Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 1 del 2014

DemoBoom, vivere un pianeta affollato


Foto: DemoBoom, vivere un pianeta affollato
PAGINA 13

Testi pagina 13

11Gennaio 2014
prove. Uno degli ‘attori’ guardando verso la platea leg-
ge una sorta di sintesi delle loro cartelle cliniche. “Me-
nomato, storpio, ritardato mentale, non risponde agli
stimoli”. Sì, sta parlando di se stesso, di loro, e guarda
verso di noi. E per un’istintiva vergogna vorremmo ca-
lasse il sipario. Martina Michelusi, l’educatrice che in-
tanto dialoga con loro, ed Enrico Gaspari, il regista, ci
presentano. Spiegano che dedicheremo loro un artico-
lo e che quindi dovranno dare il massimo. Avvicendan-
dosi nelle scene salgono tutti sul palco. A tratti Enrico li
riprende perché ridono, non si impegnano abbastanza.
Si vede che lo stimano, gli vogliono bene, e infatti poi
gli si avvicinano, lo abbracciano, e lui ricambia. Noi ri-
maniamo lì, impietriti, forse convinti che avremmo assi-
stito a chissà quale miracolo, invece che alla normalità.
Perché noi non vediamo quello che vedono Enrico e
Martina, che intercettano i miglioramenti fatti, quelli an-
cora possibili, che sanno fin dove possono spingersi a
pretendere. Siamo noi che non individuiamo i loro pro-
gressi. Nel lancio di un fiore o in una ruota mimata col
braccio c’è un percorso di affrancamento dall’isola-
mento che noi non riconosciamo. A noi tutto sembra
lento, sembra ripetersi uguale a se stesso. Poi senti
Enrico e Martina che fanno l’applauso, si complimenta-
no ‘perché avete visto che differenza dall’altra volta?
Bravi’. E allora capiamo che è vero che gli occhi parla-
no, che sorridono. E che noi, fino a un momento prima,
eravamo ciechi. Ci chiedono se vogliamo dire qualco-
sa. No, meglio il silenzio, perché le parole di cui abusia-
mo ogni giorno per scrivere, per dissuadere, per dissi-
mulare non vanno bene. Quelle giuste, qui, non le co-
nosciamo. Capiamo che il linguaggio, come dice Ceci-
lia, prima di essere parola è pensiero. “Cecilia, ma lei si
sente mai impotente?”. “Succede, ma mai al punto da
perdere la speranza”. b
senti. Che dobbiamo lavorare su quello che hanno, non
su quello che non hanno. E possiedono un pensiero”. E
magari passioni da coltivare. Al Grillo Pensante sono
diversi i laboratori attivi, dalla redazione in cui viene re-
alizzata la rivista Le pagine distratte al teatro. E proprio
in questi mesi 12 di loro stanno portando in giro Oltre
- oltre il pregiudizio, la paura, la banalità -, spettacolo
con parti di testo scritte da alcuni utenti. Assistiamo alle
Il Grillo pensante è un centro per la valutazione e
il trattamento dei deficit comunicativi, cognitivi,
relazionali e per la loro valutazione e trattamento.
Offre sia attività di gruppo che individuali. Di ogni
utente si valutano i deficit ma soprattutto le abilità
residue, così da impostare progetti individuali.
Viene utilizzata la Comunicazione Facilitata Tecnica
Aumentativa Alternativa Alfabetica del Linguaggio.
Comprende strategie, metodologie e tecniche -
supportate anche da strumenti tecnologici, tipo
tastiera del pc - finalizzate ad aumentare le abilità di
comunicazioni verbali già presenti o ad introdurne
di alternative al linguaggio, laddove quest’ultimo
non sia sufficientemente sviluppato. Prevede la
figura di un ‘facilitatore’ che fornisca supporto
alla mano, stabilizzandone e rallentandone il
movimento. Il punto di facilitazione parte dalla mano,
arriva all’avambraccio e si ‘riduce’, talvolta, alla
sola presenza fisica dell’operatore. Implica infatti,
oltre al supporto fisico, una relazione di fiducia e
condivisione. Tra le difficoltà fisiche, ed emotive, che
lo richiedono, spiccano uno scarso coordinamento
occhio-mano; un basso/elevato tono muscolare;
tremori; problemi nella programmazione di un’azione.
Info, su www.ilgrillopensante.it.


©2017 - Noi Donne - Iscrizione ROC n.6292 del 7 Settembre 2001 - P.IVA 00906821004 - Privacy Policy