Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 43 del 1948

Marisa Rodano parla alla Camera/Zara Algardi: una donna giudice nel Foro di Roma


Foto: Marisa Rodano parla alla Camera/Zara Algardi: una donna giudice nel Foro di Roma
PAGINA 5
Cambia pagina:
123456789101112

Testi pagina 5

che vengono dalle casse previdenza:
spesso non servono che a prolungare
delle agonie: eppure questi disgraziati
non pensano mai di uccidersi: non si
vergogna, lei?

Lui la guardò e sorrise: — Che è?
Una rappresentante del proletariato?
Brutta genia.._ Bisognatrattarla con la
frusta, ancora: più si concede a co—
storo e più le pretese aumentano e cosi
rovinano la loro vita con le loro stesse

Gli occhi di lei sfavillarono:

— Non si vergogna a parlare cosi?
Lei che è insofferente di ogni mcri?cio,
lei che non si rassegna a nulla, come

’ può pretendere che cen?naia e centinaia
di persone che vivono in istato di inie-
riorità da secoli non tentino perenne-
mente di ribellarsi?

Lui rise: ——- Non 'dica sciocchezze:
hanno già ottenuto tanti vantaggi che
la loro vita non si può menomamente
paragonare a quella .che conducevano so
lo cinquant'anni fa.

——- Ma come hanno ottenuto questi
vantaggi? Lottando con le unghie e
con i denti, aiutati da uomini che si
sono dedicati alla loro causa: se avesse—
ro aspettato che i vantaggi venissero

da voi, sarebbero ancora al punto di cin.‘

quant’anni fa...

Francesco Morandi la ?ssava con in-
terese;

—Camilla, ——disse-—lepareilca-
so che ci mettiamo a discutere di so—

ciologia?
. ——— Ma" — disse lei, ridendo — io
non ho intavolato l'argomento.

— Sarà bene —‘ disse Morandi, che
non cominciamo a bisticciare, adesso,
giacche .ho deciso una cosa importante.

—-— Che cosa? Mi pare per?no strano
che si possa decidere qualche cosa, in
questa situazione“

-— Ho deciso,,se ci salviamo, di spo-
sarla_ ‘

—— Sposato chi? — lei domandò ester-
refatta. .

—'Sposare lei, lei Camilla, lei Li-
la... come diavolo si chiama.

Era smarrita: non sapeva se ridere o
inquietarsi, .

— Ma lei scherza? «

— Niente allatta Lo consideri un vo-
to che ho fatto se usciamo vivi da que—
sta tragedia.

— Ma perché me... proprio me?

—— Bene, potrei dirle perché è l’uni-
ca donna placenta che è qui, o ’perchè
l’amo, ma non sono l’uomo capace di
simili romanticismi. Le dirò che voglio
sposarla perché lei è la ragazza più co-
raggiosa che ho conosciuto in vih mia:
semplice e brava ragazza: davvero non




Eccovi, amiche dilmditrici; 'I fan-simile del nostro manifesto
a ho colui (verde-slallo-nen), termale V'onloo. Il mnllesle
sul: M 10 e veni inviato solo per contamina pergola.
Alfrefhnvi a fame richiesta al: non" Amministrazione
precisando il numero dale copie. Facciamo appelo alle UDI
un numero considere- .
nel donne . nelle labbriclne. cou la Teresa. osa-suona—

dulle audi cina perché ne u istino
vole ln occasione del - Mese

potevo credere che ne esistessero sulla
terra, donne come lei. Poi posso dirle
che la sposerò per impedirle di rimet-
tersi a volare; e posso anche aggiunge-
re che la sposerò perché credo che lei
sia l'unica donna al mondo capace di
mantenersi carina anche senza trucco,
senza parrucchiere, senza cipria... Sia—
mo qui che brancoliamo come selvaggi,
e lei ha ancora la forza e la capacità di
essere canna...

— Oh, tutto ciò è ridicolo —— disse

Camilla, turbata. 4—— Ne riparleremo quan-

do saremo tornati nel... mondo normale

—— Naturalmente, per adesso, non è il
caso di fare progetti. Vuole continuare a
massaggiarmi la mano o è scandaliz-

' lata?

——- No.._ non sono scandalizzati... ma
c’è quel povero ragazzo che si lamenta
e mi'invoca e ha più bisogno di lei del-
la mia presenza.

.—— Già, anche lui non può vivere sen—
za di lei. Prima che cene andiamo di
qui l’avranno chiesta tutti in moglie.

