Numero 10 del 2014
Occhio alle (De)Generazioni
Testi pagina 8
6 Ottobre 2014
È vero che dietro la fecondazione eterologa
può esserci un concetto di genitorialità troppo centrato sul
legame di sangue, ma è anche vero che molte coppie che
chiedono di ricorrervi hanno inutilmente investito i loro
sforzi nell’adozione. Inoltre non va dimenticato che l’ado-
zione, soprattutto quando il figlio adottivo non è un neona-
to, richiede una non comune disponibilità ad affrontare si-
tuazioni anche molto impegnative e problematiche. E la
Corte Costituzionale, con la sentenza emanata il 9 aprile
scorso, ha legittimato anche in Italia la fecondazione ete-
rologa, contribuendo a smontare la legge 40 votata, dopo
un calvario di 7 anni, da un ceto politico timorato e pieno
di zelo nel soddisfare le richieste provenienti da Oltreteve-
re, dove viene vista come una tecnica utilizzata per rispon-
dere ai capricci delle coppie che
aspirano, attraverso l’eugenetica, ad
un figlio “à la carte”, quando invece
è una pratica diffusa nei paesi occi-
dentali a causa dell’aumentata infer-
tilità maschile e della mancanza o
scarsità di ovociti nelle donne che
rimandano troppo a lungo la materni-
tà. È vero anche che, rispetto all’o-
mologa, la fecondazione eterologa
presenta dei punti delicati da risolve-
re (anonimato o identificazione del
donatore, numero delle donazioni ed
altro), ma il commento del cardinal
Ruini alla sentenza della Consulta è
stato draconiano: “Non può esistere un diritto al figlio”. Ov-
vero: il figlio frutto dell’inseminazione eterologa nasce
all’interno di una famiglia che non rispecchia il modello di
famiglia promosso dalla Chiesa, composto da un uomo e
una donna uniti in matrimonio i quali, qualora non arrivi un
figlio “naturalmente”, possono appellarsi all’adozione (an-
che se finora la lobby cattolica non si è distinta né per
l’impegno al fine di facilitare il percorso dell’adozione né
per la premura nel promuovere una normativa che permet-
ta alle donne di diventare madri in età più precoce su ser-
vizi sociali, part-time, permessi di lavoro ecc….). Al monito
del cardinal Ruini ha risposto prontamente la ministra della
Salute Beatrice Lorenzin segnalando un vuoto normativo
inesistente. Poi, di fronte ad autorevoli smentite e alla de-
cisione della Regione Toscana di procedere autonoma-
mente, la Ministra ha invitato le Regioni a soprassedere e
a restare in attesa di una legge che verrà votata dal Parla-
mento. Una posizione in linea con
quella usuale dei vari governi, vedi il
caso abnorme ed imbarazzante
dell’esecutivo Monti che nel 2012 con
motivazioni astruse ha presentato un
ricorso contro la bocciatura della leg-
ge 40 presso la Corte Europea dei
Diritti Umani. Infatti, scorrendo gli arti-
coli della legge prima che venisse
demolita dalle varie sentenze (è stata
portata in vari Tribunali per ben 29
volte) emerge con chiarezza che il di-
segno degli estensori era quello di
scoraggiare chi volesse eventual-
mente ricorrere alla procreazione me-
dicalmente assistita (P.M.A.). Infatti la legge prevedeva
una serie di obblighi (ad esempio: irrevocabile dopo la
fecondazione il consenso all’impianto dell’embrione ), di
FECONDAZIONE
ETEROLOGA,
CHE TRAVAGLIO!
La sentenza della Corte Costituzionale apre la strada alla fecondazione eterologa.
La Regione Toscana si organizza, ma le resistenze di una certa politica permangono
di Stefania Friggeri