Numero 9 del 2014
Medicina di genere
Testi pagina 31
In questi lunghi settanta anni Noi Donne nasce e rina-sce molte volte (ce ne viene dato atto persino da un arti-colo pubblicato su La Repubblica del 3 luglio scorso, pag
36) . Da quel primo numero del luglio del 1944 - e prima
ancora a Parigi del 1937 con Marina Sereni e poi come
organo dei gruppi di difesa della don-
na - la sua storia è molto articolata e
complessa e molte crisi sono superate
anche grazie alla creatività e alla ca-
pacità di reinventarsi. Per molti anni
sarà uno dei settimanali più diffusi
con autorevoli direttore, tra le quali
ricordiamo Giuliana Dal Pozzo e Mi-
riam Mafai. La crisi dell’editoria si fa
sentire agli inizi degli anni ‘90 colpen-
do molte testate, tra queste anche Noi
Donne che, non occupandosi di gos-
sip, fatica a raccogliere pubblicità. La
scelta di trasformare il settimanale in
mensile non risolve il problema della
sostenibilità dei costi di produzione,
che rimangono elevati: per essere in
edicola è necessario stampare alme-
no 50mila copie ma le vendite, tra ab-
bonamenti e diffusione, a malapena
arrivano 10mila. Alla fi ne degli anni ’90 il debito continua
a crescere, superando ampiamente il miliardo di vecchie
lire. La chiusura si profi la come evento inevitabile. Anzi,
se si fosse trattato di una qualunque azienda, a fronte di un
debito così elevato l’iter logico sarebbe stato dichiarare fal-
limento. Ma si tratta di un giornale, molto particolare, voce
delle donne che per decenni è stata legata all’U.D.I. Il suo
fallimento avrebbe avuto un impatto grave anche rispetto
alla storia gloriosa di questa associazione. Tra il 1999 e il
2000 (chi scrive da poco era stata nominata Presidente
della Cooperativa) inizia una fase delicatissima di gestio-
ne della pesante posizione debitoria che punta alla tutela
della testata e del patrimonio storico, culturale e simboli-
co e, al tempo stesso, fronteggia la situazione fi nanziaria.
La Cooperativa Libera Stampa, editrice e referente am-
ministrativo, è costretta a sospendere le pubblicazioni e a
chiudere la redazione avendo massima cura nella tutela
di tutte le lavoratrici (ammortizzatori sociali ecc); lascia
la sede storica e raccoglie tutti i materiali provvedendo ad
immagazzinarli in un luogo sicuro e protetto. Si tratta di
un autentico patrimonio (documenti, libri, pubblicazioni,
raccolte, fotografi e) che abbiamo conservato evitandone la
dispersione e il deterioramento. L’altro problema - enorme
- riguarda il mantenimento della viva voce di Noi Donne. A
quel punto - primi mesi del 2000 - siamo senza soldi, senza
giornaliste, senza sede. Siamo fermamente determinate a
non ‘svendere’ quello che consideravamo un patrimonio
delle donne e della Storia del nostro Paese e della nostra
Democrazia, ma senza strumenti per poterlo fare. È qui
che avviene il miracolo! La dirigente dell’U.D.I. romana
La Goccia - Annita Pasquali - ci segnala Tiziana Bartolini,
giornalista con esperienza nel Terzo
Settore, che è disponibile a collabo-
rare con il giornale e con la Coopera-
tiva in modo ‘militante’. Decisiva, ol-
tre alla sua professionalità, la sua rete
di relazioni che mette al servizio di
Noi Donne. Dal telefono al pc di altre
redazioni presso cui lavora sino alla
tipografi a, che ci fa credito per tor-
nare a stampare. La direttora Tiziana
Bartolini si rivela donna preziosa non
soltanto perché è riuscita a coinvol-
gere molti soggetti e strutture nella
volontaria operazione di ‘salvataggio’
di una testata storica, ma anche per
la professionalità e per la creatività
che le ha consentito (e le consente da
15 anni) di ‘sfornare’ numeri sempre
interessanti - spesso di notevole pre-
gio - di un giornale che continua ad
essere una presenza unica nel suo genere nel panorama
editoriale italiano. Il mensile viene stampato su carta da
quotidiano per alcuni anni e nel 2006 torna ad essere un
magazine in quadricromia, poi si attiva il sito internet e poi,
di recente, una webtv su piattaforma Streamago grazie ad
un partenariato con il gruppo Tiscali. Oggi NOIDONNE è
una testata multimediale e progetta il suo futuro guardan-
do alle giovani generazioni e alle più moderne tecnologie.
I tagli all’editoria, pesantissimi, degli ultimi anni ci hanno
costretto a ricorre alla Cassa integrazione per le due colla-
boratrici. Ma la tenacia con cui la direttora Bartolini, e la
Cooperativa Libera Stampa, continuano a credere in que-
sto progetto editoriale e culturale fanno ben sperare sul
futuro di un periodico che ha ancora molto da dire. Siamo
corroborate, in questo, dai riscontri che continuamente
arrivano dalle lettrici e dal loro apprezzamento per i conte-
nuti e per lo stile del nostro giornale. La rete di volontariato
continua ad essere linfa vitale e gli articoli che arrivano da
amiche che risiedono nelle varie regioni della penisola ne
sono eccellente testimonianza. Questa fase è, ancora una
volta, un banco di prova per NOIDONNE (come, in verità,
per tutta l’editoria mondiale). Il mercato è, e sarà sempre di
più, giudice infl essibile. Ma noi abbiamo fi ducia nelle don-
ne e nella loro capacità di comprendere che, ora più che
mai, occorre sostenere il NOSTRO GIORNALE. Farlo, in
fondo, è semplice: basta abbonarsi!
da 70 anni NOIDONNE guarda al futuro
Noi Donne nel terzo millennio
di Isa Ferraguti
Isa Ferraguti
Il giorno in cui
si è laureata
nel marzo 2014