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Numero 6 del 2014

Cultura e futuro, Addio


Foto: Cultura e futuro, Addio
PAGINA 43

Testi pagina 43

37Giugno 2014
tenuto sostenuto le lotte
salariali delle mondine e
le prime donne organizza-
te in leghe sindacali che
hanno manifestato nelle
zone dell’Argentano, rico-
noscendo valore alle tristi
vicende dell’eccidio di
Maria Margotti a Molinel-
la (BO). Quando Altobelli
dichiarava “che desidera-
va che le donne conqui-
stassero il voto non per
le viottole contorte delle
distinzioni e dei privilegi,
ma per la gran via maestra
del suffragio universale” la
diceva lunga sullo scarso
riconoscimento della don-
na come soggetto giuridi-
co pensante e decisionale
per la società. I principi
che reggono la sua vita
sono legati alla terra: con-
cretezza, forza, buon sen-
so, capacità di sacrificio.
Una donna semplice, ma
tenace, che ha seguito
non la via più semplice ma
quella più gratificante per il senso della propria vita, ap-
punto “sempre per la via maestra”, rivendicando i diritti
che non hanno un sesso, ma solo uno status di appar-
tenenza. Sono gli anni della crisi agraria, delle lotte con-
tadine che si scatenano in questi anni e il cui epicentro
si sposta in Emilia a partire dallo sciopero delle risaiole
della Bassa Bolognese nel 1886, 1887 e nel 1890. Nello
stesso congresso costitutivo della Federterra, in cui si
definisce con chiarezza la natura di classe dell’organiz-
zazione, la piattaforma politico-rivendicativa, si afferma
come specifico dell’azione sindacale il ricorso allo scio-
pero. Al Congresso di Bologna del 1901 sono presenti
704 Leghe in rappresentanza di 152.022 iscritti; e già
l’anno successivo Federterra conta l’adesione di 1.293
leghe in rappresentanza di 240mila lavoratori, diven-
tando la più grande federazione del sindacato italiano.
L’esperienza di Federterra rappresenta un caso unico
in Europa per la valenza di questa rappresentanza. Le
funzioni che deve svolgere il “sindacato” sono riportate
dalle parole della futura Segretaria: “L’organizzazione
è l’arma di difesa del lavoratore debole contro la for-
za del capitalismo. L’organizzazione educa i lavoratori
alla solidarietà verso i compagni di lavoro; insegna a
essere capaci e forti nella difesa dei propri diritti eco-
nomici, civili e umani”. Argentina, che nel 1906 viene
eletta segretaria di Federterra - carica che ricopre per
quasi venti anni, fino allo scioglimento, ad opera del re-
gime fascista - e sin dall’inizio dà un contributo impor-
tante all’organizzazione e alla sua evoluzione politico-
organizzativa. Instancabile organizzatrice del lavoro
e delle lotte nelle campagne, porta l’organizzazione a
una serie di conquiste significative: a) i salari definiti ad
ora e non più a giornata; b) l’abbandono dell’orario “da
sole a sole” e l’affermazione delle otto ore; c) abolizio-
ne del lavoro a cottimo; d) riconoscimento degli uffici
di collocamento e dell’organizzazione dei lavoratori; e)
l’impegno da parte dei proprietari di assumere mano
d’opera in proporzione ai fondi coltivati, per salvaguar-
dare i lavoratori dalla disoccupazione. Dal 1912 al 1914
è Consigliere del lavoro e rappresentante dei contadini
nel Ministero per l’agricoltura, l’industria e il commercio.
Dopo le vittorie del movimento sindacale Argentina de-
scrive il ritratto del nuovo contadino: “Ora i contadini
si lasciavano crescere i baffi e… il servo cominciava a
diventare uomo libero, padrone dei propri destini; co-
sciente dei suoi diritti, libero da tutti i pregiudizi e dalla
schiavitù dell’ignoranza, deciso a farsi rispettare a di-
scutere con il padrone sui vari problemi dell’azienda”.
Finita la Grande Guerra la Federazione viene sciolta
e in questa fase Altobelli lascia Bologna e si rifugia a
Roma, dove sino al 1925 fa parte dell’Associazione ro-
mana di cultura a cui aderiscono numerosi socialisti e
antifascisti. Conduce una vita ritirata, svolgendo umili
lavori, scrive il suo diario e muore all’età di 76 anni, nel
1942. Questo straordinario personaggio, una delle no-
stre belle donne emiliane, mi ha portato a ricordare un
discorso che mi fece mio padre una volta: “in politica
non affezionarti mai troppo alle persone, uomini o donne
che siano, prima o poi ti deluderanno, perché avranno
interessi personali o semplicemente perché cambiando
nella società che cambia perdono la diritta via. Rimani
sempre ferma nell’ideologia però, perché è quella che ti
fa alzare la schiena da terra e rivolgere gli occhi al cielo,
camminando diritta, un passo dietro l’altro saldamente
ancorata alla tua terra “. La figura di Argentina Altobelli
è stata recentemente valorizzata dall’Associazione Don-
ne in Campo (CIA). b
*Presidente Donne in Campo Emilia Romagna
Foto gentilmente concesse dalla Fondazione Argentina Altobelli
di Imola. Si ringrazia in particolare Anna Salfi


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