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Numero 9 del 2014

Medicina di genere


Foto: Medicina di genere
PAGINA 30

Testi pagina 30

da 70 anni NOIDONNE guarda al futuro
zo di relazioni di potere tra generi completamente in di-
sequilibrio, si possano trovare parole in grado di liberar-
le, anche se in grave ritardo, da stereotipi e contrappesi
usati a difesa dell’uomo che le ha uccise. Un approccio
sbagliato anche quello che ha prevalso nella legge n.93,
approvata lo scorso giugno e impropriamente chiamata
legge contro il femminicidio. Un approccio tendenzial-
mente securitario e che non valorizza i suggerimenti, le
pratiche e le teorie elaborate dalle donne impegnate sul
campo nei centri anti-violenza da anni che proprio pri-
ma dell’estate hanno fatto sentire la propria voce ribel-
landosi al fi nanziamento modestissimo che il Governo
ha riservato loro. La nomina di otto ministre non basta
a coprire le mancanze: l’assenza di un Ministero o di
una delega alle pari opportunità in grado di coordinare e
monitorare l’operato degli altri ministeri nel rispetto di
una visione di genere non sta garantendo quell’approc-
cio di sistema di cui avrebbero bisogno le donne italiane.
Il nostro sguardo non si esaurisce
di certo sulle vicende della penisola.
Sin dalle prime uscite Noidonne
ha sempre dimostrato grande
attenzione alle donne degli altri
Paesi, vicini e distanti. Occhi aperti
sul mondo dunque, a cominciare
dal sostegno dovuto alle amiche
spagnole che in questo anno stanno
lottando duramente contro la legge
Gallardòn in Spagna che rischia di
farle tornare indietro di trent’anni
impedendo l’aborto se non in casi
estremi.
Un duro colpo non solo per loro, ma per tutte le donne
europee. L’Irlanda poco più di un mese fa è stata san-
zionata per avere una legislazione troppo restrittiva
in materia di interruzione della gravidanza, la nostra
legge 194, fi glia del femminismo, è sempre sotto l’at-
tacco di obiettori e anti-abortisti. E sono ancora tanti,
troppi, i paesi in cui l’aborto non è legale. Tante ancora
le adolescenti (circa 60 milioni) che non hanno ac-
cesso nemmeno all’educazione primaria. Il caso del
rapimento delle ragazze nigeriane lo scorso maggio da
parte del gruppo estremista Boko Haram è l’esempio
palese di quanto faccia ancora paura una donna istru-
ita. Con la cultura si diventa libere e ci si può dunque
ribellare a matrimoni precoci e/o combinati, a gravi-
danze indesiderate, a uomini violenti. Serve, insieme
alla cultura, un reddito adeguato ad una vita dignitosa.
Troppe ancora (in Italia una donna su tre tra quelle in
età attiva) che non lavorano, in parte per problemi do-
vuti alla conciliazione con la cura di bambini e anziani.
Rapporti con uomini ancora da rivedere, chiedendo
maggiore accesso al lavoro, pari stipendio a parità di
mansione, equa distribuzione dei carichi familiari. Un
lavoro lungo e complesso che necessita in alcuni casi
di leggi, sanzioni e fondi da parte dei governi e delle
istituzioni internazionali, ma, forse ancora più impor-
tante, di percorsi orizzontali e spontanei di partecipa-
zione, rifl essione ed elaborazione nelle scuole, nelle
università e nei territori urbani dove ci si incontra e si
produce consapevolezza e cultura autogestite, autofi -
nanziate e libere.
Copertina,
n.10, ottobre 2010
Note a margine
della curatrice
Questo 2014 rappresenta il 70°
anniversario della rivista. Da qui è nata
l’occasione di realizzare ogni mese a
partire da gennaio un inserto speciale
sulla storia di una delle riviste “di donne
sulle donne” più longeve al mondo.
Curare questi inserti per me, che
scrivo per Noidonne da poco più di tre
anni, e che ne conoscevo la storia in
maniera, adesso posso dirlo, del tutto
approssimativa, ha rappresentato un
onere e un onore senza precedenti
nella mia vita professionale e personale.
Compiendo quest’anno trent’anni, e non
avendo dunque partecipato alle lotte
femministe degli anni ’70 né a quelle
precedenti, sfogliando questi settanta
anni di articoli e racconti, mi sono resa
pienamente conto di quanto le donne
abbiano combattuto per ottenere diritti
e consapevolezze che per me oggi
sono pratica quotidiana e scontata.
Questo viaggio a ritroso nel tempo ha
confermato quello che già pensavo della
grandezza di questo progetto editoriale,
ma ha aggiunto nuovi elementi alle
mie riflessioni. Mi preme dire due
cose. La prima è che quante e quanti
non riconoscono l’accesa vitalità e la
conseguente necessità di Noidonne
oggi, non capiscono l’importanza di
tenere un filo ben annodato tra il passato
e il presente, elemento imprescindibile
per immaginare e creare il futuro che
desideriamo, a partire dalle tante,
enormi, sfide che ancora le donne, a
varie latitudini di questo pianeta, sono
chiamate ad a rontare per raggiungere
il pieno riconoscimento della loro
dignità e contemporaneamente, della
loro di erenza. La seconda è che
in un mondo in cui l’informazione è
spezzettata in tante piccole tessere che
compongono un puzzle troppo grande
e che spesso non siamo in grado di
decifrare, una voce autorevole e plurale
come Noidonne, che da sempre crea
attorno a sé una comunità di lettrici e
amiche diverse tra loro e in grado di
rappresentare più voci, è quanto mai
necessaria per non ridurre la complessità
dei temi a facili slogan, a posizioni urlate,
a faide e forche interne al “movimento
femminista” o a trend passeggeri. È
prezioso che Noidonne continui ad
esistere e a portare avanti con orgoglio
questa grande eredità lasciata dalle
partigiane nel 1944. In bocca al lupo a
Noidonne!
ERRATA CORRIGE
Segnaliamo che nel
numero di maggio la
didascalia riportava
“Daniela Colasanti”
al posto del nome
corretto che è Donatella
Colasanti. Nel numero
di giugno invece, nella
foto della terza pagina
dell’inserto, è ritratta
Alessandra Bocchetti
e non Marina D’Amelia
come riportato nella
didascalia.
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