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Numero 2 del 2014

Piccoli stereotipi screscono


Foto: Piccoli stereotipi screscono
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Testi pagina 39

33Febbraio 2013
LE
TT
ON
IA
Bordev?ka, scrittrice e
illustratrice di numerosi
libri per bambini, fra i più
amati in Lettonia. Nata
nel 1914 a Vladimir in
Russia, Margarita si con-
sidera una discendente
livone di C?sis, città del-
la regione del Vidzeme
in Lettonia. Dal 1992 al
2009 ha vissuto nei Pa-
esi Bassi. Nella sua pro-
duzione si contano ben 20
raccolte di favole popolari. Una di queste, “Balt? trus?ša
ziemassv?tki”/”Il Natale del coniglietto bianco”, conte-
nuta nel libro “ziemassv?tku pasakas”/“Favole di natale”
(ed. 1943) è disponibile in lingua italiana nel sito Baltica
(sez. biblioteca; traduz. di Paolo Pantaleo). Le sue opere
sono molto apprezzate in Europa. Il giovane regista let-
tone, Dace Riduze, prendendo spunto da una sua fiaba,
“z??uks” (1969), ha prodotto un film d’animazione, che
è stato proiettato al Festival Internazionale di Berlino nel
2011. Nel 1964 Margarita St?raste-Bordev?ka è entrata a
far parte dell’Unione degli Artisti di Lettonia e, successi-
vamente, sino al 1991, è stata membro dell’Unione degli
Scrittori di Lettonia. Nel 1982 ha vinto il premio “Pastari?a”
come migliore illustratrice del libro dell’anno e, infine, nel
1999 ha ottenuto l’Ordine delle Tre Stelle (la massima ono-
rificenza lettone).
Anche M?ra z?l?te
è una scrittrice e po-
etessa lettone stimata
nel suo paese. Nata
nel 1952 a Krasnojarsk
(città della Russia sibe-
riana centrale), dove la
sua famiglia era stata
deportata negli anni
Quaranta, M?ra ha fatto
ritorno in Lettonia all’età
di quattro anni. Nei suoi
lavori si percepisce una
forte appartenenza alla
comunità lettone, alla
sua cultura e lingua:
“La lingua lettone per
me non è mai stata
un semplice mezzo di
comunicazione: essa
porta con sé l’eternità.
Il linguaggio è un piacere per me.
Quando leggo della buona lettera-
tura, e arricchisco i miei contenuti e
le mie forme espressive, si perfezio-
na anche la mia anima”. La lingua,
afferma, ancora, “è la voce del mio
sangue, la mia identità”. Vissuta in
un tempo in cui le era negato parla-
re la lingua nativa (era obbligatorio
parlare in russo), M?ra ha sviluppa-
to un forte legame con la lingua let-
tone, che emerge nelle varie forme
della sua arte letteraria: poesia, prosa,
testi teatrali e per canzoni liriche, sceneggiature per mu-
sical, persino opere rock. L’opera
rock del 1988 “L??pl?sis”, non
è, tuttavia, solo l’espressione di
un genere popolare. Essa se-
gna anche un momento politico
importante. I temi storici e mi-
tologici, riflessi nell’opera rock,
acquistano, infatti, un particola-
re significato: in quel momento
l’Urss sta crollando e la speranza
di una Lettonia libera è prossima
a divenire realtà. Qualunque sia il
genere che l’autrice affronta, il legame con l’identità cultu-
rale del suo popolo è costantemente vivo. Ha attivamente
partecipato ai moti di protesta per una Lettonia
indipendente. La sua opera teatrale “Pilna
Maras istabina”/“La camera piena di Mara”,
messa in scena nel 1983, che le valse l’ap-
prezzamento di critici, lettori e spettatori, è
un lavoro rivoluzionario, dove centrali sono
le figure femmini-
li che reclamano
i n d i p e n d e n z a
per se stesse e
parallelamente
per il proprio pa-
ese. L’opera è un
grido di ribellione
contro “l’energia
maschile”, che ha brutalizzato la sua terra
e il suo popolo e, allo stesso tempo, un ri-
chiamo all’energia femminile, che per lei
significa volgere lo sguardo all’antica Ma-
dre (terra e natura), madre di tutte le madri,
che deve riprendere il suo posto originario.
Nei lavori di M?ra, le simbologie tipiche del


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