— Temo che siano cose che capitano
sempre in questi frangenti,

Stava. per allontanarsi, ma Morandi
la fermò per un braccio:

- —— Ci tengo a dirle che io avevo de-
ciso di farle questa domanda prima
ancora che precipitassimq

— Va bene — lei cercò-di ridere ——
Temo conto della precedenza.

l)0|)l('lvî\l‘lll ( \l‘l'l'0L(l I

Mentre i superstiti della sciagura avia-
toria'si credevano abbandonati da tutti,
il mondo intero si appassionava alla lo-
ro sorte, e gli aeroplani perlustravano
senza tregua la rotta lungo la quale l’ap.
parecchio era scomparso misteriosamente.

Dalle ultime informazioni raccolte dal-
la sua radio si sapeva che il pilota si
era spostato molto al nord per evitare
la tempesta che non aveva potuto airon-
tare per un guasto ad uno dei motori:
guasto che si era rivelato via via più
grave, tanto che egli aveva tentato di

‘ ritornare a New York.

Da allora, nessuna notizia più 2‘. una
sola era la versione che si presentava
alla mente di tutti; l'apparecchio si era
in?lato in mare, ed era precipitato nel
profondq trascinando nell'abisso pas—
seggeri e membri dell’equipaggio_-

Tuttavia, siccome: nessun rottame era
stato trovato sul mare e nessuna nave
di pasaggio sull’Atlantico quel giorno
aveva veduto nulla ne raccolto nulla, le
ricerche continuavano.

Naturalmente la notizia radiotrasmes—
sa a New York due ore dopo la scompar-
sa dell’apparecchio fu pubblicata su tut.
ti i giornali del mondo
la mattina seguente.

Giunse all'orecchio di
Massimo, prima che a
_ chiunque altro. Era al
campo per alcune eserci—
tazioni di volo su un ap—?
parecchio da collaudare,
quando alcuni colleghi gli
trasmisero lajnotizia.

—-_ Hai visto? È scom—
parso l’aeroplano della
T.A.I. che è partito ieri
mattina da New York...
' Diventò cosi pallido che
i colleghi si pentirono di
aver parlato,

Uno disse: —— Bè,. non
è'davvero' una buona no—
tizia per qualcuno che è
. stato appena assunto dal-
la T.A.l. e’ che deve pren—
dere servizio proprio fra
due giomi

Un altro cercò di ras-
sicurarlo credendo che te.
messe per se steso: — È
il primo incidente che ca
pila da quando è inau-
gurata la linea, in ?n dei
conti.

Massimo finalmente
trovò h forza di parlare:
—- I giornali ——— disse ——
vorrei leggere i dettagli
delle notizie, i nomi dei
mmw?» .

Ma lo sapeva bene che
a bordo vi era Camillina,
perché, sebbene nel frat-
tempo sì fosse ?danzato

rrwni4**twsrs444r444vv444is4444sl,
u.
NOSTRI REFERENDUM 1.

q
CHE COSA PENSATBDBL MATRIMONIDZ‘

Mondo lei '

. ’ ’ Cm posso parlare
del. matrimonio lo
che 1m appena ape.
solo da un amo?
» . Il camuno prende

l re in considerazione
le amiche veterani!
- P9;— me Matti il ma.
g trîmmia e stato lo

esperienza più impor-
' tante di tutto la mio
1 vile. Dd "mento
in cui mm marito ed lo ci domo trovati
”?nalmente'solî" nella nuovo ma, è co-
minciata per me una nerie dl scopa—te che
hanno cambiata totalmente il cono 'dei
miei pensieri e le mie Marmi.

Ero una signorina W: ad una
famlglla distinto, dm e borghese.
Mo incontrai Alberto comprai di
aver irovato in lui la realizzazione del
miei deridere? avevo finalmente al mio
fianco un uomo aperto, pratico della vi-
ta, capace, intelligente. Cosi mi era ap-
parso Alberto.

Ero allora una ?danzatina elegante e
mi. tutto mm e canne. Al.
burla mi parlava vagamente del suoi ai.
lari ed la non gli chiedevo mai nulla:
doveva neon per lui qualche con di di.
omo, dovevo essere la ma ragazza nim
p1: pronta a sorridere e a farlo dirti-m:
A lui l pensieri, gli omni. la preoccu—
pazione dei aoldi. Quanta lo animo-ano
quando ml raccontava di come aveva m
wapostoilmprlnelpak,camzmìm
“un timido quando in viaggio dimostrava
tenta disinvoltura! Avevo proprio molto
bene; il mio ?danzata era un ”uomo”.
Da parte mia ci sarebbe stallo solo da
appoggiare lo lena sulla ma spalla ed
mm felice.

