Numero 10 del 2016
Quelle che il potere. Donne ai vertici
Testi pagina 43
41Ottobre 2016
È
dedicata alle donne la mostra Raison d’être cu-
rata da Angelamaria Golfarelli e organizzata
dall’Ass. ne culturale Il Glicine con il Patrocinio
del Comune di Forlì - Assessorato alle Pari
Opportunità e in collaborazione con UDI Forlì
– Archivio UDI Forlì-Cesena, Forum delle donne e Ta-
volo Permanente delle Associazioni contro la Violenza
sulle Donne.
Dal 12 al 28 novembre 2016 presso la prestigiosa sede
dell’Oratorio San Sebastiano di Forlì nel circuito dei
Musei del San Domenico, saranno esposte opere delle
artiste Kina Bogdanova (pittrice) e Lietta Morsiani (scul-
trice) . “In tutte le cose e in tutti gli avvenimenti della vita
c’è una ragione d’essere, ma la difficoltà sta nel saperla o
nel volerla cogliere ed identificare - spiega la curatrice -. E,
L’ARTE
E LA RAGION
D’ESSERE
La pittura di KINA BOGDANOvA
e La scuLtura di LIETTA MORSIANI
in una mostra a ForLì in occasione
deLLa Giornata mondiaLe contro
La vioLenza suLLe donne
se può sembrare inopportuno e anche un po’ banale cer-
care una ragione a tutto quanto ci accade, la raison d’être
resta comunque una meravigliosa giustificazione/risposta
che diviene urgenza quanto più ci riesce difficile trovarla.
Proporla quindi per il titolo di una mostra ci sembrava un
filo conduttore intrigante e stimolante che attraverso un va-
sto ventaglio di ipotesi ne contemplasse almeno una che
fosse uguale per tutte e per tutti: la negazione della vio-
lenza in generale e di quella sulle donne in particolare.
Con questa convinzione abbiamo messo la bellezza e la
delicatezza in contrapposizione con la violenza tentando
di far rivivere, attraverso le opere di Kina Bogdanova e
Lietta Morsiani, i pensieri antagonisti che abitano l’identità
femminile. Così i quadri di Kina, dall’evanescente legge-
rezza tipica del sogno, rispondono alle sculture di Lietta,
metamorfosi femminili di una donna tramutata in animale
e viceversa, con l’incanto onirico di una leggenda, mentre
le opere di Lietta materializzano nella loro cruda fisicità il
pragmatismo femminile, sempre a metà fra il bisogno di
volare e quello di stare fermamente con i piedi per terra. In
questo modo la giornata mondiale contro la violenza sulle
donne viene inglobata nell’arte per assumerne un’identità
meno cruenta e per essere trattata con quella sensibili-
tà che spesso la spettacolarizzazione dell’informazione
le toglie. E questo senza perdere la lucida percezione
necessaria per provare a comprendere e a risolvere un
problema che ha assunto dimensioni sproporzionate, ma
risparmiandoci quella inutile rappresentazione mediatica
che spesso ferisce piuttosto che informare correttamente.
Si collocano in questa riflessione le opere di Kina, dense
di quel delicato respiro sognante e pacato, indagando il
quotidiano con lo sguardo di chi ha bisogno di allonta-
narsi dalla meta per saperla meglio rico-
noscere e contestualizzare nel proprio
mondo incantato che nessun risveglio è
in grado di vanificare.
E le sculture in terracotta di Lietta, che
invece assorbono letteralmente dalla
Terra il senso più completo di una ma-
ternità che anche in assenza di figli re-
ali idealizza nei suoi richiami il frutto e il
seme progenie della vita stessa.
In esse la metamorfosi che si compie
non è la perdita di un corpo per assu-
merne un altro, ma la fusione assoluta
dello yang e dello yin in un unico più
completo e complesso universo capace
di rendere armoniosa l’unione di tante
diversità”. b
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