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Numero 1 del 2014

DemoBoom, vivere un pianeta affollato


Foto: DemoBoom, vivere un pianeta affollato
PAGINA 18

Testi pagina 18

16 Gennaio 2014
una quasi
eternità
di Marina Caleffi
L’aumento deLLa PoPoLazione
significa bocche da sfamare
ma anche tanti cerveLLi in Più
che creano e sognano.
iL futuro sarà deLLe donne:
Più Longeve, PreParate,
Libere e decisive
“extraterrestre portami via, voglio una stella che sia tutta mia…”. La canzone del’78 di Eugenio Finardi sembra quanto mai up to date immagi-
nando il 2050 e un Pianeta overbooking. Saremo così tanti
da pestarci le “piume”? Troppo calore umano sarà irrespi-
rabile? Vivere insieme sarà un’esperienza estrema, al punto
da desiderare fin da ora un “..un pianeta su cui ricomincia-
re”? L’economia si è divorata la politica, la finanza ha fatto
un sol boccone dell’economia, cosa potranno dieci miliardi
di persone tutte insieme, tra emozione e razionalità? Per la
sopravvivenza avrà più valore la cooperazione o la compe-
titività? Ne parliamo con il Prof. Domenico De Masi, che ci
offre un certain regard originale e creante.
“Quando parliamo di incremento della popolazione, parlia-
mo di numeri e di innumeri bocche da sfamare. Io immagi-
no il cervello che c’è sopra la bocca. Dieci miliardi di cervelli
popoleranno il Pianeta. La più grande massa cerebrale del-
la Storia e dei pianeti conosciuti. Dieci miliardi di persone
che si svegliano tutte le mattine e cominciano a pensare.
Che vanno a letto tutte le sere e cominciano a sognare. Un
patrimonio straordinario: un’energia, una forza immaginati-
va, riflessiva, una capacità di amare e di odiare come nella
Storia dell’uomo non c’è stata mai”.
Numeri che creano problemi ma anche lei dee neces-
sarie per risolverli. E impongono riflessioni su nuovi e
possibili modelli di comportamento nei confronti della
collettività. Etici, estetici, religiosi…
Potrebbe anche verificarsi un’auspicabile riduzione dei
divari sociali. Che non sono necessariamente in rappor-
to diretto con la quantità della popolazione. Differenze
sociali che purtroppo oggi nei Paesi ricchi tendono ad
aumentare: per guardare in casa nostra, in Italia, i pri-
mi dieci contribuenti hanno la ricchezza di tre milioni di
persone. La società post industriale è quella, dopo il Ri-
nascimento, più estetizzante in assoluto. Le tecnologie
del resto hanno esaurito le molte possibilità di sviluppo.
Dieci miliardi di persone aumenteranno, se possibile,
questa tensione verso la dimensione estetica. E credo
ci si incammini verso una maggior laicizzazione, una
lunga strada iniziata dall’Illuminismo. Più laici e più po-
liteisti. Del resto il fondamentalismo, pensiamo a quello
islamico, ci appare già come un’incongruenza. Mentre
in passato coesisteva e si confrontava con altri integra-
lismi ideologici.
Una struttura demografica così robusta presenta sfide
che devono essere comprese a fondo e colte in modo
efficace ed efficiente. L’anello debole della questione
riguarda le proiezioni sull’invecchiamento della popo-
lazione. Ipsa senectus morbus…o opportunità?
Sulla vecchiaia bisogna intendersi: mentre l’inizio della vita
ci vede simili, non altrettanto possiamo dire per l’anziani-
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