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Numero 9 del 2006

Il grande nulla


Foto: Il grande nulla
PAGINA 17

Testi pagina 17

noidonne settembre 2006 17
I tempi delle donne
Le donne lavorano di più se non
hanno carichi familiari, dunque se sono
single o vivono con i genitori. Vivere
con un partner e, soprattutto, avere figli
comporta un aumento del tempo di
lavoro familiare e una riduzione del
tempo dedicato al lavoro retribuito. Per
gli uomini si riscontra il contrario: sono
gli occupati in coppia con figli a dedi-
care una parte più cospicua della pro-
pria giornata al lavoro retribuito.
Tuttavia, se la riduzione del tempo
libero accomuna uomini e donne con
posizioni di lavoro autonomo, la dimi-
nuzione del tempo di lavoro familiare
riguarda invece essenzialmente gli
uomini. Per le donne, infatti, il tempo
per il lavoro familiare resta molto più
rigido e difficilmente soggetto a com-
pressione. Questi dati fanno emergere
come poco si sia modificato sul versan-
te della condivisione del lavoro di cura.
Un terzo delle famiglie italiane ha
come principale percettore una donna,
anche per effetto delle maggiori aspetta-
tive di vita della popolazione femmini-
le. Si tratta prevalentemente di famiglie
monoreddito, che contano su redditi da
pensione. Viceversa, quando gli uomini
sono principali percettori, le entrate
sono costituite primariamente da reddi-
ti da lavoro con o senza altre fonti.
Redditi e autonomia
La fonte principale di sostentamento
per i single giovani (con meno di 35
anni) è rappresentata nel 69,4% dei casi
dal lavoro dipendente, nel 20,3% dal
lavoro autonomo e nel 7,8% da altri
redditi (prevalentemente trasferimenti
di denaro ricevuti da altri nuclei fami-
liari). Il 38,3% dei single giovani sono
donne, la cui fonte principale è il reddi-
to dipendente nel 71,1% dei casi.
Il fenomeno dei bassi redditi da lavo-
ro è più frequente fra le donne (28%
contro il 12% degli uomini), tra le per-
sone con meno di 25 anni (36%), tra le
Sono Teresa, ho 26 anni e sono lau-
reata in Scienze della Comunicazione
col massimo dei voti. Il mio sogno fin da
ragazzina è sempre stato fare la giorna-
lista: per questo ho scelto una facoltà
che mi potesse preparare a questa pro-
fessione. Invece da 10 mesi lavoro in un
call center, ho un contratto a tempo
determinato, con uno stipendio netto di
800 al mese, con il quale combino
poco… infatti vivo ancora a casa dei miei!
Molti dei miei compagni di lavoro hanno fatto l'università, in facol-
tà diverse. Spesso ci chiediamo a cosa serve la laurea a chi lavora in
un call center. E io mi domando quale sarà la mia effettiva possibilità
di lavorare in un giornale. So che è difficile, quasi impossibile, ma non
voglio ancora accantonare il mio sogno.
Ho letto che ci sono diversi libri che presentano situazioni di lavoro
precario, alcuni scritti anche da giovani come me. Hai qualche titolo
da propormi?
Teresa Bedosti (San Lazzaro- Bologna)
Cara Teresa,
in un periodo dove vi sono adolescenti che aspirano a fare le veline
è confortante sentire che c'è chi aspira a fare la giornalista. E' certa-
mente molto frustrante scegliere un corso di studi universitari che teo-
ricamente prepara a questo lavoro e rendersi conto di non avere pos-
sibilità di concretizzare o almeno sperimentare la propria aspirazione.
Non dici se scrivere per te è una vera passione oppure se è lo stereoti-
po del mestiere della giornalista che ti ha colpito. In ogni caso, ti con-
siglio di scrivere tutte le volte che puoi degli argomenti che preferisci e
di far leggere quello che scrivi a qualcuno che ti possa dare suggeri-
menti, magari anche a questo giornale. Sappiamo che ormai non c'è
una stretta coerenza fra gli studi fatti e il lavoro della propria vita.
Non il primo lavoro, e molto spesso neppure il lavoro dell'età matura.
Invito te e i tuoi colleghi del call center a non adagiarvi in questa solu-
zione, se la considerate un'attività temporanea, che si fa perché con-
sente un minimo di autonomia economica. Continua ostinatamente a
cercare la strada della tua realizzazione professionale. In fondo che
cos'è il lavoro? Moltissimo! Quando c'è e quando manca, quando non
è soddisfacente e quando scandisce il ritmo della tua vita.
Per i consigli comincio dal libro di un'autrice francese, Sophie
Talneau, che racconta le peripezie di una neolaureata: "Risorsa umana
sarà lei! (ed. Sperling e Kupfer). Poi c'è "Un anno di corsa" di Giovanni
Accardo (ed. Sironi), storia di un laureato in cerca di lavoro. "E tu
quando scadi? Racconti di precari" (ed. Manni), storie surreali di lavo-
ratori flessibili. E ancora "Mi chiamo Roberta, ho 40 anni e guadagno
250 al mese..." di Aldo Nove (ed. Einaudi) dove troverai interviste
realizzate per il quotidiano Liberazione. Decisamente più impegnativo
il libro di Maurizio Sacconi e Michele Tiraboschi (ed. Mondadori) "Un
futuro da precari"? che difende la legge Biagi e la flessibilità.
Hai voglia di consultare qualche sito dedicato al lavoro precario?
Puoi andare su www.sanprecario.info con gli sportelli di San Precario
e consulenti cui porre quesiti. Oppure www.sosprecari.it, o ancora
www.precarichefare.altervista.org con molte notizie informazioni e
segnalazioni sul lavoro atipico. E se vuoi giocare con i tuoi amici puoi
scaricare il gioco di società precariopoli su www.euromayday.org,
gioco di società che si ispira al Monopoli.
Cristina Melchiorri
Lavoro precario, cosa leggo?
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