Numero 9 del 2006
Il grande nulla
Testi pagina 36
settembre 2006 noidonne36
URUGUAY
In ricordo di Luz
Ora Luz Ibarburu de
Recagno riposa nel Cimitero
del Buceo, di fronte al mare.
Quello stesso mare che tanto amava e
che entrava prepotentemente nel salone
della sua casa attraverso una grande
finestra affacciata sul porto di
Montevideo. Giusto un anno fa l'avevo
intervistata per 'noidonne'; una signora
composta, molto gentile, disponibile. La
madre di un desaparecido. Mi ero pre-
parata a lungo per quell'incontro, avevo
letto libri, seguito la cronaca giudiziaria
ma poi, nel calore della sua casa e di
fronte alla sua sofferenza così difficile
da nascondere, tante domande non ero
proprio riuscita a farle, e forse è meglio
così, e quell'incontro tanto atteso era
diventato un'angoscia anche per me.
Luz era stata una delle fondatrici
dell'Associazione delle Madri e dei
Familiari dei desaparecidos uruguayani
e fino alla sua morte è stata una delle
principali referenti sul tema dei diritti
umani in Uruguay. Era nata nel 1924 in
una famiglia numerosa, erano 9 fratelli.
Aveva realizzato studi superiori, uni-
versitari e nel 1949 era diventata com-
mercialista. Una donna emancipata,
all'avanguardia che ha sempre lavorato
malgrado la nascita di due figli.
Guidava la macchina e mi raccontò
come questo fu un grande aiuto nel
momento in cui, con le altre madri,
durante la dittatura, giravano di caser-
ma in caserma a cercare i propri figli.
Raccontava che non aveva mai amato
molto il suo lavoro e che l'aveva sempre
considerato solo come un mezzo per
sopravvivere e che sentiva una forte
vocazione per la musica anche se non
aveva mai imparato a suonare uno
strumento; con la stessa malinconica
riservatezza diceva che il tempo anche
se non cura le ferite allevia il dolore. E,
nella terribile vicenda della scomparsa
di suo figlio, aveva un rammarico verso
se stessa: "Forse nel nostro modo di edu-
carli gli abbiamo trasmesso qualcosa
che poi li ha portati a finire così. La
nostra, ad esempio, era una famiglia di
sinistra ma non avevamo una militanza
forte; eravamo invece molto cattolici,
ora io non lo sono più, e abbiamo instil-
lato a Juan Pablo l'amore incondiziona-
to per il nostro prossimo e l'importanza
di usare la nostra vita per qualcosa di
grande. Lui ha incorporato questi prin-
cipi e li ha elaborati a suo modo."
Mi hanno riferito che una folla di
persone silenziose ha partecipato al suo
funerale in una fredda e umida mattina
montevideana. L'ultimo anno è stato
decisivo in Uruguay; il nuovo governo
ha cominciato finalmente ad indagare
sulle responsabilità della dittatura nella
scomparsa di centinaia di giovani. Luz
ha potuto vedere l'inizio di questo pro-
cesso di cambiamento ma l'incertezza
ancora permane sul destino di suo
figlio. Un amico comune mi ha scritto di
averla vista un mese prima della sua
scomparsa in una riunione
dell'Associazione; era come sempre
combattiva e bella, mi ha detto.
ARGENTINA
Ritrovata figlia
di desaparecidos
Le Abuelas de Plaza de Mayo hanno
ritrovato un'altra bambina, figlia di
desaparecidos, scomparsa durante la
dittatura militare. Si tratta della figlia
di María Elena Corvalán y Mario César
Suárez Nelson, scomparsi nel 1977. Il
giudice federale de La Plata, Arnaldo
Corazza, grazie al risultato della peri-
zia sul DNA ha potuto confermare che
la ragazza è figlia dei due desapareci-
dos. La giovane sarebbe nata durante la
prigionia della madre in un centro di
detenzione clandestino chiamato "La
Chaca". Con un destino simile a tanti
bambini figli di prigionieri politici, nati
durante le dittature militari latinoame-
ricane degli anni '70, fu consegnata dai
militari ad una famiglia di fiancheggia-
tori del regime; la madre prima di esse-
re uccisa fu riportata nel centro di
detenzione e fece in tempo a dire ad
altri compagni, sopravvissuti, di aver
dato alla luce una bambina e di averla
Mujeres, voci di donne dal sudamerica
In breve dall’America Latina
Nadia Angelucci