Numero 12 del 2014
NutriAMO il mondo
Testi pagina 31
29Novembre | Dicembre 2014
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parlo le uccideranno tutte. Io sono riuscita
a scappare ma loro sono ancora li”, dice.
Sediamo su un tappeto. Con me c’è l’in-
terprete. Una cooperante francese e una
attivista kurda. Abasha ha gli occhi grandi e seri. La sua
età è poco più di quella di mia figlia. L’abbraccio e inizia
a raccontare. Con fatica. “Sono scappata due volte ma la
prima non è andata bene. Mi hanno catturata e rinchiusa”.
Ti ha aiutata qualcuno?
“No. Ho fatto tutto da sola”
Hai elaborato un progetto di fuga e in che modo
sei riuscita a scappare?
“Avevo notato che il momento migliore era durante la
cena. C’era più confusione e meno controllo. Una sera
ci siamo messi a mangiare alle otto. Eravamo in tanti. Ho
preso qualcosa, del cibo, e mi sono sporcata le mani.
Ho chiesto di andare al bagno per lavarmele. Invece
sono entrata in una stanza dove c’erano tutti i niqab, i
veli neri preparati dai jihadisti per la nostra conversione,
ne ho indossato uno e sono uscita. Ho corso e sono en-
trata in una casa. Ma quando hanno capito che ero una
delle ragazze rapite mi hanno mandata via. Allora sono
andata in un altra casa. E loro mi hanno aiutata. E ades-
so sono qui. Ma le altre donne sono ancora prigioniere”.
Cosa succede alle donne sequestrate?
“Donne e ragazze sono vendute al mercato. Vengono portate
in Siria...”. Abasha non se la sente più di proseguire. “Può
raccontarti lui - mi dice indicandomi l’interprete - lui lo sa.
Era presente quando sono arrivata qui . Sono passati pochi
giorni e per me è troppo doloroso. Troppo faticoso parlare..”
L’interprete è un ragazzo giovane. Mi dice che quando
Abasha è arrivata al villaggio è stato straziante. Ha rac-
contato di una bambina violentata da 20 soldati. E la paura
che potesse succedere anche a lei. E poi la fuga. E le
botte. Dice che lei non è stata violentata. Ma non riesce
più a dormire e ha smesso di sorridere. Ha il terrore che
possa succedere qualcosa alle donne della sua famiglia.
Quanto costano e a chi vengono vendute
le donne rapite?
“I prezzi variano dai 30.000 dinari ai 200 dollari. Ma ades-
so non valgono più niente. Spesso vengono cedute e ba-
sta. O usate dai soldati dello Stato Islamico. Abasha non
è stata valutata. Ma è stata trattenuta, il suo prezzo sa-
rebbe stato 200 dollari. Quelli che le comprano sono capi
di tribù arabe e gli sceicchi delle Monarchie del Golfo”.
La comunità yazida accoglie queste ragazze?
“Adesso le accoglie. Prima sarebbe stato diverso. Meno di
un mese fa Babasher, uno dei capi della comunità yazida
responsabile del Consiglio Religioso, ha detto pubblica-
mente che bisogna rispettare le ragazze rapite. Ha anche
parlato di aiuti psicologici e ha chiesto l’appoggio di asso-
ciazioni europee”. Abasha si alza in piedi e mi saluta. Si è
fatto tardi anche per noi. Le dico di essere forte. Annuisce
senza sorridere. Poi mi abbraccia. b
“…il MoMENTo
MiGliorE Era
DUraNTE la CENa.
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Di aNDarE al
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