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Numero 7 del 2006

Violenza: in bocca al lupo


Foto: Violenza: in bocca al lupo
PAGINA 27

Testi pagina 27

a Emilia Romagna Emilia Romagna
gni e seminari sul movimento cooperativo, nonché
di realizzare un archivio storico ed un centro di do-
cumentazione sul movimento cooperativo.
La violenza si combatte in treno
Un No alla violenza sulle donne detto in otto lingue.
L'appello, affisso sui portapacchi dei treni regionali
ed interregionali dell'Emilia-Romagna, è una tappa
della campagna di sensibilizzazione e informazione
lanciata dalla Regione con il titolo "La violenza sulle
donne. Un fenomeno invisibile".
Il messaggio multilingue (le locandine sono stam-
pate in italiano, inglese, francese, spagnolo, russo,
arabo, rumeno e polacco) ha un obiettivo molto im-
portante: informare le donne che usano il treno per
andare al lavoro, soprattutto extracomunitarie o
neocomunitarie, dell'esistenza di Centri antiviolenza
e servizi mirati al sostegno di quelle che subiscono
abusi e soprusi, facendo così emergere il triste fe-
nomeno dal sommerso in cui spesso resta relegato.
La maggior parte delle violenze, infatti, si consuma
a livello familiare, parentale o amicale e le vittime
difficilmente trovano il coraggio di ribellarsi.
Per contrastare ogni tipo di violenza nei confronti
delle donne e dei loro bambini - violenza fisica, ses-
suale, psicologica, di costrizione economica - sono
attivi nel territorio regionale 11 Centri antiviolenza,
riuniti in un Coordinamento regionale: la Casa del-
le donne di Bologna, SoS donna di Bologna, SoS
donna Faenza, Centro donna giustizia di Ferrara, Fi-
lo donna di Forlì, La cicoria di Imola, Centro contro
la violenza alle donne di Modena, Centro antivio-
lenza di Parma, Telefono rosa di Piacenza, Linea ro-
sa di Ravenna, Casa delle donne-Associazione Non
da sola di Reggio Emilia. A questi si aggiunge il Cen-
tro donna del Comune di Forlì. Gli interventi posso-
no essere di semplice ascolto, di consulenza, di so-
stegno a vari livelli, fino all'accoglienza.
I Centri antiviolenza offrono, in modo particolare,
servizi di prima accoglienza, percorsi di sostegno
come i colloqui per aiutare le donne a sostenere le
difficoltà causate dalla situazione di violenza, ospi-
talità temporanea nei Centri dotati di case rifugio e
forme personalizzate di sostegno psicologico, grup-
pi di sostegno e consulenza legale.
L'iniziativa di sensibilizzazione e informazione è
promossa dalla Regione e dal Coordinamento re-
gionale delle Case delle donne e dei Centri antivio-
lenza, in collaborazione con Trenitalia e Ferrovie
Emilia-Romagna.
Stop ad ogni forma di violenza
Una risoluzione in Regione
"La violenza sulle donne è un fenomeno che sta cre-
scendo in modo devastante, basata su di una cultu-
ra prevaricatrice, che nega alle donne pari opportu-
nità e pari diritti e legittima la violenta appropria-
zione o soppressione del loro corpo".
Così la pensa Gabriella Ercolini, del gruppo Uniti
nell'Ulivo Ds della Regione Emilia-Romagna, che ha
presentato sull'argomento una risoluzione (che sarà
discussa prossimamente) in cui sollecita la Giunta a
potenziare le azioni rivolte a contrastare la violenza
sulle donne e invita il Governo a contrastarla in ogni
modo, ponendo questo obiettivo tra le priorità nel
definire politiche di uguaglianza e pari opportunità
fra i due generi.
L'iniziativa prende le mosse dal drammatico elenco
di episodi che, nelle ultime settimane, hanno porta-
to alla morte una serie di donne: ben nove sono i
casi che vengono ricordati nella risoluzione.
"La maggior parte di questi episodi di violenza -
prosegue Gabriella Ercolini - è stata perpetrata al-
l'interno del contesto familiare. Basti qualche stati-
stica: addirittura un omicidio su quattro avviene,
ogni due giorni, fra le mura domestiche e il 70 per
cento delle vittime sono donne. Non solo: la prima
causa di morte violenta delle donne, fra i 16 e 44
anni, sia nei Paesi ricchi che nei Paesi poveri, è la
violenza che subiscono in famiglia o da uomini con
i quali hanno stabilito legami affettivi. Mi pare che
ce ne sia abbastanza per giustificare l'inserimento di
questo triste fenomeno tra le priorità dell'attività
del Ministero della Famiglia".
Alla Giunta regionale la consigliera diossina chiede
invece di potenziare i finanziamenti alla "Casa delle
donne per non subire violenza" e ad attivare un
maggiore collegamento fra scuola, servizi territoria-
li e consultori per adolescenti, al fine di intervenire
nelle politiche educative sulla relazione fra uomo e
donna; a concertare con gli organismi che tutelano
l'ordine pubblico le strategie di accoglienza della
denuncia della violenza subita; a consolidare una
politica sanitaria delle ASL che si faccia carico del
supporto e della cura delle vittime di violenza; a
procedere verso l'effettiva applicazione della Legge
che prevede l'allontanamento del convivente in ca-
so di maltrattamenti.
Pagine a cura di Laura Salsi e Gabriella Ercolini
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