Numero 43 del 1948
Marisa Rodano parla alla Camera/Zara Algardi: una donna giudice nel Foro di Roma
Testi pagina 12
I I
V L vvocaîelsa Zen Algardi m compagnia dell’Arcivescovo di Canterbury al Congresso Internazionale
degli Intellettuali W li Da“ che Si è MEN a Wmlm (Polonia) nello scorsa settembre
In questi giorn‘il’avvocatessa
Zara. Algardi ha fatto ritorno in
Italia da un lungo viaggio al—
l'estero,” dove ha partecipato
tra l’altro al Congresso degli In.
tellettuali per la. pace a Wro—
claw (Polonia) ed al Congresso
IN PARLAMENT?
“Milano-Mano
Nell’ultima uniranno alla Ca.
mera si è vietato ‘hl quello ape.
c‘e di colmo che precede tro-
dixionolmente le tempeste: e
lo impalla se certom
le morta}! con mozione Nen-
m' per la pace. lo questo olmo.
sfera un po' vuota cl trovano
perfettamente a loro agio w
recchì parlamentari e, mm;
mente, anche le onorevoli demo—
Hstlnne
c .
stormo ben coperte da malghe
calze di lana grigia, con carat-
teristici maglioni, tipo Azione
cattolico e col copem um?men.
te raccolti sulla mao. Chiedono
al Governo qualcosa in una in.
terroguzione, querto risponde
picche, e loro non protestano.
Giorni or ma, per esempio,
l’on. Margherita Bmtade, depu—
tola democristiano di, Palermo,
ha chiesto al GWCW‘CÌW ponza
se «possibilmente riparo alla 85-
tmlone dei narratori minima.
colori siciliani, i quali non mo
suf?cienti per accogliere i ma—
lo“. E ho chiesto modestamen—
te, l'on. Bontade, la istituzione
di altri mille-posti letto, L’Al-
to CmrnMario alla Sanità le ha
rispetto il tradlslonale "no”,
adorno naturalmente di mi.
ficacxùmi sulla mancano dl fon.
di: e l’on. Bootode, latta or.
maiilmodùme?o,sièri—
meno a cedere senza prole-tare,
madia/ano della risposta. Così
anche l'on. Pia Lombardi Coli.
M, ha interrotta per un {etan-
.te la un. c a per
chiedere un più equo tm?omeu.
Co alle famiglie dei onda“ in
guerra. Il Governo ha detto
"no", e l'on. Colini si è ri-
mescora sedere.
Ha non erodlde -— a quale
punto — che l’attività delle
onorevoli democrùtionev si esau-
risca in qua-lo ehm 0M c
sedere per chiedere cose che il
loro governa regolarmente ri?u—
ta. N0: mao fare anche altre
cm, I per ‘l cala del—
le volo è mio
co Hai ?tti ha
che tra una mi, col
lo mo ma“ quel I
menti dei canoni che
sale si troveranno a' dover
lntemazionale dei Giuristi ' De.
. mocratici, tenutosi a Praga (Ce-
coslovacchia), 7
L’Algardi, che fa parte del
Consiglio Nazionale dell’UDI,
penalista e civilista insigne del
Foro romano, iscritta all’Albo
Speciale dei Difensori in Corte
Suprema di ”Cassazione, si ri—
trova. un po' dappertutto dove
si lavora in difesa dei deboli,
delle donne e dei fanciulli. Ella
porta comunqu'e' con molta di»
sìnvoltura il peso delle sue nu—
memdssime cariche, e soprattut—
to con molta femminilità.
Chi credesse infatti di trovar-
si di fronte ad una austera si-
gnora dai capelli grigi e aman-
te di conversazioni sempre ec-
cessivamente importanti, com.
metterebbe un passo sbagliato:
Zara è una. donna giovane, con
un bel viso fresco e sorridente,
capelli ed occhi scurissimi, ve
stita quasi sempre dì colori vi—
vacx.
Ora ella indossa un cappot-
to rosso, scarpe dai tacchi non
molto alti, e ci viene incontro
tendendoci la mano al di sopra
. di una grossa borsa di pelle, che
non contiene, però, documenti
giuridici, ma tante piccole gra-
ziose cose di donna,
A Praga tra. le 21 nazioni che
partecipavano al Congresso, ella
rappresentava il nostro Paese
che per la prima volta prende-
va parte ad una simile interes—
sante iniziativa. In questa oc-
casìone ella è stata nominata
nella commissione permanente
per gli a?arì di Spagna, di quel—
la commissione cioè, che si oc-
cupa dei condannati dal Gover-
no Franchista, fra cui sono c'rr'
ca 20 mila donne.
A Wroclaw, Zam Algardi,
prima. di parlare alle- donne po—
laccho nel teatro popolare Ha—
ludowa, ha brindato con l'Arci—
vescovo dî Canterbury all’ami—
cizia. democratica italo-inglese.
