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Numero 9 del 2006

Il grande nulla


Foto: Il grande nulla
PAGINA 14

Testi pagina 14

settembre 2006 noidonne14
Il ruolo di educatrice è tradizionalmen-te affidato alle donne, non vogliamo
entrare nel merito e nelle ragioni di que-
sto fatto ma ci interessa capire come
svolgere questo ruolo al meglio e posse-
dendo gli strumenti necessari. Possedere
gli strumenti della conoscenza non ci
garantisce una buona prassi ma può es-
serne la premessa.
Educare significa in primo luogo
condurre e implica quindi una consa-
pevolezza di ruolo nei confronti di un
altro individuo. Il ruolo di educatore,
proprio come di chi guida, non è un ruo-
lo secondario ma un momento di assun-
zione di responsabilità nei confronti di
un individuo generalmente più piccolo
o in una fase di crescita.
Aiutare un individuo piccolo a cre-
scere porta quindi a tante domande sul
come fare per evitare sbagli, le azioni
di ogni educatrice quindi sono ac-
compagnate dal dubbio più che dalla
certezza di aver fatto bene il proprio
"mestiere". In una società che si evolve
rapidamente questi dubbi e perplessità
risultano più che mai reali e si è portati
a ricercare in ogni dove una qualche so-
luzione magica che ci guidi in questo
difficile compito.
Non esiste ancora una ricetta univer-
sale perché quando si ha a che fare con
le persone bisogna sempre ricordare che
ogni individuo è un universo di differen-
ze che ne rendono impossibile la model-
lizzazione, questa situazione è valida
anche per i bambini che sono già per-
sone anche se ancora piccole.
Quello invece che si può proporre è
una modalità che sia efficace e che ten-
ga conto sia degli aspetti affettivi che
propriamente cognitivi. Ogni nostra
azione è mossa da una qualche doman-
da a cui manca una risposta e quindi la
nostra mente, il nostro cuore si muovo-
no in una qualche direzione per cercare
di trovare un nuovo equilibrio.
Questo movimento, l'energia che vie-
ne messa in gioco, i risultati che produ-
ce potremmo chiamarli: Problema, in-
telligenza, soluzioni.
Diventare grandi, quindi, potremmo
dire che significa affrontare problemi
sempre più difficili in modo sempre più
autonomo e senza bisogno di aiuti ester-
ni. Questo processo di autonomia non
termina mai, anche se crescendo ci si
rende conto che la consapevolezza di
aver già risolto problemi ci dà la forza
per affrontarne altri più grandi e com-
plessi. Se è vero che "chi ben comincia è
a metà dell'opera" vediamo come fare
affinché i piccoli riescano a realizzare
quel processo di autonomia così impor-
tante per ogni essere umano. Fare l'edu-
catrice può essere affascinante: mentre
partecipiamo alla crescita di un essere
umano possiamo metterci nel processo e
crescere insieme. Non bisogna però ri-
schiare di rendere questo rapporto sim-
metrico: chi educa ha un rapporto
asimmetrico con chi è educato.
Quello che fa la differenza tra chi
educa è che questi sa dove deve andare
e come fare, quindi ha chiaro un obiet-
tivo. In qualsiasi processo educativo,
ma anche in altre situazioni relazionali,
avere chiaro l'obiettivo è la premessa
per la soluzione di un problema, la sod-
disfazione di un bisogno, il raggiungi-
mento di un risultato.
*Insegnante ed esperta in metodologie
di apprendimento
Centro Ascolto LiberaMente, Carpi
(MO) tel 338 7213030
Diventare educatrici
Strumenti
è questa la prima parte di un
micropercorso che offre
gli strumenti essenziali di un
qualsiasi progetto educativo
* Edy Garagnani
Parole di donne
"Siamo donne di Torino che vogliono
avvicinare la politica alla gente e alla
vita di ogni giorno". Così le donne di
Emily iniziano la presentazione di "Pa-
role di donne. Una riflessione sull'esse-
re donna a Torino, oggi". (Ed Associa-
zione Emily, pagg 188). Una raccolta di
storie vere, pensieri quotidiani, ama-
rezze e successi che insieme rappre-
sentano un 'universo al femminile', co-
me lo definisce Mercedes Bresso. Le
quattordici interviste danno voce a
donne note, come Vanna Lorenzoni o
Bice Fubini, ma valorizzano anche le
esperienze di giovani che vivono in
realtà lontane dalla politica come Mi-
riam Mesturino, attrice e due volte
mamma, o come la manager della Fiat
Cristina Siletto. L'idea che ha sorretto
il progetto, condotto grazie al contributo volontario delle collaboratrici, è un
sostegno concreto alla piena affermazione dell'autonomia culturale delle don-
ne, molla di progresso e democrazia. Insomma "storie di donne che fanno co-
raggio ad altre donne", storie e donne vere che rimettono la realtà al suo posto
con tutti i limiti, ma anche con il fascino che il saper essere protagoniste della
propria esistenza è di per sé un valore su cui ognuna deve riflettere.
Isa Ferraguti
Pompei, Villa dei Misteri
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