Numero 12 del 2014
NutriAMO il mondo
Testi pagina 8
6 Novembre | Dicembre 2014
All’interno di un quAdro politico confuso
che generA disAffezione e pessimismo
emerge in primo piAno il temA dellA
scuolA e i mediA riportAno le proteste
degli insegnAnti, precAri e non, che
denunciAno gli effetti di unA politicA di
rispArmi e di tAgli: disoccupAzione, clAssi
sovrAffollAte e prive di insegnAnti di
sostegno. eppure Anche nellA scuolA vi
sono situAzioni di intollerAbile privilegio:
le scuole privAte, definite “pAritArie”,
nellA strAgrAnde mAggiorAnzA cAttoliche.
Come è noto la religione cattolica, eletta a “religione di
Stato”, venne posta “a coronamento dell’istruzione pub-
blica” nel 1929, grazie al Concordato col Vaticano. Fu una
mossa di grande impatto mediatico che permise a Musso-
lini di superare un difficile momento politico. Nonostante
alcune voci autorevoli, anche di cattolici, chiedessero l’a-
bolizione dell’ora di religione, un nuovo Concordato venne
stipulato nel 1984 da Craxi che, con sottigliezza politica,
abolì l’anacronistica espressione che definiva quella cat-
tolica “religione di Stato”, ma contemporaneamente nel
nuovo Concordato accettò che l’insegnamento della re-
ligione cattolica (IRC) venisse inserito in tutti gli ordini e
gradi di scuola. “Obbligatorio nell’orario, facoltativo nella
scelta”, l’IRC costringeva gli studenti “non avvalentesi” a
rimanere a scuola: ma poiché era complicato organizza-
re delle specifiche attività a loro favore, avveniva spesso
che gli studenti fossero mandati fuori classe per dedicarsi
allo studio individuale, soli o con un insegnate disponibi-
le. Non poco il disagio per gli alunni e le complicazione
organizzative anche perché la CEI non voleva che l’inse-
gnamento venisse previsto alla prima o all’ultima ora, nel
timore di vedere svuotare le classi. Anche se questo non
avrebbe privato l’insegnante di religione dei suoi privilegi:
gli basta anche un solo alunno per fare una classe e se
proprio non ha nemmeno un alunno, viene trasferito sul-
la cattedra di un collega. Il quale dunque può perdere il
posto, a differenza dell’insegnante di religione che sale in
cattedra non perché ha superato un concorso, ma perché
è stato “nominato” dal vescovo, cui spetta anche il diritto
di allontanarlo dalla cattedra di religione se giudica il suo
comportamento non conforme ai doveri di un bravo cristia-
no (ad esempio se divorzia). Quindi anche se l’IRC è una
materia facoltativa nel tempo si è provveduto a renderla
di fatto una materia curriculare. Ad esempio nel 2001 la
Moratti ha inserito l’ora di religione nel monte ore delle di-
scipline che obbligatoriamente lo studente deve frequen-
tare se vuole essere ammesso all’anno successivo. Ma
nel 2003 la ministra ha superato se stessa: ha bandito un
concorso riservato per mettere in ruolo circa il 70% de-
gli insegnanti di IRC. In ogni caso chi insegna l’IRC è già
privilegiato di suo perché gode di regalie ingiustificabili
sul piano dell’eguaglianza dei diritti: scatti retributivi e un
trattamento assimilabile a quello dei colleghi di ruolo (per-
messi, giorni di malattia, avvio del servizio al primo settem-
bre e fine al 31 agosto successivo, con le ferie pagate,un
beneficio di cui non godono i precari il cui contratto scade,
per la maggior parte, il 30 giugno). Altra tappa della favo-
revole “dereguletion” è stata quella dei crediti. Essendo
una materia facoltativa scelta in libertà di coscienza, l’IRC
venne esclusa (Decreto Ministeriale 1998) dai crediti che
dal terzo anno delle superiori lo studente può accumulare
e poi presentare all’esame di Stato, una specie di “dote”
che mette insieme sia la media dei voti ottenuti nel triennio,
sia la valutazione da parte degli insegnanti delle attività
extrascolastiche. Ebbene l’ordinanza ministeriale del mar-
zo 2007 ha stabilito che i docenti di religione “partecipa-
pAritetiche?
non in nome dellA libertà
Torna il Tema degli invesTimenTi privaTi nella scuola pubblica.
e resTa l’anomalia dell’ora di religione caTTolica,
per nienTe facolTaTiva
di Stefania Friggeri