola donna, dai capelli bian—
chissìmi, dalla voce dolce, parla a lun—b
go di ciò che le donne, le madri italia-
ne, hanno voluto dire laggiù a Parigi a
coloro che dovrebbero assicurare la pace
nel mondo. Parla dello spavento delle
De Casperi nel suo discorso di Trento
ha delle che la Russia vuole la guerra.
Lei signor Sforza ha dichiarato alle donne
che ha ricevute, che la Russi non vuole
Ia guerra. . .
Chi In ragione, signor slum?
donne a1 solo sentire nominare cannoni
e cose ben più terribili e misteriose, co-
me u bombe atomiche )), ecc.
— E allora, signor Ministro cosa ne
pensa lei della nostra iniziativa? Crede
che manterranno le promesse.J
——- Tutte le azioni fatte per un comu-
ne ideale, che in‘questo caso è la difesa
della pace, che non siano suggerite o
create da una n disciplina militare » sono
utili; la vostra è stata moralissima e,
per quanto potevate, preziosa. Però non
fatevi illusioni; dopo i5 giorni la vo—
stra azione sarà divenuta un incarta—
mento, le vostre ?rme saranno archi-
viate_ ' -
Disciplina militare? Incartamento?
La madre di 5 deportati, di cui 3 cre‘
muti vivi nei forni di Auschtz, la so—
rella di un martire delle Fosse Ardeati-
ne, la vedova di un assassinato del I4
luglio, una partigiana mutilata, meda-
glia d’oro; la madre di un caduto.._ si
guardano in viso sconcertato.
Ma che dice questo signore? Discipli-
na militare? Ma è il nostro comune do-
lore che ci ha spinte a fare questo, è
la voce di tante mamme e tante spose
che non vogliono più guerre che ci ha
detto} andate,'andate a difenderci, a
difendere la pace ». Una pratica archi-
viata? Si possono forse archiviare tre
milioni di d'onne decise a difendere la
pace? La volontà, di un popolo è qual-
cosa di vivo e di attivo che non si può ’
ignorare, signor Ministro!
E tutte sentono immediatamente, a
queste parole del Ministro, il bisogno di
esprimere ciò che sentono e il dolore vi-
bra nelle loro semplici parole,
Una racconta: — Vennero i tedeschi
nella mia povera casa E mi presero 5
?gli, Tre non li ho più rivisti: sono sta—
ti bruciati vivi. Uno mi è tornato infe-
lice per tutta la vita_
E un’altra; — Mio marito era a piaz—
za Colonna, il r4. luglio, insieme agli
altri. Inerme, Pure è stato colpitoa mor-
te _dai mitra'della Celere, Cosa faceva
di male? Perché per noi c’è. solo la Ce—
lare?
Il Ministro pare commosso. —— Oh, vi
capisco... Per due giorni, durante la
guerra, ho creduto che 'mio ?glio fos—
se. morto e so cosa vuol dire_
—— Ma in?ne signor Ministro dica a
queste dorme una parola di conforto,
duna parola che le rassicuri.
-— Nessun uomo politico è un pro-
feta. Solo Mussolini lo eta e ha fatto
ciò che halatto, lo non m'illudo di
esserlo, però posso dirvi che la pace è
sicuraj Ne la. Russia, ne l'America vo-
gliono la guerra. La Russia ha un im-
menso territorio da sfruttare, L’America
non farà mai una guerra perché in essa.
vi sono Io razze di?erenti che non si
uniranno mai sotto nessun presidente.
—— Ma se nessuno vuole la guerra, c0—
me si spiega il blocco occidentale?
— Ah, qui vi ingannano quando vi
dicono che il blocco occidenlale è sorto
prima di quello orientale...
