Numero 1 del 2014
DemoBoom, vivere un pianeta affollato
Testi pagina 25
23Gennaio 2014
Come regge la crisi economica la cooperativa rispetto
alle aziende o alle imprese?
Secondo me la cooperativa è più duttile e quindi meno rigi-
da rispetto agli orari di lavoro, oppure più flessibile rispetto
ad un appalto che non è molto remunerativo: se tutti appro-
vano lo si porta avanti comunque, in un’impresa è difficile
chiedere di aumentare i ritmi di lavoro o di sobbarcarsi di
responsabilità diverse dai propri compiti, in cooperativa si
fa di tutto e di più perché si è soci, è un rapporto diverso
con il lavoro, si è più solidali.
Sono molte le donne che collaborano con la vostra
cooperativa?
Nella 29 giugno servizi le donne sono in numero maggio-
re, nella 29 giugno onlus siamo pari. Abbiamo rivisto tutta
la nostra organizzazione con la responsabile per le pari
opportunità, per permettere orari flessibili eliminando le
strutture che avrebbero potuto ostacolare. Perché se la
sera il socio deve rientrare in carcere o non può lavorare
per motivi familiari non è possibile discriminare. Legacoop
nazionale ha fatto uno studio sulla condizione delle donne
nelle cooperative: la prima fase ha riguardato lo studio e
l’indagine, la seconda fase è stata di sensibilizzazione e di
non discriminazione delle donne all’interno per poi favorire
il più possibile il capitale umano femminile.
Quali sono gli strumenti concreti per le donne?
Gli strumenti importanti sono quelli della conciliazione e
delle parità salariali. Tutti siamo assunti con lo stesso con-
tratto di lavoro, poi però cambia in una parte che è detta
“variabile”, nelle aziende le parti variabili sono più alte nei
salari degli uomini, è questa una delle ragioni per le quali
all’interno delle aziende, che sono impostati con modelli
maschili e competitivi, troviamo disparità. Bisogna elimi-
nare le barriere che impediscono a tutti di accedere allo
stesso livello di trattamento.
Facciamo degli esempi concreti..
Se la riunione viene convocata dopo l’orario di lavoro chi
interviene sono per la maggioranza gli uomini, così come il
sabato. Insomma ci sono una serie di misure da mettere in
atto nelle aziende che oggettivamente frenano. Per quello
che riguarda le cooperative essendo composte di soci si
possono favorire tutti questi processi, quando si incontrano
degli ostacoli si fa in modo di superarli.
Cosa vi ha permesso di arrivare a mille dipendenti e
diventare una realtà italiana così importante?
Il fatto di esserci sempre alleati con gli altri. All’inizio erava-
mo l’unica cooperativa a Rebibbia, dopo ne sono venute
per fortuna tante altre. Per un detenuto il lavoro associato è
l’unico possibile, perché si acquista uno status che è quel-
lo di lavoratore e questo dà fiducia e stima in sé stessi. Il
movimento cooperativo ci ha aiutato moltissimo, abbiamo
fatto una partnership con cooperative romagnole, da loro
abbiamo imparato a strutturarci, senza di loro non ci sarem-
mo strutturati così bene. La cooperativa è in qualche modo
uno strumento di prevenzione. Nel nostro caso in particola-
re la recidiva è molto bassa: è inferiore all’1%, e ciò significa
che è pochissima la gente che torna a delinquere. Ma c’è
anche l’aspetto della corresponsabilità: da socio cambia il
rapporto che hai con gli altri. È un modo per aiutare i giovani
a trovare il lavoro, perché con pochissimi mezzi si mette in
piedi la cooperativa. Per fare un’impresa ci vogliono tantis-
simi soldi, e poi questo è un lavoro collettivo, siamo pari. La
sintesi collettiva, per me, dà un senso a tutto.
Una volta che iniziano con voi non rientrano in carcere?
Di solito rimangono con noi. I detenuti, che sono circa 120,
sono totalmente integrati.
Le donne detenute in che tipo di lavoro si sono
integrate?
Qualcuna nelle amministrazioni, qualcuna nelle pulizie. Al-
tre donne che avevano commesso reati di mafia sono sta-
te reintegrate, fuori dal contesto di origine, in varie attività.
Riportiamo alcuni elementi pubblicati nel sito:
http://www.cooperativa29giugno.it/index.php:
“Pur mantenendo come punto di riferimento il sociale, i soci della Cooperativa 29
Giugno hanno scelto di cogliere la sfida del libero mercato puntando sul rapporto
qualità/ prezzo del servizio fornito, attivando:
• un’analisi di costi e benefici.
• l’inserimento di diverse professionalità in forma fissa nell’organico aziendale.
• una organizzazione basata sul rapporto funzionale dei diversi ruoli.
• l’adeguamento delle procedure aziendali a quanto prescritto dalla norma ISO
9001, BS OHSAS 18001, ISO 14001 l’ottenimento delle relative certificazioni.
• L’aggiornamento continuo del parco mezzi ed attrezzature.
• L’aggiornamento continuo del personale.
• Una oculata attività di marketing, basata sia sull’esplorazione di nuovi mercati
sia sull’attivazione di sinergie aziendali.
• Promuovere diritti di cittadinanza, vantaggi per i soci, benefici sotto forma
di produzione di ricchezza ed integrazione sociale.
• Mirare ad accrescere le capacità di tutti, valutando le persone per quello
che realizzano.
• Produrre la necessaria innovazione nelle tecniche, nei processi,
nell’organizzazione, nella formazione e crescita dei soci e dei lavoratori.
• Impegnarsi perché la cooperativa contribuisca al miglioramento dell’ambiente
urbano e naturale, nello stesso modo in cui persegue il miglioramento di
quello sociale.
• Valorizzare un’idea del lavoro che si misuri col mercato e con i vantaggi sociali
che produce.”