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Numero 7 del 2006

Violenza: in bocca al lupo


Foto: Violenza: in bocca al lupo
PAGINA 24

Testi pagina 24

luglio - agosto 2006 noidonne24
Lombardia 1/
Un Osservatorio sulle
discriminazioni di genere
Ha ormai oltre un anno di vita l'Os-
servatorio sulle discriminazioni di gene-
re attivato dalle Consigliere regionali
della Lombardia, Bianca Giorcelli e
Alessandra Bassan. E'
possibile quindi comin-
ciare a fare un primo bi-
lancio, pur nella salva-
guardia dei cosiddetti
dati sensibili sia per le
aziende che per le lavo-
ratrici interessate. Rife-
rendoci al 2005, l'Osser-
vatorio ha rilevato quin-
dici nuove segnalazioni
di presunta discrimina-
zione collettiva, che
chiamano in causa gran-
di aziende lombarde. Ri-
cordiamo che le discrimi-
nazioni collettive sono
definite così dalla legge
125 del 1991, e attengo-
no a particolari modalità
di organizzazione del la-
voro che producono effet-
ti pregiudizievoli sulle
donne occupate. Contro
questi comportamenti
aziendali possono far ri-
corso al giudice le Consi-
gliere di parità regionali,
anche quando non siano
individuabili in modo
immediato e diretto le la-
voratrici lese dalle discri-
minazioni. Il giudice, nel-
la sentenza che accerta le discrimina-
zioni, ordina un piano di rimozione as-
segnando un termine, e in caso di man-
cata ottemperanza alla sentenza si ap-
plica il codice penale. In Lombardia la
maggior parte delle segnalazioni ha ri-
guardato aziende con più di 100 dipen-
denti, tenute quindi a compilare ed a in-
viare il Rapporto sul Personale all'Uffi-
cio della Consigliera Regionale di pari-
tà ogni due anni. La consultazione dei
rapporti è stata di vitale importanza
per comprendere le politiche del perso-
nale attuate dalle singole aziende. In
tutti questi casi la Consigliera di Parità
ha interpellato e convocato anche le
rappresentanze sindacali e, laddove esi-
steva, il Comitato di Pari Opportunità.
Per quanto invece concerne il tipo di
discriminazioni segnalate, queste ri-
guardano prevalentemente discrimina-
zioni nel periodo della maternità (rien-
tro dalla maternità, congedi obbligatori
o facoltativi, mancata concessione del
part-time, ecc.). Si tratta purtroppo di
una ulteriore conferma di quanto già
sappiamo, e cioè che le difficoltà mag-
giori che le lavoratrici incontrano in
ambito lavorativo sono legate al loro
stato di madri, in barba a tutta la reto-
rica sul sostegno alla maternità e sulla
necessità di incrementare le nascite!
Inoltre, è stato rilevato che diventare
madre per una lavoratrice oltre ad inci-
dere negativamente sulla progressione
di carriera, è anche causa molto spesso
dei licenziamenti e può infine creare ca-
si di mobbing o molestie.
Altra considerazione importante ri-
guarda l'utilizzo del part - time: non-
ostante le campagne mediatiche sulla
bontà di questo tipo di contratto per fa-
vorire la conciliazione, è bene chiarire
che non esiste un diritto ad ottenere la
trasformazione del rapporto di lavoro
da tempo pieno a tempo part-time, a
meno che tale diritto non sia previsto
nel contratto di lavoro. Proprio in con-
siderazione di ciò le Consigliere di Pari-
tà della Lombardia cercano di suppor-
tare le lavoratrici madri, che chiedono
una modifica del proprio orario di lavo-
ro, contattando diretta-
mente le aziende per otte-
nere un diverso e più fles-
sibile orario lavorativo. E'
infatti prassi della Consi-
gliera convocare il Re-
sponsabile del personale
delle singole aziende per
ribadire che il part-time
costituisce di per sé una
condizione indispensabile
per conciliare la vita fami-
liare con la vita lavorati-
va e come ciò sia previsto
anche dalla legge
53/2000. Un altro elemen-
to che compare dall'anali-
si delle schede sulle azien-
de oggetto di indagine, è
che il Comitato di Pari
Opportunità interno esiste
solo in una delle aziende
interessate e questo dato
costituisce di per sé un
fattore negativo soprattut-
to se si considera che in
molte di queste aziende la
sua costituzione è prevista
da contratto.
Maristella Lippolis
Lombardia 2/
Quando le Consigliere
ricorrono al giudice
Anche gli interventi giudiziali pro-
mossi dalle Consigliere di parità della
Lombardia sono stati efficaci. Nel corso
del 2005 si è conclusa l'azione giudizia-
ria contro un importante Ente Locale
lombardo per discriminazione colletti-
va. Il Tribunale, in funzione di giudice
del lavoro, ha dichiarato cessata la ma-
teria del contendere in quanto lo stesso
Ente convenuto, nelle more del processo,
ha spontaneamente posto fine alla con-
dotta denunciata come discriminatoria
in ricorso. Nel corso dell'anno si è anche
Consigliere di parità
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