— Beh, se vogliamo parlare di bloc-
chi, le diremo allora signor Ministro che
il prima o il dopo non ha importanza
alcuna quando un blocco è ben de?nito
In tutta Italia il 28 e il 30 novembre milioni di donne hanno manifestato per la
per esprimere la loro volontà di dilenderla. Da tutto Il mondo lI 30 novembre sono
giunte a Budapest delegate di 81 milioni di donne per _e_nlrare_nel fronte mondiale
della pace Anche queste sono pratiche da arehmare, signor stona?
w
ma,
carne quello occidentale, mentre l’altra! chiudere la sua brillante carriera con un
quello che lei chiama "orientale", esiste
anche in Italia, esiste anche in Ameri-
ca, esiste in tutti i paesi del mondo, 5E
il blocco delle forze del lavoro, delle for-
ze della pace.
— In?ne, signor Ministro che dice?
L'UDI di Roma e le altre orpniaxazio.
ni democratiche cittadine hanno pubbli-
cale il seguente manifesto:
mumnaum
che prime ci hanno portato il messaggio
di PACE del loro popolo, auguro che la
loro iniziativa possa contribuire a raffor-
zare la PACE p.
Con queste parole Beniamino Cohen, se.
grelario generale aggiunto all’ONU ha
accolto la delegazione delle dorme italiane
che recava i TRE MILIONI di firme per
la pace, raccolti tra la popolazione.
E ANDREI VlSClNSKI, delegal0,de|-
l’URSS all‘ONU, ha dichiarato:
«A chi mi dir5_che îl popolo italiano
vuole la guerra, risponderò con i vostri
TRE MILIONI di lirmc x. ’
DONNE, Cittadini!
La lira per la pace offerta dalla vostra
solidarietà, ha reso possibile a donne del
popolo di esprimere per la prima volta
ai rappresentanti del mondo intero, la
volontà del popolo italiano di:
non aderire a blocchi di guerra;
appoggiare coloro che intendono prol-
bire l’uso della bomba atomica;
ottenere una politica dl pace e che
dia CASE, ASSISTENZA, LAVORO,
Continuate la grande battaglia, dimo—
strate la vostra solldarielà con i rappre-
sentanti del popolo «italiano che al Par-
lamento chledono: una politica di PACE
e di INDIPENDENZA NAZlONALE.
Aderirà l'Italia ad mi blocco militare?
v — Io non sono che un ministro ed è
il governo a. decidere, Vi garantisco pe-
rò che preferirei mori-re, piuttosto che
dare il mio nome ad una guerra, ad una
politica o?ensiva. Una sola volta sono
stato d’accordo con una guerra, ad era
quella del 1915-18, ma riconosco ora.
di avere commesso un errore...
Attento, signor Ministro! Un prover—
bio dice: u dal mattino si vede il buon"
giorno n‘ Le confermiamo che abbiamo
un grande. timore e nonostante le sue
assicurazioni ella ?nirebbe proprio per
20 arredare {TALIANE A BUDAPEST”
, Il giorno 27 novembre lasciavano
l'Italia 20 delegate, rappresentanti del-
le donne e delle lavoratrici italiane, di-
rette a Budapest, dove sì tiene il ll Con.
grasso Internazionale delle donne per la
pace. Prima di lasciare Ven'eziala de-
legazione lha 'lnvlalo all’on. Nenni il
. seguente telegramma: « Delegazione
Donne Italiane dirette Budapest Congres-
' so Federazione Democratica lnternazio-
- nale femminile dove porterà espressione
Ì.'I volontà di pace nostro popolo invia a;
A lei nel lasciare territorio italiano espres—
sione solidarietà nella nobile azione par-
lamenlare volta garantire pace libertà
nostro Paese - Maria Maddalena Rossi ».
