Numero 6 del 2014
Cultura e futuro, Addio
Testi pagina 46
40 Giugno 2014
di Guendalina Di Sabatino
SeSSo, Sogni, Spietatezza, potenza.
e ancora inquietudine e gironi
danteSchi. queSto e molto
altro nell’opera di Gina Picart,
Scrittrice cubana eStranea
a qualSiaSi canone letterario
di Luce Fastiggi
Fanciulla
madre
strega
G
ina Picart, scrittrice cubana, è quanto da
Cuba non ti aspetti. Non si dedica all’at-
tualità dell’isola, non racconta i suoi scorci
decadenti e bellissimi, il suo mare azzur-
ro, le sue donne solari ed energiche. Visi-
ta invece un mondo onirico, in cui sogni tormentati si
avvolgono su se stessi fino a trasformarsi in incubi, in
cui il sesso, esplicito e spudorato, ha sempre dei trat-
ti spietati ed inquietanti,
in cui i personaggi come
affreschi disegnati su un
muro parlano da un tem-
po lontano. Nova Delphi
ha appena pubblicato
Olio su tela, vincitore del
Premio Alejo Carpentier
nel 2008; la sua prima
opera tradotta in italiano.
Quanto c’è di te nei tuoi
personaggi?
Quando mio madre si arrabbiava mi diceva convintamen-
te che ero fatta di una ‘lega cattiva’. Un amico mi ha de-
finito un ‘angelo con gli artigli’ e mia figlia mi vede come
un angelo con la spada. Suppongo che ciascuno di noi
non è nella posizione migliore rispetto al resto del mondo
per guardarsi dentro con chiarezza. Se dovessi dare una
definizione della mia vera sostanza ontologica direi che
ho un aspetto angelico, però androgino, con un lato tene-
broso; il tutto mascerato da vecchia bambola. Pensi che
un personaggio letterario possa rimanere incontaminato
rispetto ad una condizione umana come questa?
Cuba difficilmente è scenario dei tuoi racconti ma
quanto c’è dell’isola nella carnalità e nell’inquietu-
dine dei tuoi testi?
In Olio su tela Cuba appare solo nel racconto Areté
para Vlad de Rais, la storia di uno scrittore frustra-
to con la testa persa tra sogni di grandezza oscuri e
tenebrosi; anche se dei tratti ‘cubani’ sono anche nel
racconto Il principe dei gigli per il suo grado altissimo
di temperatura erotica e per la pre-
senza dei sigari, del tabacco. Io
ho una formazione europea e non
ho mai considerato la mia realtà
quotidiana come riferimento per la
mia opera letteraria. Io vivo l’ansia
dell’universalità, e il mio spazio-
tempo non è legato ad un luogo
tangibile, identificabile, ma a un
territorio dello spirito.Per quanto ri-
guarda l’immagine che gli europei
hanno di Cuba come un paradiso
di spiaggie, mulatte e sole, mi dispiace deluderli ma
questa è solo una rappresentazione dedicata al turis-
mo. L’isola potrebbe essere, e di fatto è, un circolo in-
fernale de La Divina Comedia. Lo è da quando ci ha
scoperto Colombo e noi giustamente, nascondiamo la
nostra vera natura dietro i nostri balli, la nostra sessua-
lità sfrenata, i nostri rum e il nostro fumo.
Le donne dei tuoi racconti hanno dei tratti tormen-
tati, irrequieti, dominanti; celano un’anima oscura.
Come vedi le donne?
Io creo delle donne con le quali mi piacerebbe passare il
tempo, donne che posso ammirare e che possono tras-
mettermi la loro forza e la loro condizione di illuminate. Mi
interessa la donna nella sua sfera epica e magica, mai
schiava. Creo nei miei libri donne oscure e potenti, sen-
za scupoli. E quando mi allontano da questo canone, mi
ritrovo a raffigurare caratteri tragici e fatali. Perchè cosa
ci può essere di di più drammatico che appartenere ad
una razza lunare di esseri profondamenti connessi alla
Natura e all’Arte? Le mie donne, anche se vinte, sono de-
lle autentiche giganti della resistenza dell’anima. Sono e
saranno sempre l’incarnazione della Grande Dea nei suoi
simulacri di fanciulla - la sensualità, madre - la creazione
e strega - la potenza. b