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Numero 7 del 2006

Violenza: in bocca al lupo


Foto: Violenza: in bocca al lupo
PAGINA 20

Testi pagina 20

luglio - agosto 2006 noidonne20
Stefania a 45 anni e dopo 17 anni dilavoro come impiegata postale deci-
de di licenziarsi e di mettersi in proprio
aprendo una bottega di marmellate. "Se
mi andrà male, fingerò di avere speso i
soldi per comperarmi una
grossa automobile e di
avere sbattuto contro un
muro. Ne uscirò viva e rico-
mincerò in altro modo". In
due anni di lavoro conosce
altre donne artigiane, arti-
ste ed imprenditrici (par-
rucchiera e maratoneta,
fine dicitrice, imprenditrice
ceramista, saggista e psico-
loga, saponi e liquori,
imprenditrice di trasporti,
cartonnage e ricamo, scrit-
trice per l'infanzia, etc.).
Diventano 26 e danno vita
ad una due giorni. "I doni
ed i danni delle donne" che
si svolge a Faenza, in provincia di
Ravenna con obiettivi precisi. "Questo
progetto tratta di creatività,di manuali-
tà, di fantasia, di donne ricche di sape-
ri, di progetti e di passioni. La creatività
femminile, rispetto a quella maschile,
ha il vantaggio di essere trasversale.
Infatti attraversa gli strati della vita
penetrandone gli spazi. La sfida del
nostro progetto è quella di fare emergere
la differenza di genere femminile nell'ar-
te, nella cultura, nella manualità e di
rafforzare anche una critica ed una
valutazione più attenta alle produzioni
delle donne. Vogliamo raccontarla e
renderla maggiormente visibile, sia nel
caso che diventi mestiere, sia quando è
supporto della quotidianità". Nello spa-
zio antistante la bottega di marmellate
non c'era né mercato né mercatino. Chi
passava poteva fermarsi e sostare per
capire cosa fossero 'i doni ed i danni
delle donne'. "Siamo artigiane, artiste.
Cosa ci differenzia dal maschile? Noi
non abbiamo un target da raggiungere,
non abbiamo un obiettivo economico,
ci accontentiamo di "farcela". I lavori
che facciamo danno spesso una econo-
mia sottile, ma vogliamo stare bene;
quando la nostra attività va bene,
siamo già contente". "Quasi tutte noi
abbiamo il doppio lavoro, che significa
avere figli ed una attività che ci piace. E
avere figli significa anche essere divor-
ziate, separate, nubili o vedove"."
Sembriamo tutte giocoliere con 10 palli-
ne in aria, e non deve mai caderne una.
Per questo ci vuole testa, cuore e passio-
ne. Siamo capaci di praticare quegli
spazi lavorativi che gli uomini non pos-
sono occupare, perché sono spazi tra-
sversali, che attraversano la famiglia e
che attraversano anche la nostra pas-
sione". E i danni delle donne? Su questo
punto le 26 donne sono state piuttosto
ironiche. "…a nostro parere i danni
sono da identificarsi nello spostamento
che la scalata femminile, mirata al rag-
giungimento di liberté, fraternité, egalité
ha provocato nello sclerotico e mummi-
ficato assetto sociale costruito dal
maschile. Quaranta anni sono serviti
alle donne per recuperare un ritardo sto-
rico, ma il passaggio non è stato certo
indolore ed ha incrinato pesantemente il
mondo relazionale tra i sessi
minando le basi dell'autostima
maschile, sì da provocare rea-
zioni di arroccamento, quando
non apertamente di ostilità e
di violenza. La rinuncia ai pri-
vilegi che la società di stampo
maschilista concedeva agli
uomini detti "il sesso forte" e le
richieste di servizi mirati al
nuovo ruolo femminile, hanno
certamente danneggiato grave-
mente la struttura sociale con-
solidata da secoli". Su questa
loro lettura dei danni delle
donne si può concordare o
meno , ma è certo che la scin-
tilla di autostima e fiducia e di
idee che questo gruppo ha fatto scocca-
re servirà a tutte noi. Una di loro,
Rosarita, si è resa disponibile con la sua
mail (rosarita@interfree.it ) per spiega-
re in pratica a chi volesse altri partico-
lari, la costruzione dell'evento.
Artigiane ed artiste
Doni e Danni
un gruppo di donne passa
dalla teoria alla pratica di
genere. E chiama le altre…
imprenditrici dentro e fuori le
mura di casa.
Rossella Ciani
ARCHIVIO DELLE DONNE IN PIEMONTE
L'associazione si è costituita recentemente con l'obiettivo di creare un
archivio unitario che in Piemonte raccoglierà la storia e la memoria delle
donne. "Al Comitato promotore hanno via via aderito numerose associa-
zioni e singole donne, convinte che dal movimento emancipazionista a
quello neofemminista, dall'azione svolta nei partiti, nelle associazioni, nel
mondo del lavoro e della cultura, alle scelte di vita delle singole, le donne
sono state il soggetto che nei decenni recenti ha fatto emergere le più pro-
fonde capacità di cambiamento delle vite, dei rapporti interpersonali, di
quelli sociali, dell'intero assetto del mondo". Conservarne la memoria, dun-
que, per farla divenire un bene comune, una risorsa a disposizione di tutti
per continuarne il cammino culturale, politico, sociale. "Se la storia delle
donne resta occultata, manca una componente fondamentale anche per la
comprensione del presente - hanno commentato le promotrici dell'iniziati-
va, precisando che - l'archivio è stato pensato come un luogo fisico in cui
confluiscano scritti, opere d'arte, testimonianze di cultura materiale depo-
sitate da singole o da associazioni e altri enti e come un nodo di raccordo
virtuale con altri archivi o fondi presenti altrove". La sede provvisoria è
stata istituita presso la Casa delle donne di Torino.
(Informazioni tel. 011 8122519) (I. F.)
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