È curiosa la vita; per anni e anni tutta
lu mia educazione, le mio letture, i di-
aconi saluti in famiglia mi Mm fotto
man un'immagine-Wc di uomo che ’un
solo anno di vita coniugale ha immuni.
aumenta intimato z smontato come ci
trasforma un maialino. Dal giorno del



avuto tante vicende, belle e bruno. Furo—
no mi duri i primi meri per me 2,
ione. dovettero (”m niolto pena: anche
per lui. Una ma ?nalmente Alberto mi si
gettò fra le braccia, meno: il viso nella
miaspoaoecomeun bmblnodouctti
cullorlo e tmuquillizmrlo. Cupa allora
che era lui a tua volta od aver bisogno
dl una guida e dl un conforto. Da allora
llmiocmellolavmmolmoin
ogni momento della uomo vita. a mio
cuore ascolta ll ma z gli della le parole
necessarie, ogni {ablativo che riguarda
il m lavoro, È jatîcoln per me, trapela?
Non avevo capito niente. ero tutto 11m»
glùuo. Fon: la colpa è del ?lm che un.
davo a vedere; Douglat I'M ionio:
è sempre sicuro di re, buono, abile e
fortunato. Alberto no; È capace di fa":
una an?bi]; strillare alla lava-micio, ma
dal suol nemici andiamo insieme, una
lettera importante la ”?niamo interne.
_ Ho rinunciato ad cuore la moglie—humu-
anchesifnporlareìnbrocdoperdl
venture la mogllempogua che cammina

al ?anco del mrllo >
MARISA REGIONI - ID.-

i'k‘ltìtilblri‘44*‘4lb1'lììhì‘?4ìtf'kiii4*4ìi#**t#4*t*îi
r . ”7..“ —r.ww:.rzsw=rv .-

che tempo 'lo dovetti convincermi del l'at.

nostro matrimonio Alberto ed lo abbiamo.

u N_OI_ DONNE» In lanciato un Merenda a premi su argomenti di viva attualità
e dl Interesse generale. L’argomento nella settiman- harh il problema del meri—
Inonln. Ognuno ”ha litoranea” emu-«e I. propria opinione sul luna else di voll-
ln yen; verrà proposto: Ogni argomento durerà per un periodo dì tempo relativo
all’altare“ elle leltnel e lettori dimostreranno per l'argomento stesso. Settima-
nalmenlu chi- e «lui:- rieeverlnno I... Iooo ciascuno pur le Ihposh pubblicale.
lndirixure a: Redazione «Noi Donne- » Reluendum - Via Giulia-ai, S - Rom.
Preghiamo lettrici e lettori di saliera ben chiari none e indigkxn

Io ero, al tempo in
cui mi sono sposato,
uno di quelli i quali
considerano somma.
mente lesivo per la
dignità d‘un uomo, il
tutto che la Propria
moglie lavori. La mio
?danzata faceva le
sarta, quando ci'oo— '
nommn: ere una,
lavoratrice serie, in
trattabile e nella cittadina in cui vi
vemmo ?no a due anni (e il andava gli
bando una discreta clientele e certo
furono anche quelle sue doti a farmi in—
namorare di lei. Fatto si è'ehe, appena
fatto il ?danzamento (u?cînle 1, in
capre-sì la mi: volontà dl provvedere da
solo al mantenimento umiliare. Ricordo
che per un certo periodo di tempo lei si
ribellò, poi ?nge di adattarsi ottenendo da
me il consenso n continuare nel]. ma et.
Civici ?no al matrimonio.

In realtà lei non ai era rassegnata a
quella mia idea. Me ne accorsi alla vigi.
lia delle nozze quando ?nimmo col tare
delle serie liti proprio per questo. Co-
munque vinsi e lei al adattò. Non le fu
dimdle, anche pemhè la nuova vita di
moglie parve occupurle abbastanza la
giornata e poi vennero l nostri due bam-
bini, che ?nirono con l’oasorbirln del
tutto Ma non appena questi cominciaro—
no a frequentare le scuole tutti e due, ec—
co che mia moglie cambiò umore. Non
che il lavoro le ma”: ore, m forse
vi Ii era abitui. e riulci‘n a sbrixurlo
più in fretta, non lo.” Cominciò u rim—
pinngere la professione che sveva abbnn.
donata e in principio non me lo disse,
nèiobcepiimergchiuochele
mancava qualcun. .