Essi ‘si erano conosciuti qualche
giorno innanzi all'Hotel Mono-
pol, e l’Algardi si era compli—
mentata con l’Arcivescovo per
il successo riportato in tutto i! ,
mondo. dal famoso libro da lui_
scritto « Un sesto del mondo è
socialista n,
L'Avvocatessa è nata a Trie—
ste ed ha studiato in parte in
quella città. Dopo essersi lau-
reata. si è stabilita nella capita-
le, dové ha iniziato contando
solo sulle proprie forze, la dif-
?cile carriera del libero profes-
sionista, Ma ì suoi sacri?ci sono
stati coronati dal successo, poi—
chè ora ella è annoverata tra ì
migliori giuristi. »
L’ingresso nella sua vita. di
lavoro, fu compiuto dall'Algardi
durante l’ultima. guerra, in un
processo per diserzione, presso il
Tribunale Militare. Mentre at-
tendeva il suo turno, la giova-
ne donna assisteva senza toga,
al lato estremo del tavolo degli
avvocati, ad un altro processo,
di cuiìl’impubnto era un soldato
di colore, appartenente alle h'up—
pe somale. Poiché questi non
conosceva una parola. di italia—
no e nessuno riusciva a capire
l’orribile lingua misi}: di somalo
e di inglese, l'Algardi, scambia-
ta forse per una interprete_ fu
invitata dal Presidente a tra—
durre le dichiarazioni dell'impu—
tato,
— Lo feti —' racconta 0m
Zara sorridendo —— con un tale
timore di nuocere senza volere
a quel poveretto, come non mi
è più successo in m'ia mio. Sono
convinta che in certi casi è'pt'ù
difficile tradurre due frasi, che
patrocinare un assassino in Cas-
sono"!!! .
Ultimamente Zara. Algardì ha
difeso alcune imputate per ol-
traggio e resistenza alla forza
pubblica. arrestate durante lo
sciopero generale del 14 luglio.
Mentre varcava la soglia del-
l’aula in Tribunale, indossando
un giubetto rosso, ella fu ripe-V
tutamente fermata da un agente
‘ di P. S. che le fmgò per?no nel-
la’borsetta. Iniziata. più tardi la
sua arringa, Zara raccontò l'epi-
sodio occorsole e, poiché il suo
difeso indossava i] giorno dello
seiopero un maglione rosso, così
concluse;
— ‘È ben chiaro, signori del—
la Carte, che non i nostri atti
hanno colpito l’attenzione degli
agenti, ma piuttosto il colore
rosso dei nostri indumenti, che
sembra dia loro alla testa come
a certi animali! ' -
Gabriella l’arca
DBEZZÀ
Novella di ADRIANA NICOLINI
a palla. rimbalzi) sul viale, venne a cadere sull’aiuto
candido di Aldo. Ella levò sorpresa. il capo dalla
tela su cui stava sbbozmndo -a rapidi tratti un
angolo romantico del giardino.
La bimba le si accostò confusa, si termo davanti
v. lei o capo chino. '
——— Vieni qui, Ecco la tua palla! ,
Un lampo di incertezza passò negli occhioni azzurri, poi
un rapido sorriso apparve, mentre la manina si tendeva.
— Grazie signora, ml scusi.
Aldo. sorrise e continuò Xl suo lavoro
— Slgnora. mi lascia guardare?
——- Certo, mm. Ti pince?
Non si era neppure accorta che la piccola stava dietro.
lei arrampicata sulla panchina e non perdeva un lauto
delle sue mani abili.
— Bel sola? '
—— No. C’è anche Elisabetta, ma lei mi porta qui, poi
se ne va cOn un soldato. Io resto sempre sola.
— Ti annui? » -
—- Un poco. solo papà un, fa. giuocare.
— E la mmma? -
—— Non c’è più. Papà ha detto che è andato in cielo.
La piccola sospiro, poi si accostò ancor di vin ad Aldo,
' le appoggiò una mano sul grembo.
——— Come è bello! Come ml piace! Quando sarò grande
farò anch‘io la pittrice!
— gavvàro? Allora vuoi che ti insegni?
La bimba batto le manine con un grido testone.
— Bene. Domani porta un foglio, una matita e i co-
lori. Ti insegnerò.
s; trovarono ogni glomo nell’angolo del giardino. Fio-
rella con aria. contegnosa cominciò ad imparare i primi
segni. Il quadro di Aldo era. ?nito, ma lei si oomplaceva
ad lndugìarsl in inutili ntocchi per non por ?ne alla sa-
rena letizia di quelle ore accanto a Fiorella. .
Non sapeva. nulla, di lei, ma quegli occhi azzurri, ave—
vano luci mlde e ri?essi cupi che le ricordavano strana-
vmente un viso di uomo che nella sua giovinezza era wom— .
parso come u'n sogno.
Anche quel giorno mentre in attesa della. bimba ella
ripensava. alla. atranma di quello somiglianza e si chie-
deva come mai in quelle sue settimane, non le fosse ve— '
nuta l'idea di chiedere a Fiorella il suo cognome. .
