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Numero 9 del 2006

Il grande nulla


Foto: Il grande nulla
PAGINA 11

Testi pagina 11

noidonne settembre 2006 11
Non sono poche dentro la Chiesa levoci che esprimono sofferenza di
fronte alla esibizione di potere mondano
da parte della gerarchia (la religione
della croce trasformata in cristianesimo
trionfante durante i funerali di Wojtyla
e la consacrazione di Benedetto XVI non
è un segno che può condurre a desacra-
lizzare e a demitizzare il potere). Quel
potere che la cultura patriarcale del Me-
diterraneo nega da sempre alla donna,
fatta custode dell'onore familiare, cioè
di un'idea dell'onore che risiede nell'irre-
prensibilità della vita sessuale, che vuol
dire: o vergine o madre; e
l'onore della famiglia si la-
va col sangue. Della don-
na.
E ancora oggi il Consi-
glio d'Europa, approvando
la relazione sul tema 'don-
ne e religione', promosso
dalla cattolica R. Zapfl-
Helbing, chiede ai governi
di "proteggere le donne da
violazioni dei diritti umani
fondate o attribuite alla re-
ligione" perché le diverse
fedi hanno una forte in-
fluenza sulla vita delle
donne, aggiungendo che
questa influenza "di rado è
benigna".
I costumi sociali sono
frutto di una complessità
di fattori fra i quali la reli-
gione è stata sempre stru-
mentalizzata per legitti-
mare credenze e tradizioni,
miti e tabù diffusi nell'im-
maginario collettivo. Ma
valutando la condizione
femminile alla luce degli
studi antropologici, si vede
come nell'Europa mediter-
ranea nessuna delle tre religioni di Ge-
rusalemme ha saputo liberarsi dai con-
dizionamenti della cultura patriarcale.
Ancora oggi per la religione cattolica
la donna non può accedere al sacro se
non attraverso la mediazione della figu-
ra maschile. E i sacerdoti fanno voto di
non toccare la donna sulla quale, ai
tempi dei processi per stregoneria, è sta-
to proiettato il senso di colpa di cui ci si
liberava trovando un altro colpevole
dei peccati che si aveva paura di com-
mettere. Anche la questione dell'omoses-
sualità (sulla quale vengono espressi
giudizi poco caritatevoli) e il dramma
dei preti pedofili (che negli Usa ha de-
turpato l'immagine della Chiesa cattoli-
ca) debbono spingere il Vaticano ad in-
terrogarsi in termini psicoanalitici sul
tema della sessualità perché è sul tabù
del sesso che la chiesa romana ha fon-
dato nei secoli tanta parte del suo inse-
gnamento morale percorrendo le tene-
brose profondità dell'inconscio colletti-
vo. Si deve senza dubbio all'influenza
della teologia femminista la nuova let-
tura che nella 'Lettera' il Papa ha dato
della sessualità: dimensione 'non solo fi-
sica ma psicologica e spirituale'. Ma
poi, dopo aver indicato la differenza
femminile come vocazione relazionale,
(e infatti viene stigmatizzata la possibi-
lità di 'esistere per se stesse') l'uomo non
è chiamato con pari convinzione alla
prova della reciprocità invocata ('esiste-
re per l'altro') e l'immagine della donna
viene ancora riproposta nel tradiziona-
le orizzonte oblativo-nuziale, votata co-
me Maria a incarnare la coppia Amore-
Morte. Quell'Amore su cui il Papa ha
fondato il messaggio della sua prima
enciclica dove l'Eros (concupiscenza)
deve trascendere in Agape (amore obla-
tivo), mediante un'ascesa che si compie
attraverso la purificazio-
ne, una parola la cui con-
tinua ripetizione spinge,
per vie subliminali, a vive-
re il corpo come entità
che, separata dall'anima,
porta con sé la traccia in-
delebile del peccato origi-
nale. E qui c'è un elemento
in più per comprendere
quanto sia difficile, per
chi vive l'Amore attraver-
so la sublimazione, otte-
nere da parte degli aman-
ti in carne e ossa l'osser-
vanza delle regole pre-
scritte, come risulta dal fe-
nomeno largamente diffu-
so fra i cattolici italiani
dello 'scisma sommerso'.
Ma non v'è ragione di
stupirci perché, nel suo
procedere abituale, la ge-
rarchia non guarda alle
persone nella loro umani-
tà viva e concreta, ma le
oggettiva: la 'Vita', la 'Fa-
miglia', l' 'Amore'. E' un
mondo popolato di idee
astratte e di eruditi ragio-
namenti che, dovendo ri-
manere fedele ai principi, finisce per di-
ventare insensibile al dolore che può na-
scere dal loro trionfo. Come dimostra il
caso tragico dell'Aids: milioni di perso-
ne sacrificate sull'altare del valore sal-
vifico dell'astinenza e del rifiuto della
contraccezione. Mentre è proprio la
contraccezione che permette alla donna
di essere libera ed autodeterminata, che
vuol dire però per gran parte dell'uni-
verso maschile: non controllabile, peri-
colosa, impura.
In carne ed ossa, quindi impura
Laicità
nessuna delle tre religioni di Gerusalemme ha saputo liberarsi
dai condizionamenti della cultura patriarcale e la donna
continua ad essere costretta a scegliere tra due ipotesi:
o vergine o madre
Stefania Friggeri


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