Numero 10 del 2016
Quelle che il potere. Donne ai vertici
Testi pagina 5
3Ottobre 2016
N
ell’anno in cui celebriamo il settantesimo
anniversario del voto alle donne abbiamo,
tra le altre, una Ministra della difesa (Pi-
notti) e due giovani alla guida di dicasteri
impegnati nella gestione di partite importanti: la
Pubblica Amministrazione (Madia) e la riforma del-
la Costituzione (Boschi). Fuori dalla compagine di
governo troviamo Giorgia Meloni, leader del parti-
to che ha fondato - Fratelli d’Italia - e che ha con-
teso ad un’altra donna, Virginia Raggi, la poltrona
di sindaca di Roma. Ha vinto quest’ultima, come si
sa, con il bis significativo per i pentastellati a Tori-
no di Chiara Appendino. In questi giorni la premier
britannica Theresa May si accinge a designare il
prossimo capo di Scotland Yard scegliendolo, anzi
scegliendola, in una rosa di tre candidate ad una
carica strategica: garantire la sicurezza a Londra in
un periodo con una forte minaccia del terrorismo
internazionale. Una donna responsabile della sicu-
rezza nazionale ha competenza e potere per confe-
rire un incarico importantissimo ad un’altra donna.
E non è una situazione eccezionale, posto che sono
declinati al femminile i vertici del Fondo Moneta-
rio Internazionale (Lagarde), della Federal Reserve
(Yellen) e del più autorevole paese dell’Ue (Merkel).
Dobbiamo mettere a fuoco le ragioni di una con-
vergenza eccezionale e già se ne profila un’altra: la
prima volta di una donna presidente degli Stati Uniti
d’America.
Non riusciamo ancora a metabolizzare l’idea dell’im-
patto simbolico - immediato e nel tempo - che que-
sto evento avrebbe, e ci troviamo realisticamente in
un incubo: Hillary Clinton potrebbe non vincere, se la
maggioranza di americani e americane dovesse vota-
re per Donald Trump, miliardario populista e incom-
petente. Tante situazioni in rapida evoluzione che,
come donne, ci chiedono di intrecciare considera-
zioni riguardanti il genere alle riflessioni più generali
sulla politica nazionale ed internazionale. Senza mai
dimenticare che a questa ascesa delle donne fa da
contraltare l’emarginazione e la povertà di milioni
di donne o la violenza sessista che accomuna tut-
te ovunque nel mondo, così come la segregazione
economica che riguarda operaie e donne in carriera.
C’è un filo che unisce in questo nostro presente le
tante donne in ruoli di potere alle troppe ingiustizie
che subisce una moltitudine di donne senza potere.
Occorre quindi cercare le possibili risposte ad una
domanda, tra le tante: donne al potere, ma con quali
obiettivi, con quali metodi e a quale prezzo. Dopo
aver molto lottato per aprire la strade a tutte noi, e
dopo esserci riuscite in buona parte, siamo arrivate
al punto in cui la questione non può più essere elu-
sa. Dare forza al femminile è stato un investimento
nella speranza di un futuro migliore. Oggi quel futuro
è arrivato e, in qualche modo, ci trova imprepara-
te. Sembriamo strette tra l’attesa di ‘essere di più’
per poter imprimere svolte significative e le critiche
all’operato delle donne che governano città, regioni,
nazioni, processi o strutture complesse. E c’è la dif-
ficoltà di decifrare i comportamenti per capire cosa
le donne al potere non possono fare, cosa non inten-
dono fare e cosa ignorano di poter o dover fare. È il
caso delle tante giovani, arrivate ‘in alto’ con relativa
facilità e che non sempre colgono fino in fondo la
forza e il senso delle lotte che hanno creato le con-
dizioni culturali per la loro ascesa. Non è semplice,
ma un primo, grande sforzo da fare, cercando il pun-
to di una sintonia possibile, potrebbe essere quello
di superare le strette appartenenze. In passato le
donne hanno già avuto questa capacità, grazie alla
quale hanno vinto le grandi battaglie che le hanno
rese tutte più libere. Quelle di destra e di sinistra, le
giovani e no, le cattoliche e le laiche. Forse è arrivato
il tempo di andare oltre il potere e di concentrarsi su
altre categorie, come l’idea di leadership o di auto-
revolezza. Cercando di riscoprire l’importanza della
solidarietà tra donne, smarrita strada facendo.
Tiziana Bartolini
Sì AL POTERE
E ALLA SOLIDARIETà
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