La delegazione italiana è così compo—
sta: on. Teresa Noce, on. Maria Madda-
lena Rossi, on. Rosetta Longo, on. Rita
Montagnana, don, ione Cortini, Barcel-
lona Giovanna, Elena Caporaso, on. Ada
Natali, don. Ada Alessandrini, Maccari-
nelli, Elsa Massai, Sforzini Rosa, Ferra—
ri Ines, Manzocchi Giuliana, Pirotta,
L‘assessore del Comune di Firenze, Fluris, menlre consegna ad Elsa Massal, rappre—
sentante delle lavoratrici ?orentine al Il Congresso Internazionale delle donne per la
pare, il dono alleno dal Comune di Firenze al Congresso di Budapest
enorme, tragico errore se qualcuno non
saprà fermarle la mano per il bene del
nostro paese, di tutti i popoli del mondo.
Gli argomenti che lei ha adoperato per
convincere le donne che sono venute da
Lei sono quelli triti e ritriti dei suoi di—
scorsi e dei suoi articoli, Però come si
spiega che l’Ambasciata d'Italia a Pa-
rigi, nonostante fosse a avvertita. l) (in
che senso dunque?) dal suo segretario
dell'arrivo di una delegazione italiana di
tanti importanza, non si sia fatta viva
in nessun modo? Tilde 5mm
0M)! NTI
@om'gli e’altn’ animali
"C'era una volta un monaco — ha ‘ '
raccontato Pietro Nenni nel suo discorso
alla Camera contro la politica estera del
governo —-— il quale voleva mangiare 1m
coniglio di venerdì, Ma poiché — seconn
do la regola dei conventi —- il venerdì
non si può mangiar come, il monaco
ideCÎSG di battezzarlo carpa, Mise cosi in
pace ha propria coscienza e soddisfò la
sua ghiottoneria”.
Proprio come quel tal monaco si è
comportato l’ora Saragat a proposito del-
la progettata adesione dell’Italia ai bloc—
chi militari, ral patto di Bruxelles e al
patto Atlantico,
Si sa ——— ormai nessuno più la nega ——.
che il governo democristiano è al la:
varo per trascinare l’Italia in una allean-
za militare guidata dall'America: questa
questione è al centro del periodo poli-
tico attuale, questo è stato l’obiettivo
del recente viaggio di De Gasperi a Pa-
rigi c a Bruxelles, Il gioco- è divenuto
dunque troppo scoperta e l’on, Saragat
ha sentito il bisogno —. per salvare il
sua nome di socialista e non'cornpro—
mettersi troppo con l’opinione pubblica
— di agire come quel tal monaco, E
ha deciso di chiamare il patto Atlantico
e il blocco di guerra con un altro nome,
con il nome suggestivo e di sapore illu- ’
minista di Federazione Europea, della
quale dovrebbero far parte tutti i paesi
rapitalisti dell’Europa occidentale, sotto
la direzione dell'America e in funzione
anticovietica,
Così dal dibattito alla Camera, oltre
I ' che dai dissensi governativi che lo hanno
preceduto, emanato chiaramente in luce
che la politica estera del governo ha 1m
unico obiettivo: legare l’ Italia a un bloc-
co di guerra; Che poi. si chiami carne
o pesce poco importa. ,
Pietro Nenni ha illustrato purerun'al-
I": tra storia: quella della volpe che; non
potendo arrivare a cogliere un bel grap-
polo d’uva situato troppo in alto (il
patto di Bruxelles nel caso nostro) se
ne andòdicendo che quell'uva era acer-
ba, La volpe è in questo casa l'on. De
Gasperi'il quale, partito per mendicare
l’adesione dell'Italia al blocco militare
occidentale, è tornato a mani vuote per-
ché a Bruxelles e a Parigi questa sua
adesione per il momento non conveniva.
Ma carpa o coniglio che sia, maturo
o acerbo. l'obiettivo resta sempre quel-
lo. Il dibattito alla Camera è servito a-
metterlo in luce senza veli e a indicare
la necessità, per il popolo italiano, di
sbarrare al governo la strada di nuovi
lutti e di nuove sciagure. A. R.
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