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Numero 6 del 2014

Cultura e futuro, Addio


Foto: Cultura e futuro, Addio
PAGINA 9

Testi pagina 9

7Giugno 2014
Certo innamorarsi di un cretino non è il massimo. Eppure succede, a qualsiasi età. E hai voglia tutti i discorsoni fatti con le amiche sul fatto che se lui non ti vuole allora ‘non ti merita’, ‘non sa quel che si perderà’, ‘ti rimpiangerà’, ‘si ri-
corderà di te quando è troppo tardi’. Frasi stucchevoli che ti farebbero venire voglia
di incartare il cioccolatino in cui le hai trovate, se non fosse che a pronunciarle, per
farti stare meglio, sono le persone che ti conoscono da sempre, o comunque in pro-
fondità, e vorrebbero saperti felice e contenta. Anche perché, diciamolo, ‘se va bene a
lei’, pensano, ‘prima o poi andrà bene anche a me’! Io per fortuna ho amiche piuttosto
concrete. Caterina, ad esempio, che sono certa mi vuole molto bene, in riferimento
a un tipo tempo fa mi ha scritto che ‘è vero che al peggio non c’è limite, ma peggio di
lui non credo ci sia nessuno’. Il senso era ‘#stai serena, passerà’. Una franchezza che
in quel momento mi ha permesso di evitare derive sentimentali e mi ha riportato im-
mediatamente in carreggiata. Brunella e Gisella amano invece interpretare parole e
segni, consultandosi tra di loro. Essendo molto protettive nei miei confronti, non ar-
rivano mai a dirmi che il mio desiderato, di me, se ne frega altamente. Immaginano
anzi scenari di vita difficilissimi, in cui lui, traumatizzato per comportamenti di sue
ex - talvolta tirano in ballo addirittura le madri - , non è che non voglia stare con me,
ma è proprio incapace di avere relazioni! Poi c’è Claudia, che il più delle volte giustifica
il mio ‘lui’ perché le sta simpatico e in fin dei conti non siamo fatti per stare assieme!
E poi tante altre, ciascuna con proprie particolarità. Insomma, l’amicizia femminile
ha davvero una grande intensità. Comunque la giri, c’è partecipazione, condivisione.
Le amiche tifano per te, si sostituirebbero a te, hanno paura per te. Quando stai male,
anche fisicamente, arrivano con la lista degli specialisti in ordine alfabetico. E se non
basta, ti cercano il numero di uno stregone, di un santone, di un mago. E se non è anco-
ra sufficiente, pagano qualcuno che preghi per te! Ho preso ad esempio l’amore perché
è un tema universale, bipartisan direbbero in politica, che rende tutti più fragili e più
stupidi. Perché di un cretino, appunto, ci si può invaghire senza motivo L’amicizia in-
vece rende più forti e assennati perché si coltiva sulla complicità. Un tempo sostenevo
che mi trovavo meglio coi maschi, che li sentivo più affini perché pragmatici. Ora rico-
nosco in loro la capacità di volersi bene, di raccontarsi incredibili bugie - soprattutto
storie di corna - fingendo di credersi l’un l’altro, abbondando magari in particolari che
poi dimenticheranno, sospesi come sono tra il ‘sogno’ e la ‘realtà’. Ma nell’intimità con
difficoltà entrano, forse per quell’atavico pudore per cui un uomo non deve soffrire,
non deve aspirare alla felicità. Chissà se Santippe aveva amiche. Non credo che nel
IV secolo ci fosse tanta libertà. Chissà come sarebbe stata la sua vita se avesse potuto
sfogarsi con qualcuno su Socrate. Magari avrebbe ammesso di essersi pentita di averlo
sposato. O magari avrebbe ammesso che nonostante lui fosse così ‘preso’ dalla dialet-
tica e dalla maieutica, lei vedeva la sua vita solo con lui. Chissà. Quanti interrogativi
nella nostra esistenza rimangono senza soluzione. Però quanto è bello avere amiche
che ti offrono risposte un po’ crude per non farti soffrire, che edulcorano il tuo dolore
cercando ragioni inesistenti o che ti danno responsabilità perché conoscono te, e non
lui. Alla fine è vero che l’amour c’est toujours l’amour, ma l’amitié c‘est magnifique!
MEGLIO L’AMORE O L’AMICIZIA?
di Camilla Ghedini
Papa si sono fermate quando era chia-
ro che bisognava affrontare il nodo del
potere democristiano e il ruolo della
Chiesa al suo interno. Le reazioni all’o-
micidio di don Puglisi sono state sotto-
tono, la Curia e la parrocchia non si
sono costituite parte civile… alla Chie-
sa interessa la conversione dei pecca-
tori e quindi la giustizia terrena non ha
molta importanza, una valutazione che
rischia di somigliare al non riconosci-
mento del monopolio statale della for-
za e della giustizia, teorizzato e prati-
cato dai mafiosi”. Storicamente insom-
ma la Chiesa ha individuato l’Anticristo
nel proletariato ribelle, non nel mafioso
devoto che viene iniziato a Cosa No-
stra con dei riti pseudo religiosi e adora
le processioni. Papa Francesco è in-
sorto contro l’idolatria dei mafiosi ed ha
chiamato accanto a sé don Ciotti il
quale ha incitato gli uomini di Chiesa a
non collaborare più con la mafia, an-
che con il silenzio e la smemoratezza.
Dunque quel “convertitevi” lanciato
da Papa Francesco, e prima di lui da
Woityla, non va riferito solo ai mafio-
si ma anche a quella parte del clero
che ha ignorato colpevolmente la
contraddizione fra compiere un cri-
mine e invocare i santi.
Perché la Chiesa non vive nella “Ci-
vitas Dei” ma nella città terrena dove
l’uomo, il cittadino, compreso il pre-
te, non può mettersi fuori dallo Stato,
come nel caso dei preti pedofili. Ma
qui, secondo Isaia Sales, sta appun-
to la consonanza intima fra la Chie-
sa e la mafia, due mondi i cui mem-
bri devono seguire le regole vigenti
all’interno, quasi non fossero cittadi-
ni, ma solo fedeli o associati al clan
mafioso. E infatti la stessa Filippa
Inzerillo, autrice di un appello ri-
volto alle donne di mafia affinché
si ribellino, così risponde a chi le
chiede se ha perdonato anche Totò
Riina: “È solo un figlio (di Dio) che
ha sbagliato… dovrebbe pentirsi
non dico davanti ai magistrati ma
davanti al Signore.” b
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