Numero 9 del 2014
Medicina di genere
Testi pagina 25
23Settembre 2014
persona deve dedicarsi esclusivamente a gestire le pratiche
burocratiche: un costo che contribuisce ad appesantire gli oneri
generali e che - incredibilmente - vede nei 45 centesimi paga-
ti al litro per il latte l’incasso che dovrebbe tenere in equilibrio
i conti. Conti che non tornerebbero se non fossero arrivate a
dare ossigeno alle piccole e medie imprese agricole italiane
nuove idee e sperimentazioni - una parola che le contiene qua-
si tutte é ‘multifunzionalitá’ - proposte spesso dalle donne. La
conferma di Mara Longhin alla presidenza di Donne in Campo
per i prossimi quattro anni “é una soddisfazione soprattutto per
chi, come me, aveva affrontato il primo mandato non avendo
la certezza di riuscire a ben rappresentare in modo adegua-
to tutti vari settori dell’imprenditoria agricola”. C’é l’orgoglio di
aver svolto un ruolo complesso in un momento particolarmen-
te delicato per l’Associazione e di poter dire, oggi, che Don-
ne in Campo é cresciuta e
ha rappresentanti in tutte
le regioni. “Penso di poter
rappresentare tutte le donne
che aderiscono all’Associa-
zione perché le sento molto
vicine: siamo accomunate
dagli stessi problemi e diffi -
coltà ma anche dalla voglia
di fare e dalla creatività che
tutte mettiamo nel nostro
lavoro. Pur di resistere e
superare le tante diffi coltà le soluzioni ‘ce le sogniamo la not-
te’... e poi le mettiamo in pratica!” Ma per la Presidente cosa é
Donne in Campo? “Penso che sia soprattutto uno strumento
al servizio delle donne e delle loro specifi cità: il confronto e la
condivisione tra noi é importantissimo. Il nostro non é un mon-
do facile perché siamo pienamente imprenditrici, ma il reddito
a tutti i costi non é l’obiettivo che ci guida. Abbiamo un’etica
in cui crediamo, la salvaguardia e il rispetto del territorio e del
paesaggio, la valorizzazione delle tradizioni. Come Donne in
Campo siamo anche riuscite ad affermare in CIA alcuni nostri
principi, come la difesa della biodiversità o la vendita diretta, la
diffusione della multifunzionalità o dell’agricoltura sociale. Sono
valori che abbiamo lottato per affermare in confederazione e
che oggi sono condivisi e spesso sono anche ritenuti strategici
perché rappresentano reddito per le nostre aziende e restitui-
scono un ruolo centrale all’agricoltura. In questi anni abbiamo
fatto un lavoro importante e su alcuni temi abbiamo contribuito
a far evolvere l’elaborazione della Confederazione”. Quando
ho chiamato Mara al cellulare per concordare l’intervista, ho
sentito voci di bambini e bambine... erano i piccoli ospiti della
fattoria didattica che frequentano Alla Vaccheria con o senza i
genitori: eccola, la multifunzionalità secondo Donne in Campo,
amiche delle famiglie e del ben-essere che la terra può regalar-
ci. Se la rispettiamo! ?
di Cristina Melchiorri
STRATEGIE
PRIVATE
Sono una stagista in un negozio di abbiglia-
mento per signora, importante, nel centro di
Milano. La nostra azienda ci ha fatto una for-
mazione molto veloce sui prodotti, ma nulla su
come ci si comporta con i clienti. Io cerco di
essere gentile, ma vorrei avere qualche trucco
del mestiere in più. Anche perché al termine
dello stage, mi piacerebbe essere riconferma-
ta. Qualche consiglio?
Aurora Lupi, Milano
Cara Aurora, evidentemente sei più sensibile
tu che l’azienda per la quale lavori. Purtroppo
la crisi ha portato le aziende meno illuminate a
tagliare i costi della formazione, senza conside-
rare che l’investimento sulle persone, soprattut-
to giovani, è l’unica base solida per costruire il
futuro. Comunque ecco un approccio facile da
ricordare, che si basa sui “momenti della verità”
nell’esperienza di acquisto. Cosa signifi ca? Pro-
va ad accompagnare mentalmente la cliente che
entra in negozio. Cosa vede per prima cosa? La
vetrina. E poi? Vede te che la saluti e la acco-
gli. Attenzione: il saluto che crea feeling è quello
che si fa guardando negli occhi e sorridendo. Poi
la cliente vuole curiosare nell’esposizione degli
abiti e, se decide di provare, tu l’accompagnerai
al camerino per la prova. Altro momento della
verità, in cui la cliente si aspetta di trovare una
consulente alla sua immagine e non una vendi-
trice di tappeti che le forza la mano. La cliente
non compra? Nessuno sguardo di rimprovero,
ma un grazie… quando vorrà ci farà piacere rive-
derla. Compra? Arrivati alla cassa, altro impor-
tante momento della verità, la carta di credito o il
bancomat vanno lasciati in vista e rivolti verso la
cliente, e non nascosti sotto il bancone. La con-
fezione è ancora un plus. Sacchetto e nastrini
fanno la loro bella fi gura. Sempre insieme al tuo
sorriso di congedo.
sAPer Vendere,
un’Arte