Numero 7 del 1945

Testi pagina 7

JOSTRI



riprende

lempre 0012 [201'

J





Il 5 gennaio 1941 il babbo vie.
ne fatto prigioniero; la notizia

Un figlio: Piclru

giunge per Pasqua. Giungono
lettere: dall'Egitto, dall'India,

Pietro diventa grande va a
scuola, sa scrivere; la prima
lettera e per il babbo E da a1-
lora scrive spesso e in ogni let-
tera vuol sapere: papa, hai an-
cora il mio יִocco?

Pietro pensa molto al babbo
e mette i soldini da parte per
poter inviare i pacchi; ne ha
mandati parecchi con 1 soldi
suoli E ora ha 2000 lire per i1
regalo per i1 ritorno di papa

REDUCI

Però... però.” Pietro eSÌLa ma
poi parla: pero il babbo dovrà
portarmelo lui anche un rega-
lo.

E quando torna il papà?

Torna lunedì. ma arriva a Na-
poli.

Ogni giorno ora Pietro aspetr
ta i1 suo papà; sogna gia delle
gite in biciclerta che faranno
insieme, e delle partite di cal-
cio che andrà a vedere col bab»
bo: la mamma non ce lo Con-
duce mai.

E andrà d'accordo con papa?

Certo, con i1 babbo andremo
ancor più d’accordo che con la
mamma, perché siamo uomini...

Maria, moglie di un deportaA
to, Cl dice:

iNon ho cambiato nulla in ca»
sa; Giovanni deve ritrovare
l'appartamento cosi come l‘ha
lasciato. Ecco il libro che legge-
va quella sera. potrà prosegui-
re 1a lettura, E’ stato preso al.
le 8 di serav Quella sera avevav
m0 le frappe. Dacchè so che
può tornare ho sempre a casa
qualche uovai Voglio che Gio—
vanni abbia le frappe la sera
del suo ritorno.

H0 custodito con cura il ve-
stito che avevo allora: e vecchio
ma si può portare ancora. E
ho sempre 1a stessa pettinatu-
ra: gli amici mi dicono che do-
vrel cambiare ma ho tanta
paura che Giovanni non mi ri-
conosca...

Questi sono,tre tra i mille
esempi. Tutti attendono cosi i
loro cari.

lENTICHEREMO



Li ORRORI DEI CAMPI NAZISTI









6080 si fa per loro?

I nostri prigionieri stanno ritor-
nando ogni giorno più numerosi (lui
diversi campi di concentramento na-
zisti, torneranno anche fra breve d‘al-
l’America, dall’Inghilterr , dall’In-
dia, dal Kenia, dal Sud-Africa, dal-
la Buasiu. Qual’è l’accoglienza c l’iter
sistenzu che il governo ed il popo-
lo italiano r' crvano a quesli loro
sfortunati fratelli «in: hanno dovuio
soffrire lunghi 4: duri anni (il pri-
gionia che ritornano in Patria sc0’
raggiunti ati. disilluri, condim—
voli (Icll' tuti tlcl loro sacriיִcio?
in qucslo rutnlmi mute in molti al-r
tri. pul‘H'OppOr yli Drguniflui t‘hr il
governo uvcvu druuiati all’1 elucu-
au per i reduci si sono moalidti vcr»
gognmumcnle il upari di ttcsulvcre
il loro compilm (li rimixerc questo
problema clic è uuu dei più tragici
e più urgenti del dopoguerra Il per
nolo italiano imecc con quello alan-
t‘io. con quello spirito di solidarietà
cesì dimoetrittivl della sua ferma v0v
lontà di rim cita, ha subito compre-
so quale fa il suo dovere vcr<0
questi prigionieri, e numerose sono
lo iniziative che ti favore di quc‘ti
non!) slale prese da Enti. Associa-
zioni. privati. Anche l’Ui D. 1., che
già da lungo tempo, aveva costitui-
to, in quasi tutti i u-oi circoli, una
commissione per i prigionieri, ocai
ai sul occupando latlivamenle non 0-
lo di assistere ma anche di effettua-
re quella così necessaria saldatura
tra coloro i-lm ritornano c gl’ltaliani
('lle in liilliu rono rimasti ed in Ita-
liu hanno offerto la dura oppres-















sione mimmi, le dlmtruzioni della
gusta
Il compito l'lìe l’U. l). l. si è

pmpmto xaarù tlullqut: duplice (-l-r—
run- «la un lill‘O di rinvcglldle, di
al'llUll'l’C il governo dalla uni ('Olv
wvtrlv riluttlit tli ironie al problo
ma (ll'i reduci ilflnlllli'llllltln all’opi-
niuno puliblil'it il gran nntlmmonln

che ferlncnln tra i reduci Slיִsal c lo
famiglie dei prigionieri per lo acar-
so spirito (li solidarietà umana di-
mostrato יִno ad oggi dal numerosi
organi burocratici, in primo luogo
dagli Alti Commissariati, creati sol-
tanto per sistemare delle persone
scelte nel campo dei reazionari.

Dalun altro lato, l’U. D. 1., cerca
di riunire, di potenziare tutte quel-
le iniziative private che per esse-
rc veramenlc efיִcaci devono ben or-
ganizzarmi e coniplclureî a Vicenda.
Non L‘slslt! citn‘i o paese di provin-
cia che l’U. l). Ii non abbia orga-
nizzato, appoggi. udosi al C. L. N..
ai diversi partiti, al bindflיִo 0d al
urcl'ctto, uno o più posti (li ristoro
dovc accogliere ed assistere sia m'v-
rulmentc che materialmente 1 1:; ti
reduci, A Firenze pur escmìvio,
l’U. D. I. coll’uiuto tlcl Prelcuo,
ha potul-u organiv un) in poco tenni.)
una camuna dove cono accolti c. ri-
storuti tutti i reduci di passaggio m
quella cii E questo lavoro di 35-
sistenzn ai reduci non Si limita al-
l‘Italia centrale e meridionale, An-
che i «Gruppi di Difesszella Don-
nnn nel Nord, Oggi fusi ucll’U.
D. I., si sono occupati e si stanno
attivamente orcupando dei nostri rc-
duci.

Invitiamo pcrmnto 1.; nostre lelî'
triti, tutti gli Enti c le A ociazioni
che n quesla dovere di assistenza ai
reduci vogliono contribuire, (Ii iure.
nttlure i loro sforzi con quelli dol-
l’U. D. I. (per uu altro esempio v0-
glio citare quello degli imnicguli erl
operati della (lilla Pantanella che ('i
hanno offerlo la loro razione di pa-
sta per i reducil. Solo unendo i no-
stri sforzi. l’opera noslru, l’opera
"11° il llיִlmlo italiano .«tu spontanea-
uicn‘e olgcntlo verso quinti buoi
h- telli ('llt) ritornano, potrà essere
veramente vl‘lirnn- 4- moיִouzr.

l’, H.