Ad un tratto si sentì atterrare da due manine ben note.
Sorrise e Bi volse.
— Alda, è venubo papà ad accompagnarmi oggi! H0 v0—
luto che ti conoscesse. Guarda sta venendo!
— È quello 11 tuo papà?
Il sl dl Ama si perso in un sosplro imbarazzato.
L’uomo era ormai giunto davanti a lei. La guardsva
come se cercasse nel suo vino un ricordo o meglio lo cer-
tezza di una somiglianza. A
n: F;cco 11 mio papà. questa è la signora Aldo la mio
a ma.
I due restavano fermi, imbarazzanti, gran-dandosi a lungo.-
rorse ancora un_poco incerti.
— Ma. cosa avete, perché vi guardate cosi?
La prima a riscuoterai fu Aldo. Tese con un sorriso la
mano e lui l’a?enò con una mosm convulsa.
—— Florella ml aveva tanto parlato dl questa sua e gran-
de amica). Ma non avrei mi, mai immemore al ritro-
vare... Perché lei, lei è Aldo Nomi, vero?
— Sianobertlo sono i0. ,
—- Ber tempx, allora... Ma lei vive qui? E suo muto?
-— Mio manto? Ma. io non sono sposata!
— Come, non ha sposato Diego Premi?
— Diego Prezzi, era ?danzato di mia sorella; ora è suo -
marito.
— — Come? Sua sorella, ma allora le”...
Si arresto confuso, pol subito illuminato da un sorriso.
Trasse Aldo o sedere accanto a sé sulla panchina. Fiorella
era tusgrta v1; rldendo e stava cogliendo ?ori tra le aiuole.
— M1 scusi, forse le sembrerò sciocco. Non ho potuto
. frenare la mia emozione. Capisco solo ora che tra noi al-
lora Iu un grande equivoco. Ci eravamo giù incontrati
molte volte, c1 eravamo parlati spesso; Io l’amnvo e cre-
devo dr non esserle indi?erente. Avevo deciso di dichia-
rarmi quello sera. Lei entrò nel salone accanto a Prezzi.
Una voce vmmo a me mormorò: «Si sposeranno presto.
Hanno già prepamto l'anoggxo. Lux è molto ricco, lei non
deve essere molto innamorato, ma chi direbbe di no ad
un potuto tanto brillante? r.
_ —— Fuggn come un pazzo. Lei, in donna che lo avevo
1dealizmto, non ora altro che una sciocchlna qualunque,
avida di lusso, crvetta e provocante. L'odial. Non sapevo
che lex avesse una sorella. La conoscevo tanto poco. Bot-
tersi molto. P01 passò il te‘îpo, incontrai una donna mol—
to diversa da lex, nella q e sperai so?omre il passato.
Fui abbastanza x‘ehce, ma mia moglie morì molto presto
lasciandomi solo con Fiorella. Mi scusi se ho parlato, ma
non ho potuto Irenarmi, Il ricordo non era. mai svanito
n me,
sorrise, guardò lontano con occhio sudato, ma pcuchè
nessuna risposta gli giungeva, si volse. .
Aldo. lo guardava commossa. Qualche hgrima era scl—
volatq lenta sulle guance.
— Aldo, che ha? .
—- Pensavo Roberto, quanto è sciocca e cattiva. spesso
la vita. Avremmo voluto amar-ci e ci siamo odiati stupz- .
darnente per anni, accusandoci a vicenda di una. colpa
inesistente. Anch'io ho giudicato molto male lei allora.
Avevo notato le sue assiduità, le sue 1mm lusinghiero. Ero
molto felice. Attendevo una. sua dichiarazione, come si
attende la realizzazione dl un bel sogno. Invece lei ad
un tratto spari. So?ersi anch'io. M1 diedi all'arte, ebbi
qualche consolazione nella mio vita indipendente. Non
avrei creduto mai di'rltrovarlo.
— Ida-forse Alda non è ancom troppo tordi, siamo li—
beri tutti e due. Allora posso rivolgere dopo tanto tempo,
ma con lo stesso cuore quella domanda che dovevo prot-
Ieru-e tanti anni or sono?
In quel momento Fiorella giunse correndo. setbò sul
grembo di Alda una manciata di ?ori moolti nel prato
del giardlno.
—— Per te Aldo! ,
Poi si accostò a1 padre, gli sussurrò qualcosa all’orec-
chio arrossendo.
, Roberto s1 volse ad Ama, le prese una mano.
—— Anche Fiorella ha una domanda da rivolgere.
—— Ma forse, non è necessario Roberto, ho gli risposto.
Con gesto rapido trusse’a sé la bimba, la strinse tra.
le braccia.
Il braccio di Roberto attuò sul suo petto saldo quei
due capi .mnto vicini e i non si sparpugliurono sulla
ghianda del viale in un {ostano cuscino variopinto. In
lontananza un uccello lancxò il suo trillo restante.