C’era del malessere tra mi e dopo qual-



to che una donna amante del lavoro,
abituata a u sentirsi) attiva nella società,
non può metterli-da una punge upeb
ture che la vite scorra davanti a lei, su
di lei, conservando un atteggiamento ma.
Iivo.
Inutile “scendere che dovetti montare
e superare una vera crisi, il giorno in
cui mi resi conto di ciò ma tutto nomina-
to ore son lieto di aver vimini anche
quell'esperienza. Ml; moglie ha ripreso
la su: attivi“ e tosse solo il vederla plu
lieta, quasi ringiovanih sarebbe già un
sumeiente compenso al mio (sacri?cio).
Ma dl sacri?cio non Il può parlare per,
ehè quell’attivm non in?uisce all'atto sul.
l'andamento domestico, ed anche perché,
in fondo, ml pare dl aver ritrovato ades—
so in mia moglie tutta l’antica ?danza-
u, quella che avevo smarrita, chissà co.
me, dopo la luna di miele... Il tutto si
è, come vi dicevo, che dl lei lo avevo
amato, subito, anche le eccellenti qualità
di lavoratrice, quel complesso di doti e
di attività dal quale le veniva un non
lo che, una vivacità, un entusiasmo... Co.
al anch’io, chissà come, muovringiova-
nite un po’... '
CARLO - Bari

int‘l44i44*{i44ùìùiììtf#i##4#4ii4

to dal suo prepotente amore, non pote-
va dìmenticarla e sapeva sempre da Li—
sa o da Cristina dov’ella 50m,
Quando lesse'i giornali del pomerig-
gio ebbe la‘ conferma del suo angoscioso
sospetto, e subito pensò a quella fami—
glia che doveva stare, nella disperazio-
ne: sopra tutto il pensiero del'vecchio
gli strinse il cuore. u Se quella bambina

tè morta, il povero Pietro non le soprav-

vive ».
_ Subito telefono agliu?îci centrali del-
la T.A.I. ,ma gli risposero garbatamen-
te che non potevano dare altre. notizie
di quelle già‘pubblicate dalla stampa.
Chiese allorafun permesso, e inforcata
la‘ bicicletta volò verso la città, lìverso
quel grande caseggiato popolare ch‘e‘ do-

veva. esser già tutto in allarme. Eraàun '

pezzo che le comari non avevano un
avvenimentorqualunque da commentare
o da celebrare: quello era davvero'pa..
ne per i loro denti.

Cercò di evitarle: lasciata la biciclet—
ta in custodia alla portiem volò su per
le scale e gli pareva di sentire la scia
di commenti al suo passaggio: la porta
della casa era aperta ma c‘era soltanto

. {con?nupì

la Cristina che stava preparando qual-
cosa sul fornello. Appena si volse e ri-
conobbe Massimo atteggiò il visuccio
smunto al pianto,

—— La Camilla. è morta '— singhiozzi).

Massimo diventò di bmge, La sgridò:

— Non è vero niente, Nondevi dirlo
nemmeno per ischerzo. Non si sa anco-
ra che cosa sia successo,

Lucia Ashy



. m 00m anni I:
. mm rum;-
. u u mm
m ".ll0l nonun'?

PADOVA dl Stilo 57.0
CASTELDBOLE Iolpgm

da (il: 63
snmmnunu . -
a 7‘ . . de mi 325
Han; Franchino del GLSESTII d‘ 9°. 1m

circolo 0.0.1. di ‘m— rmouccmo (Pi-ton)

dl 40 ’n A5
voli (Torino), duron— . . .
le una lesa: Popolare SANTACIOCE SUL]. AI.

mm, N005.) a. so- a:
ha dl 100 copie
di. 'Nol Dcnm- m In! da a): mo

un'ora! Congrnm- NUORO di .15‘ w
lozioni ed auguri MODINA “15”11”



44t4ù4ti?4ttìiii4i4in4i44titu4»44**t#l44%i4t*44i#444vi***##!i**4i




c

’c'y'ym'kivîat'u v.’;'..


©2017 - Noi Donne - Iscrizione ROC n.6292 del 7 Settembre 2001 - P.IVA 00906821004 - Privacy Policy